Il santino delle Circoscrizioni

Le circoscrizioni, pur modificate, sono un “santino elettorale”. Nel 2014 le circoscrizioni hanno distribuito ad associazioni ed enti 152669,08 euro e il budget del 2015 per le circoscrizioni è di 295135,88.  Escluse le spese di rappresentanza e quelle per i gemellaggi.
di Giovanna Giugni  

 

TrentoTrento – Le circoscrizioni, un tema che faceva parte degli impegni elettorali della coalizione del sindaco uscente e che non è tra quelli che rendono popolari coloro che fanno politica. Perché è chiaro che la politica deve decidere, tagliare, risparmiare, razionalizzare, usare con oculatezza e parsimonia il denaro del contribuente……ma iniziando dagli altri. C’è ben altro di cui occuparsi….Sono ben altri i problemi… E’ ben altro il risparmio…. 
Quando si parla di toccare ciò che ci è vicino, ciò a cui siamo abituati, allora il taglio –  prima necessario-  diventa una ferita sanguinante, inferta in modo dissennato e crudele.  Un’intera consigliatura è trascorsa con annunci e ritrattazioni: “eliminiamo le circoscrizioni… no, riduciamone il numero…..no, aboliamo le indennità dei presidenti….” Un teatrino che ha portato un dibattito acceso sulla mia proposta di delibera. Con la quale volevo smuovere un immobilismo che ormai aveva assunto toni sepolcrali. Mentre il mondo cambia, e Trento non è da meno, noi restiamo fermi alle circoscrizioni cittadine elette con liste di partito.
E mentre la mancanza di democrazia si evidenzia con l’inesistenza di sovranità monetaria, di diritti sul lavoro, di pari opportunità tra giovani ed anziani, tra donne e uomini, tra disabili e normodotati etc…noi crediamo di essere all’avanguardia perché perpetuiamo l’esistenza delle circoscrizioni!
Che hanno compito di monitorare i bisogni sociali ( mentre la città diventa sempre più povera), di salvaguardare il territorio (ma poi le opere pubbliche concordate vengono cancellate dal giorno alla notte dalla PAT, senza nemmeno avvertire il Sindaco….)  di monitorare le esigenze del territorio in materia di attività sportive ( ma poi abbiamo ASIS che gestisce con ampia discrezionalità e la PAT che ci dice dove collocare le piscine per i tuffi!).

Insomma, in un territorio cittadino di dimensioni medie come il nostro, per lo sport intervengono PAT, ASIS Circoscrizioni; per le politiche sociali operano PAT, Assessorato comunale e circoscrizioni….Una quantità di soggetti ( uffici, dirigenti, presidenti etc) che mi fanno pensare sempre  di più  ( e a pensare male si fa peccato ma ci si prende spesso) che le strutture servano a chi le  occupa piuttosto che ai cittadini contribuenti (che le pagano)

Oggi viene proposta all’attenzione del Consiglio una modifica del regolamento per il decentramento che giunge in zona Cesarini e, in quanto tale, nell’impossibilità di modificare ciò che al Regolamento sovrintende, cioè lo Statuto.
E’ lo Statuto comunale che prevede l’esistenza delle circoscrizioni e degli organi ed articolazioni delle stesse.
Ed è davvero straordinario che, mentre il futuro consiglio comunale non si avvarrà più, per  comprensibili e doverose ragioni di razionalizzazione della spesa e di snellimento burocratico-amministrativo, del Consiglio di Presidenza a supporto dell’azione del Presidente del Consiglio comunale, i Presidenti di circoscrizione continueranno ad averne uno, anzi in città ce ne saranno 12!
Troppo tardi, infatti, si è intervenuti per effettuare quella modifica statutaria che avrebbe potuto cancellare gli uffici di presidenza circoscrizionali. Il medico pietoso fa la piaga purulenta….E noi oggi assistiamo ad un tentativo edulcorato di modifica regolamentare che è, mi spiace dirlo, di pura facciata.
Opera infatti, in questo provvedimento, il rinvio sine die delle scelte vere:
nessun ridimensionamento: le circoscrizioni restano dodici ; 
nessuna reale modifica delle competenze( rinviate ad un futuro ulteriore regolamento che il futuro Consiglio approverà, se in futuro vorrà e quando vorrà….);
nessuna chiarezza in ordine alle spese per le attività delle circoscrizioni, che resteranno deliberate dal consiglio circoscrizionale in base ad un immutato provvedimento di individuazione dei Compiti dei Consigli circoscrizionali nella gestione dei servizi di base .

Nessuna decisione sulle indennità: si  è infatti rinviato alle disposizioni regionali – che avrebbero ammesso un intervento del comune in questo senso – ….ma si è preferito lavarsene pilatescamente le mani e non dire espressamente: “basta gettoni ed indennità”. Lasciamolo dire agli altri, non sporchiamoci le mani, ignoriamo che quello delle indennità è solo un tassello ( e nemmeno il più importante) del complesso problema del decentramento. Ma è il più impattante sull’opinione pubblica. Quindi silenzio: altri hanno già deciso.!

