Marino sui matrimoni gay una scossa

Marino e la sinistra festeggiano la “farsa” delle unioni civili . L’assemblea capitolina ha approvato a maggioranza la delibera sul registro dei matrimoni gay celebrati all’estero. Ospiti d’onore in Aula Giulio Cesare Nichi Vendola (Sel), Massimiliano Smeriglio, Vladimir Luxuria ed Eva Grimaldi.
Redazione

 

Roma-Ignazio-Marino-matrimoniRoma – Sipario. Marino e il centrosinistra hanno raggiunto la meta. Dopo mesi di polemiche e di bagarre, l’Assemblea capitolina ha dato il via libera alla delibera sul registro delle unioni civili. Un atto “illegittimo”, quello della sinistra romana, sostenuto anche dalla Lista Marchini, dal Movimento cinque stelle e, perfino, dall’ex vicesindaco Sveva Belviso, che da pochi mesi ha fondato Altra Destra. Solo un astenuto, Daniela Tiburzi del Pd, area popolare. Trentuno i voti favorevoli, undici quelli contrari (Forza Italia, Ncd, Alleanza popolare, Verso la Lega dei Popoli con Salvini, Cittadini per Roma, Fratelli d’Italia e Movimento Cantiere Italia).

Il Consiglio comunale si è sostituito per l’ennesima volta al Parlamento, togliendo tempo prezioso alle problematiche che pendono sulla testa dei romani. Si è trattato, infatti, di una vera e propria maratona. Ideologica, verrebbe da dire.

Un Marino dalle due facce. Capace di chiedere aiuto pochi giorni fa al ministro dell’Interno Angelino Alfano in materia di sicurezza e, al tempo stesso, di contestarlo per mesi proprio sul registro delle unioni civili. Tanto che, a seguito della direttiva del capo del Viminale e l’annullamento delle trascrizioni dello scorso novembre disposto dal prefetto Pecoraro, il primo cittadino ha presentato ricorso al Tar. Un paradosso.

Mentre le forze politiche del centrodestra hanno ricordato come “il voto è giuridicamente inutile”, il sindaco Marino ha definito l’approvazione della delibera “una scossa per i legislatori”.
Ospiti d’onore in Aula Giulio Cesare Nichi Vendola (Sel), al tramonto da presidente della Regione Puglia, Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione Lazio, Vladimir Luxuria e l’attrice Eva Grimaldi.

Ora si attende l’esito della diffida al prefetto Pecoraro presentata dalle forze politiche di centrodestra, esclusa Altra Destra, dopo la “tagliola” degli uffici comunali che hanno cassato circa 7 mila tra emendamenti e ordini del giorno dell’opposizione.
Dopo la “farsa” – secondo molti – delle unioni civili, l’amministrazione comunale potrà concentrarsi sulle criticità della Città eterna, dal centro alle periferie. Ora Marino non ha davvero scuse. ( www.ilgiornaleditalia.org )

 

    Redazione
 (29/01/2015)

 

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