Una società di pace

Intervista a Giulio Clamer, presidente del Comitato della Dante Alighieri di Bolzano. I giovani di oggi vivono nel costante cambiamento di sollecitazioni e messaggi letterari e culturali che li circondano, ciò che non è mai successo in modo così rapido.
di Michele Luongo

 

Giulio-Clamer
Giulio Clamer

Incontriamo per un dialogo sui giovani e sulla letteratura il Dott. Giulio Clamer, presidente del Comitato della Dante Alighieri di Bolzano, e consigliere nazionale della  Società Dante Alighieri, membro della consulta dell’Università e preside dell’Istituto Comprensivo di Scuola Primaria e Secondaria Bolzano 1. 
Dopo lo straordinario successo della  mostra dedicata alla lingua italiana “Dove il sì suona”, il 2009 la vede impegnato , sempre a Bolzano , nell’organizzazione della LXXIX Congresso Internazionale  Della Società Dante Alighieri, un’ulteriore conferma del ruolo della Dante Alighieri in Alto Adige ? 
Sicuramente lo svolgimento del 79° Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri a Bolzano è uno dei più forti segnali dell’importanza della Società in Alto Adige. Il Congresso il cui titolo sarà “Incontro di culture. Storia e Arte dai due lati delle Alpi” e che si svolgerà dal 25 al 27 settembre 2009, indica chiaramente il ruolo di collegamento e di dialogo che la Dante vuole instaurare e mantenere fra la cultura italiana e quella degli altri paesi e gruppi etnici. Da  noi, in particolare, fra la cultura italiana e quella tedesca. Ogni cultura si afferma se sa interagire con le altre culture e se da queste viene apprezzata.

Viviamo in  un’epoca in continua trasformazione: certezze che sembravano inconfutabili sono messe in discussione da nuove realtà, i giovani e la letteratura come si pongono in quest’ epoca ?
I giovani di oggi vivono nel costante cambiamento di sollecitazioni e messaggi letterari e culturali che li circondano, ciò che non è mai successo in modo così rapido. Questo li proietta in un certo modo più verso i generi letterari della contemporaneità o dell’immediatezza mass-mediale. Mi pare peraltro che dopo anni di adeguamento alle mode contingenti, fatte salve le nicchie di gruppi impegnati, stia nascendo nei giovani di oggi una nuova domanda di senso e significato. I giovani cominciano a voler trovare valori e risposte sul senso della vita anche nell’arte e nella letteratura moderna. E’ un percorso affascinante, che va seguito e assistito, ma che può dar luogo ad una nuova storia di passione e di produzione letteraria giovanile.

Mi risulta pure, lo vedo anche quando presentiamo autori come Dante, che sta emergendo forte la voglia di ritrovare il moderno, o meglio l’intramontabile, anche negli autori massimi della storia della letteratura.

La Scuola dovrebbe svolgere un ruolo importante, fondamentale per lo sviluppo della società è ancora in grado di farlo ? 
Se seguiamo quanto viene scritto o detto sulla stampa o nei mass media, emerge che la scuola sta attraversando una profonda crisi. Sicuramente la scuola risente della crisi di identità e di valori che sta dilagando nella società. Mentre negli ultimi decenni, dopo la contestazione del ’68, la scuola si è radicalmente trasformata nei metodi e nell’organizzazione per assumere un ruolo sempre più democratico, è divenuto molto carente il compito di elaborazione dei  valori condivisi e della ricerca di un sapere che non sia solo nozionistico.  In sostanza si è puntato troppo sulle forme e poco sui contenuti, nel timore di non scontentare nessuno. Ora è indispensabile che emerga la sostanziale ricerca e promozione di apprendimento di chiare e sicure competenze nel conoscere e nell’utilizzare  quei contenuti della cultura, della storia, della scienza e della tecnica che divengono chiavi di controllo e di partecipazione consapevole alla società del futuro. Per far questo è necessario che non solo la scuola, ma anche la società, la politica e le famiglie lo vogliano davvero.

Lo sterminio dei  popoli, le ferite delle guerre, le violenze,  è così  difficile  testimoniare la storia ? Cosa manca alla testimonianza perché coinvolga e induca alla riflessione i giovani ?
Anche per questo aspetto risulta deleterio il continuo affidarsi solo ai mezzi di informazione di massa che continuano a mandare flash sensazionalistici, ma che nel giro di pochi istanti vengono costantemente rimossi e sostituiti da altri messaggi ad effetto.
C’è bisogno di forum permanenti a livello di enti, associazioni e autori e dello stesso potente internet che mantengano e sviluppino la riflessione sulle questioni prioritarie. E’ poi fondamentale che i giovani incontrino frequentemente le persone, i protagonisti che vivono e hanno vissuto sulla propria pelle l’esito devastante della violenza e della guerra.
Dovremmo infine lavorare affinché, al di là delle appartenenze ideologiche, si lavori tutti per una società di pace per tutto il mondo.

La letteratura può aiutare a comprendere meglio l’umanità ?
La letteratura è un ottimo veicolo di penetrazione negli scenari umani, a livello storico, geografico e antropologico. Offre la possibilità di capire cosa sta dietro le dichiarazioni formali e fa capire gli sviluppi, i drammi e le tensioni che vivono nei singoli e nei popoli

Il  nostro essere a volte è influenzato d’incontri importanti, di letture importanti, ricorda un autore,  un libro che l’ha affascinato, che le ha lasciato un buon ricordo ?
Un  libro che non dimenticherò è quello scritto da Mikhail Gorbaciov  dal titolo PERESTROJKA, dove egli tratteggia il percorso di cambiamento che ha fatto cambiare prima nella mente e nel cuore e poi nella politica la strategia per demolire i muri dell’odio ne della guerra.

Tanti autori, tanti libri,  un fiume di scrittura , c’è qualche scritto che riesce ancora a sorprenderla ?
Ne cito qualcuno: La vita di Carlo Azeglio Ciampi – l’Uomo e il Presidente – di Paolo Peluffo,
Diario di scuola di Daniel Pennac, le poesie di Michele Luongo e di Antonella Iozzo.

Secondo lei  tutta la letteratura è da leggere  ?
Questo ritengo sia impossibile e comunque il bello e la sfida è anche la scelta di quanto si riesce a leggere.

Secondo lei cos’è la poesia ?
Secondo me è la nostra stessa vita. Se non ci si incontra con la poesia, non si capisce che le dinamiche del nostro sentire, del nostro vedere il mondo, del nostro incontrarci e amare gli altri sono racchiuse in versi scritti da altri o da noi stessi, e che sanno dire in sintesi ciò che neanche tutti i libri e trattati del mondo riuscirebbero a dire.

La ritiene ancora valida come forma di linguaggio e di comunicazione ?
Assolutamente sì. Non morirà mai.

 

di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
                  (03/07/2008)

 

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