I benefici dei limoni e calcoli renali

I calcoli spesso tendono a riformarsi con una incidenza che varia dal 15 al 20% dei soggetti. Il citrato che è contenuto nella specialità farmaceutica viene eliminato nelle urine e qui impedisce che i cristalli di degli effetti collaterali, soprattutto a livello gastrointestinale. In natura gli agrumi costituiscono una fonte eccezionale di acido citrico.
di Paolo Cusano 

limoniTra le proprietà terapeutiche del succo di limone sembra ci sia anche la capacità di ridurre la continua formazione di calcoli renali, soprattutto quelli di calcio ossalato, particolarmente nelle persone affette da calcolosi renale. In questo caso il riferimento salutare è legato principalmente alla presenza nel limone di acido citrico.
In Italia ci sono circa 6,5 milioni di persone che annualmente soffrono per la presenza di calcoli renali, con o senza coliche. Di questi, il 12% sono uomini ed il 6% donne.
Tale patologia può palesarsi la prima volta con una colica renale, oppure con l’emissione spontanea di un calcolo nelle urine o con la scoperta occasionale a seguito di esami eseguiti per altri motivi. Queste persone il più delle volte hanno familiari affetti dalla stessa malattia e questo riporta sicuramente ad una condizione ereditaria genica predisponente. C’è da dire che anche le abitudini alimentari possono essere causa o concausa del manifestarsi di tale patologia ed a dimostrazione di questo dato c’è la sua maggiore incidenza nelle persone che bevono poco e/o assumono molte proteine animali oppure mangiano salato.

I calcoli spesso tendono a riformarsi con una incidenza che varia dal 15 al 20% dei soggetti. A 5 anni dal primo episodio evidenziante la calcolosi, circa la metà di queste persone ha prodotto un nuovo calcolo, nonostante abbia bevuto almeno due litri di acqua al giorno e modificato le proprie abitudini alimentari.  

Il citrato di potassio è ritenuto il farmaco di elezione per aiutare le persone affette da calcolosi e per ridurre notevolmente il rischio di formare nuovi calcoli. Il citrato che è contenuto nella specialità farmaceutica viene eliminato nelle urine e qui impedisce che i cristalli di degli effetti collaterali, soprattutto a livello gastrointestinale, motivo per cui tanta gente smette di assumerlo, in particolare nelle dosi consigliate o addirittura cessa di prenderlo e la conseguenza è un alto tasso di recidiva della calcolosi.  

In natura gli agrumi costituiscono una fonte eccezionale di acido citrico e quindi poi di citrato e tra questi i limoni sono quelli di gran lunga più ricchi, contenendo in percentuale tale sostanza cinque volte di più che le arance, precisamente 42,9 grammi per chilo di prodotto.

Il succo di 4 limoni può fornire una quantità giornaliera di citrato paragonabile a quella che si ottiene somministrando la dose consigliata pro/die di citrato di potassio presente nella formulazione farmaceutica disponibile.

Si consiglia di berne 120 ml al giorno, all’incirca il succo di 4 limoni, mezzo bicchiere. Si consiglia una dieta con ridotto contenuto di sale e di proteine animali, come già sopra riportato, sempre accompagnata da consumo adeguato e specifico di frutta e verdura (almeno 5 porzioni al giorno).  

Sono da evitare infatti spinaci e verdura a larga foglia che, insieme alla frutta secca, costituiscono gli alimenti a maggior contenuto di ossalato, sostanza che favorisce la formazione di calcoli e

far uso di una dieta povera di calcio. Si consiglia infatti di assumere con moderazione anche latte e derivati.   ( www.salutevincente.com )

 

di Paolo Cusano ©Riproduzione riservata
                  (29/10/2015)

 

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