Le modifiche oggi proposte sono fatte perché nulla cambi. Scontentano qualcuno ( come ci dimostra l’appello dei consiglieri di Sardagna), ma lasciano inalterato l’esistente.
E l’esistente è dato dai 295.135, 88 euro che nel 2015 le circoscrizioni distribuiranno sul territorio cittadino.
Più di mezzo miliardo di lire che saranno il “santino” elettorale di chi elargisce contributi o retribuisce le  attività svolte da associazioni o gruppi sul territorio.
Stanziamenti che non comprendono le spese di rappresentanza ( che il pur risicatissimo e quasi monacale regolamento comunale per le spese di rappresentanza prevede siano consentite anche ai Presidenti di Circoscrizione) e quelle per i gemellaggi. Spese, queste ultime, che costituiscono un extra rispetto alle dotazioni per le circoscrizioni previste in bilancio e che per il 2015 ammontano a 51000 euro per le spese di rappresentanza e 67000 per i gemellaggi.

In totale analogia a quanto fanno deputati e senatori,  memori del proprio elettorato territoriale di riferimento, che  cercano di far passare una mancia(ta) di finanziamenti per operine di ristrutturazione che riguardano il campanile della chiesa pievana danneggiato dalle piogge acide, le siepi deperite che cingono il giardino dove sorge lo stabile che ospita la pregiata associazione cittadina dei giocatori di canasta, la terrazza panoramica del Country Club….Propostina su propostina, alla fine si ammonticchia una sommetta ragguardevole, agli occhi del comune mortale( 295.135, 88  al netto di rappresentanze e gemellaggi, come dicevo) da spargere per la città. Così prende forma il gruzzolo complessivo della mancia, non toccato dalla riforma che oggi si andrebbe ad approvare. E che trova la sua pomposa definizione nel documento Compiti dei Consigli circoscrizionali nella gestione dei servizi di base .

Viene un po’ di tristezza a pensare che le necessità della comunità locale, sempre più legate a veri bisogni primari, debbano passare attraverso una serie di atti che sono, in sostanza, pezzetti di campagna elettorale per chi li elargisce.
Piccole somme ( leggo i documenti) che sembrerebbero mettere a posto le coscienze( in fondo non si diventa più poveri per aver elargito 100 euro qui e 100 euro lì…), ma che si frammentano in tanti rivoli, I quali non serviranno se non a mantenere qualche voto degli aderenti a qualche società sportiva o degli anziani della parrocchia, ma che sarebbero state utili, se unificati in somme più consistenti, a realizzare obiettivi vantaggiosi per  tutta la comunità: abbattere tariffe per le scuole d’infanzia, diminuire il numero dei parcheggi a pagamento, aumentare le esenzioni dalle imposte sulla casa, dare contributi per l’affitto a famiglie in difficoltà.

E non accetto che mi si dica: “si fa anche questo” perchè non è vero.

E i dati che vi mostro dal sito italiaora.org evidenziano che anche i 100 euro per le piccole promozioni sportive o per il carnevale parrocchiale fanno la differenza.
Non vorrei essere fraintesa: sono certa che ogni attività svolta è un’attività utile alla nostra comunità, e sono anche sicura che stiamo scontando un clima di austerità di cui non siamo responsabili.

Ma il dato inequivocabile è che la necessità di contrarre la spesa esiste, che i contributi a pioggia ( che – con i dati per il 2013 – ho elencato in un documento stampato a mie spese e distribuito a tutti i capigruppo, di cui ho avuto assai scarso riscontro) sono l’argent de poche con cui si perpetua il consenso. Un consenso, mi permetto di dire, assai poco informato.

E le modalità di distribuzione dei contributi sono demandate , dalla modifica regolamentare in discussione, ad un futuro regolamento che verrà, in futuro, emanato dal futuro Consiglio comunale. E  visti i precedenti (  Lo Statuto, nella sua prima versione è del 1994,Il regolamento del decentramento oggi in vigore è del 1999, la deliberazione sui compiti delle circoscrizioni del 2002, la discussione sulle circoscrizioni fa il paio con quella provinciale sulla costruzione della PIRUBI), avremo un bell’attendere: ci saranno sempre altre e più cogenti priorità!
Le modifiche apportate sono in linea di massima puro maquillage: un ammodernamento che definire di sostanza è molto arduo.

A fronte di spese di funzionamento inalterate  o aumentate  ( erano di oltre 419000 euro nel 2012, tutto fa pensare ad un aumento in linea con gli aumenti subiti da ogni attività: lavanderia, raccolta e smaltimento rifiuti, servizi informatici, riscaldamento etc), il ridotto numero dei consiglieri è davvero ininfluente. E lo è anche la gratuità della loro opera, che so verrà sbandierata come importantissima! A meno che non si creda che scaldare , illuminare, tenere puliti e pagare gli oneri condominiali di 12 edifici sia meno oneroso se gli occupanti diminuiscono di qualche unità. La signora Maria, che ogni tanto viene evocata in queste sedute, sa benissimo che le spese di funzionamento della casa restano inalterate anche se gli occupanti diminuiscono di numero!

