Amore ferito, dolore non cercato

Amore ferito e la relazione di coppia. Il venir meno della fiducia verso il partner, su cui si era investita tutta la propria sfera emotiva. Non è facile riproporre consciamente subito un amore autentico verso qualcuno.
di Flavio Bertolini 

Amore ferito, dolore non cercatoAmore ferito. Il rischio della proiezione inconscia del Se’ ferito da una relazione di coppia che si è deteriorata fino a chiudersi per motivi spesso non dipendenti dalla propria volontà, che comunque portano a subire la sofferenza di un amore concluso, rappresenta una problematica molto diffusa nelle dinamiche di comportamento, e spesso non pienamente compresa.

L’amore di coppia quando finisce e questa chiusura è subita, al di là delle motivazioni che ci si autoimpongono per metabolizzarla, ha dei riflessi decisamente molto persistenti sulla capacità futura di vivere nuove relazioni d’amore in modo pieno e gratificante. 

Nell’amore ferito, si realizza un venir meno della fiducia verso il partner, su cui si era investita tutta la propria sfera emotiva, e il proprio desiderio di amore. L’amore tradito, poi, è una lacerazione dell’animo, che, in personalità particolarmente sensibili raggiunge dei livelli di dolore molto elevati, incidendo direttamente anche sull’aspetto della salute fisica e mentale.

In quanto difronte ad un dolore non cercato, il corpo è veloce nel somatizzare il disagio, in forme patologiche diversificate. Difronte a queste situazioni, importante è lo stop emotivo, cioè autoimporsi un momento di riflessione e analisi del proprio stato d’essere. Perché il digiuno emotivo consapevole, è una forma di decantazione della sofferenza non ancora superata. Ci vuole in ogni caso tempo, per lasciare che il patrimonio neuronale riesca a sedimentare gli accadimenti. Infatti la proliferazione di pensieri negativi sollecitati dal dolore, innescano una “ruminazione di pensiero” che tende solo a complicare l’accettazione dei fatti.

Risolvere emotivamente un dolore causato da comportamenti del partner subiti in maniera non preventivata, è un passo decisivo per la salute delle prossime relazioni d’amore. Infatti il rischio più grande è quello legato all’inconscio  di cui non si ha consapevolezza. L’inconscio agisce e riemerge al manifestarsi di particolari segnali, o chiavi emotive scatenanti un sistema di comportamento.

E mi riferisco al rischio di utilizzare una nuova conoscenza, per proiettare il proprio disagio emotivo, causando nell’altro inconsapevole, una sofferenza come compensazione del proprio dolore. Il dolore subito trova ascolto e definizione in un riflesso rappresentato dal vedere un altro soffrire in modalità simili alla propria. La proiezione del proprio Sè ferito, è un meccanismo di difesa inconscio, che tende a risolvere un proprio stato irrisolto, a scapito di un equilibrio emotivo presente in un’altra persona. Cosa significa questo?

Quando decidiamo di ricominciare una vita affettiva e sessuale, dobbiamo avere una serena consapevolezza di aver superato il trauma di una lacerazione di una separazione, o di un distacco. Ed avere la responsabilità di frenare un eventuale afflato d’amore immediato, qualora lo si veda solo come un proprio bisogno e cura di un amore precedente che ci ha fatto star male. 

La strategia è quella di garantire una fase di accoglienza emotiva molto partecipata, un love bombing estremamente piacevole per le donne. Essere oggetto di attenzione è molto gratificante per chiunque riceva queste attenzioni. Se poi scatta l’innamoramento e l’unione fisica si concretizza, prende corpo la dinamica vittima-carnefice per cui, esiste sempre chi inconsapevolmente è pronto a dare, senza domandarsi molto, in quanto spinto dallo stato di innamoramento. E chi invece è più propenso a ricevere, proprio in virtù di un suo schema, che più che ad alimentare una vita di coppia e a prendersi cura dell’altro, è focalizzato, e di questo spesso non ne è consapevole, ad alimentare l’energia del proprio ego narcisista.

In questo scambio ineguale, il rapporto arriva ad un punto in cui si assiste ad uno svuotamento della propria riserva d’amore, e di contro non si realizza un aiuto d’amore, proprio perché è un amore verso di Se, e quindi utilizza l’altro come forma si amore verso se stessi.

I Ti amo più dolorosi, sono quelli che hanno il significato di voler affermare che attraverso te riesco ad amare meglio me.

Dopo aver vissuto simili esperienze, non è facile riproporre consciamente subito un amore autentico verso qualcuno. C’è sempre la ferita, che vuole rimarginarsi. E la medicina è il riflesso condizionato sull’altro che rappresenta il momento di compensazione emotiva e quindi di riequilibrio.

Come si può ben capire, questo innesca un effetto domino, che tende a contagiare un’altra persona, magari sincera e autentica che si vede usata per risolvere un problema d’amore non suo, e non amata come invece pensava e desiderava.

Quindi il messaggio è quello di prestare attenzione quando si inizia una relazione seria con una persona che non abbia ben chiaro lo stato del suo equilibrio emotivo. L’atteggiamento più intelligente è quello di lasciare spazio alla conoscenza reciproca attraverso il dialogo. Solo con un approccio fin dall’inizio autentico in cui si ha una condivisione della propria storia precedente, dei dolori e delle emozioni vissute fino ad ora, si può rendersi conto della presenza o meno di un ancoraggio a qualche malessere.

Amore ferito, dolore non cercato. Proiettare sull’altro la propria insoddisfazione, è un modo per creare situazioni di ulteriore sofferenza e dare spazio a qualcosa che è tutt’altro, ma non amore vero.

 

di Flavio Bertolini
  (0/11/2019)

 

 

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