Mihaela Marcu, strepitoso acuto nel Rigoletto

Al Teatro Filarmonico di Verona, Rigoletto l’opera di Verdi che denunciava il libertinaggio francese. Bell’interpretazione e canto di Mihaela Marcu e  Alessandro Scotto Di Luzio.  Eccellente il Coro dell’Arena, canto invidiabile, puntuale e di perfetta armonia scenica.
di Michel Luongo 

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Mihaela Marcu, è Gilda nel Rigoletto

L’Opera il Rigoletto, denunciava il libertinaggio della Corte francese, subendo la censura. Perciò fu ambientata nella cinquecentesca Corte di Mantova ( che oramai non esisteva più ), trasformando il re di Francia nel duca di Mantova. Il Rigoletto debuttò con successo nel 1851 al Teatro La Fenice di Venezia. Pur essendo una delle opere più rappresentate, fa parte della “trilogia popolare verdiana” insieme ai successivi Il Trovatore e La Traviata, nella sua interpretazione sono ben note le difficoltà musicali e drammatiche. 

Domenica pomeriggio, il Teatro Filarmonico di Verona, era tutto esaurito per il Rigoletto, melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave, musiche di Giuseppe Verdi, Orchestra e Coro dell’Arena di Verona, direttore Fabrizio Maria Carminati, maestro del coro Vito Lombardi, la regia di Arnaud Bernad.

L’inizio dello spettacolo, dopo l’effetto scenico con il duca di Mantova, che fa esperimenti su una ( finta) creatura gobba, come il suo buffone di corte, con la rappresentazione della dissolutezza che andava a prendere la festa dei convitati, è strepitoso, travolgente, dirompente, in un continuo perfetto equilibrio di canto, presenza scenica e ritmo orchestrale.  Da segnalare la bella scena di amore paterno di Rigoletto, interpretato da Leon An, con la figlia Gilda, interpretata da Mihaela Marcu. Ed è ancora nel primo tempo, sulle scale di casa tra Gilda, vestita di bianco, e il duca di Mantova, interpretato da Alessandro Scotto Di Luzio, (che al momento la ingannava asserendo di essere lo studente Gualtier Maldé ) che i due danno vita a uno dei più beni momenti di canto con tutto l’amore e la melodia che possa esprimere la parola Addio.

Nel secondo tempo il Duca pensa a Gilda, sa che è stata rapita e in lui sente un forte sentimento, quello di  Alessandro Scotto Di Luzio, è un canto perfetto, pulito, preciso lo stacco. Di forte presenza scenica con bellissimo ritrovo di ritmo di canto da parte da Leon An, in Rigoletto che chiede pietà ai signori. E continua nel dialogo con la figlia ritrovata ma sedotta, nel prospettare la vendetta. Ed è meraviglioso il canto di Mihaela Marcu, nell’implorare nonostante tutto, pietà. Poi, sul finale ci regala il suo acuto, semplicemente mirabile, strappa lunghi ed intensi applausi.

Nel terzo atto, Alessandro Scotto Di Luzio, il duca di Mantova, entra in scena con il canto dell’aria “La donna è mobile”, e si lascia al libertinaggio. Intanto Maddalena, interpretata da Clarissa Leonardi, convince suo fratello Sparafucile (il sicario ), interpretato da Gianluca Breda, a non uccidere il duca, ma un viandante (di fatto è  proprio Gilda). Quando Rigoletto si appresta a gettare nel fiume il corpo, sente giungere lontano  la voce del duca che intona “La donna è mobile”. L’ironia della tragedia, Rigoletto, scopre il corpo e vede il volto di sua figlia, prima dell’ultimo gemito le chiedo perdono per il suo sacrifico. A Rigoletto, disperato, non gli resta gridare “ Ah, la maledizione!”.

La scenografia, divisa in due parti: una superiore quasi piano notte, ma grigio, polveroso, alto che si disperde nel buio, ha un  ballatoio che la percorre per intera, due scalette lo collegano alla parte inferiore che è il piano scena. Ottimo gioco di luci e di effetto nebbia, in particolare all’inizio dello spettacolo con un fascio di luce intenso, centrale, e nel terzo atto  con la casa di Sparafucile su una barca avvolta nella nebbia. Belli i costumi che ci rimandano al periodo storico dell’opera.  
Eccellente il Coro dell’Arena, canto invidiabile, puntuale e di perfetta armonia scenica. Ottima l’Orchestra e la direzione di Fabrizio Maria Carminati, che dialoga in armonia con  la lirica e il fraseggio, sostenendo le tensioni espressive. 
 
Una bella Prima, il pubblico apprezza e sottolinea con cinque minuti d’intensi applausi. Il  Rigoletto e in scena al Filarmonico anche martedì 15, giovedì 17, sabato 19 alle ore 20.30 e domenica 20 marzo alle ore 15.30. ( http://www.arena.it/filarmonico/it )

 

di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
                  (15/03/2016)

 

 

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