Restano intatte o crescono anche le spese per utenze, contributi ordinari e straordinari ad associazioni ( circa 190000 euro nel 2012!)  acquisti  di beni e materie prime  per il mantenimento delle strutture circoscrizionali; inalterate anche le spese per l’utilizzo di beni di terzi: locazioni di immobili e di beni mobili in primis.

Che i pareri delle circoscrizioni diventino-ora-solo facoltativi, che impatto ha in questo caso? Si tratta, anzi di una capitis deminutio dell’attività delle circoscrizioni. Si tratta di scrivere nero su bianco ciò che già avveniva. I pareri, pur se obbligatori da chiedere, non sono mai stati obbligatori da fornire. E in alcuni casi infatti non venivano forniti. E non sono, come non erano, vincolanti. Che cosa è quindi cambiato??
Se la loro funzione democratico/partecipativa era così fondamentale come molti consiglieri in quest’aula hanno sostenuto nel corso del dibattito  sulla mia proposta di deliberazione, perchè prevedere un parere solo facoltativo? Le esigenze della celerità del procedimento deliberativo consiliare mal si conciliano con la valorizzazione del ruolo dei consigli circoscrizionali!
E in questo senso mi sarei aspettata una levata di scudi da parte delle stesse circoscrizioni. Questa modifica non solo ne ridimensiona il numero dei componenti, ma ne evidenzia  un depotenziamento della  funzione consultiva.

Resta intatta, però, quella distributiva.O, come ho già avuto modo di dire, ne si procrastina la regolamentazione ad un futuro siderale, del tutto ipotetico e lontano. E a fronte di ciò silenzio su tutto il resto.
Devo dire che mi piacerà sentire che cosa ne dicono i colleghi, di questa regolamentazione della facoltatività dei pareri, che sembra neutralizzata dalle forme di cittadinanza attiva previste dall’ampliamento del titolo IV.
In questa parte è stata realizzata un’operazione inversa a quanto fatto nel Titolo I: in quel caso si compattavano gli articoli dicendo in sostanza le stesse cose; nel titolo IV invece si dilatano i contenuti spalmandoli su più articoli.
Forse che in precedenza il consiglio circoscrizionale non informava i cittadini sulle proprie attività? Lo faceva in modo superiore a quanto consentito allo stesso consiglio comunale, invisibile su Trento Informa, con periodici patinati e ricchi di informazioni, foto ed interventi dei singoli gruppi e dei singoli consiglieri.
E forse che  fino ad oggi la circoscrizione non poteva promuovere incontri di cittadini per dibattiti e consultazioni? Forse che per la circoscrizione non operava il  già vigente regolamento sugli istituti di partecipazione popolare?

Gli organismi di partecipazione, poi, non possono essere le commissioni, che già esistono, o le consulte che purtroppo in qualche caso sono decedute per consunzione?

In altre parole mi sembra che il contenuto del titolo IV non sia che una bella riproposizione in politichese di quanto già esistente nelle circoscrizioni, in combinato disposto con quanto già previsto da diversi strumenti regolamentari del Comune e con l’art.118 della Costituzione.
Se si voleva semplicemente “ringiovanire” il regolamento per il decentramento, dando un contentino preelettorale ai cittadini davvero si è realizzata un’operazione poco incisiva.
La situazione della nostra città ( e del Paese tutto) è tale per cui sempre meno basterà raccontare una storiella edulcorata al fine di ottenere consensi. E nemmeno basterà zittire le voci scomode( che, per quanto mi riguarda ,continueranno a parlare anche fuori da qui) per far credere che tutto sia cambiato non cambiando nulla.
La proposta di deliberazione ci è stata presentata come un primo passo. Ma è un passo utile solo a chi, nelle istituzioni, non vuole dire come realmente stanno le cose.

I cattivi consiglieri, come me, sono quelli che vogliono cancellare la democrazia sul territorio, restituendo ai cittadini una disponibilità finanziaria pari a circa 3 milioni di euro all’anno( con cui realizzare forse un abbattimento di imposte,  un miglioramento di servizi, una diminuzione di tariffe) . Magari quegli stessi cattivi consiglieri  vorrebbero le preferenze nelle leggi elettorali, uno scatto di orgoglio nei rapporti con l’Europa che ci restituisca  sovranità monetaria almeno parziale, l’eliminazione  vera del Senato, la cancellazione di molte inutili società partecipate e trasparenza totale in quelle che restano, nonché una scuola davvero formativa del pensiero critico.

Mentre forse, per diventare buoni e bravi consiglieri basta ignorare i numeri del sito che vi ho proposto, negare decisamente che si possa essere democratici anche senza i contributi a pioggia distribuiti dalle circoscrizioni ( con procedimenti complicatissimi e macchinosi, che impegnano gli uffici impedendo loro di dedicarsi ad altro e, lo ripeto,  somigliano sempre di più al panem et circenses di epoca romana), mantenere partecipazioni in cui collocare le seconde fila della politica.

Sperando che non arriverete a dire, quando i tempi si faranno difficili:che mangino brioches!

 

      Giovanna Giugni
Consigliere comunale indipendente
      ( 11.03.2015)

 

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