Pergine. La dama bianca

La leggenda della Dama Bianca, di Pergine Valsugana. Si narra, che nel periodo medievale il villaggio di Pergine fosse sotto il dominio di un Capitano tirannico e violento, che portò alla miseria il piccolo borgo.
Redazione

dama-bianca-pergineTante sono le leggende che caratterizzano la Valsugana: questo territorio è infatti ricco di storia e tradizioni. Sicuramente la leggenda più conosciuta è quella della “Dama Bianca”, che abiterebbe il castello di Pergine Valsugana. Questa leggenda secolare racconta di una bellissima donna, che da centinaia di anni vivrebbe intrappolata nelle mura antiche del castello di Pergine. Essa è diventata ormai una figura proverbiale per gli abitanti della cittadina valsuganotta.

Si narra, che nel periodo medievale il villaggio di Pergine fosse sotto il dominio di un Capitano tirannico e violento, che portò alla miseria il piccolo borgo valsuganotto. Era infatti insaziabile la sua fame di potere.

Questo temuto Capitano aveva come moglie una bellissima donna dai capelli dorati, legati in una lunga treccia, con una pelle bianca come un’orchidea appena colta, occhi profondi da cui trasparivano la sua bellezza ed umanità.

Il Capitano era solito trattare tutti quelli che lo circondavano in maniera rude e persino violenta. Anche la sua dolce e bella moglie non sfuggiva a questi frequenti trattamenti brutali. Il Capitano le impediva di fare qualsiasi cosa, anche una semplice passeggiata al di fuori delle mura del castello. Solo una volta al mese le permetteva di fare un giro, insieme alla sua dama di compagnia e con gli armigeri, nel cortile del castello, prigioniera di quelle mura che aveva imparato ad odiare.

La signora del castello diventava sempre più malinconica e solitaria, fatta eccezione per la compagnia sempre presente della sua dama di corte. Originaria di un paesino del Veneto, la moglie del Capitano era però uno spirito libero: amava dipingere e stare all’aria aperta in contatto con la natura, ma tutto questo le veniva impedito da quel malvagio consorte.

I soprusi che subiva in continuazione da suo marito erano tali che la riempivano di un nero desiderio di morte. Provava l’inconfessabile anelito a liberarsi di quella vita negata.

Decise dunque di compiere il gesto estremo. Una sera di luna piena, mentre il marito era a cospetto dei signori di Padova, aiutata dalla sua damigella, si preparò per quel terribile passo, che per lei rappresentava l’unica scelta di libertà. La dama vestiva un vestito di seta bianca, che riluceva della luce lunare. Si sciolse la treccia lunga, con un gesto pieno di audacia. Si affaccio alla finestra della sala da pranzo e si lanciò nel vuoto.

Sono passati tanti anni dal fatidico gesto di disperazione di una donna che voleva solo la libertà.

Ancora oggi, nelle notti di luna piena, alle finestre e nei saloni del castello di Pergine si può scorgere l’ombra fugace di una bellissima donna, vestita di bianco con dei lunghi capelli sciolti. Una voce bellissima e spezzata dal pianto canta una canzone dolcissima, che inneggia con malinconia alla libertà.

Questa storia è viva e presente nei cuori dei perginesi: c’è chi dice che è solo una leggenda, un racconto per impressionare i bambini. Altri invece credono fermamente nella Dama Bianca e nel suo disperato amore per la libertà: sono gli stessi che affermano di aver visto brillare il bianco delle sue vesti e di aver sentito il flebile suono del suo canto. – di Alessandro Bencivenga –  http://www.visitvalsugana.it  – 

 

  Redazione
(27/12/2014)

 

 

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