Cancellazione Esenzione Ticket

Cancellazione Esenzione Ticket Sanitari su Prestazioni Pronto Soccorso. Ennesima Beffa per Diversamente Abili, Cronicari, Anziani, Donne incinta, Puerpere e Portatori di Malattie Rare.

di Claudio Civettini

 

Ticket-servizi-sanitari-trentinoSeguendo pedissequamente le scelte nazionali che da gennaio ha dato l’addio al ticket sanitario con ben 203 prestazioni mediche che ci dobbiamo pagare, introducendo anche la stretta sulle prescrizioni di visite, prestazioni mediche ed esami, anche la sanità trentina, introduce la “tassa sulle prestazioni d’urgenza” togliendo ad anziani, cronicari, portatori di handicap e affetti da malattie rare, quelle naturali ed umane esenzioni ,necessarie per detto target di utenti, spesso in piena difficoltà a potersi curare.

Sanità trentina d’urgenza a pagamento, con cifre pesanti che vanno a gravare pesantemente sui bilanci familiari a scapito delle necessarie continuità di cure per delle categorie che necessitano proprio di continuità e soccorso.

Questa nei fatti, la riforma che l’assessore Zeni e la sua giunta sinistra-autonomista hanno voluto introdurre sulle spalle dei trentini per fare cassa, se è vero come è vero, che una visita a pagamento, costa poco più del ticket sanitario imposto da questa Giunta provinciale allo sbando, che cerca di raggranellare nella sanità, quanto è stato sperperato e dilapidato in tanti anni di incapacità politica ad un progetto di governo serio.

Ora, la grande decisione che sembra più una scelta pilatesca e contro l’incentivo alle cure ,quella di far pagare tutti il ticket del pronto soccorso, dai cronicari agli anziani, dalle donne in gravidanza alle puerpere con l’esclusione delle vittime di violenze familiari per donne e uomini(quante saranno in un anno??),lasciando invece l’accesso gratuito per tutti quei non trentini, compresi clandestini ,che continueranno ad avere l’accesso gratuito che in ogni modo, peseranno sulle tasse dei contribuenti.

Una scelta scellerata che crea una inaccettabile ingiustizia, che punisce in modo incredibile, soprattutto quella grande platea di malati cronici, di persone affette da malattie rare e di invalidi che hanno la sfortuna di dover ricorrere ripetutamente alle assistenze del Pronto soccorso per interventi sanitari necessari e ineludibili.

Una sorta di incentivo a non curarsi se è vero come è vero che sono documentati i casi di persone che non possono materialmente curarsi in dette condizioni e che davanti alla cecità e sordità del giovane e baldo assessore, nulla possono se non disertare i ricorsi alle cure.

Una scelta scellerata che non è degna di una Autonomia vera, dove nessun cittadino si è mai lamentato di dover pagare le tasse per curare la sua gente ma che ora, oltre a doverle pagare deve anche pagarsi i servizi, con cifre per molto inaccessibili.

Una scelta vergognosa che, piuttosto che introdurre un principio di equità-cui nessuno eccepisce-vuole introdurre un sistema di riduzione del ricorso alle cure sanitarie, ricorrendo alla furbesca procedura del certificato del medico di base, per evitare-forse-il ticket, ma senza dire che anche per le ricette di prescrizione, è stato recentemente introdotto il pagamento diretto.

Una sanità allo sbando, le cui scelte son o inqualificabili con l’introduzione, a più livelli, di vere e proprie tasse sulla salute, così aumentando la pressione fiscale sui cittadini comuni e più sfortunati, proprio nel momento in cui si chiudono ospedali, punti nascite, ambulatori territoriali e altri servizi alle persone nelle varie valli.

Una scelta che denota la pochezza politica con cui si perseguono politiche di razionalizzazione sanitaria che, seppur ammissibile, deve partire dai progetti e non dalle tasse imposte ai servizi, per ridurre l’utilizzo dei servizi stessi.

Una scelta immorale, che decide di “ mantenere i sedicenti profughi (sani e giovani, che lasciano le donne e i vecchi a combattere le presunte guerre!) e domandare soldi a chi va farsi curare e si trova ad avere –ad esempio-un terzo del corpo che funziona (ma paga il 100% di tasse con nove mesi all’anno del suo lavoro, dato che il prelievo fiscale per chi lavora in Trentino-diversamente abili compresi- è del 64% per cento) o a coloro che affetti da malattie rare, devono anche arrangiarsi ad inseguire percorsi di cura”.

Un mondo di trentini invalidi e portatori di handicap “che c’è e che non ha la forza di reagire e che ora sono nel mirino del baldo assessore a suon di ticket, quando per far quadrare quei costi, basterebbe-ad esempio-abrogare la legge che “regala” o dona lo 0,25% ogni anno del nostro bilancio (circa 10 milioni all’anno!!!) a chiunque nel mondo, purché non trentino, presenti progetti!!”

Presentata Interrogazione Al Presidente della Giunta provinciale e l’Assessore provinciale competente.

 

    Cons. Claudio Civettini
    Lista Civica Trentina
      (23/08/2016)

 

 

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