Ateo come Tocqueville

Ateo come Tocqueville. Benché i preti si siano mostrati spesso ostili alla libertà , non dimentichiamo mai che alla libertà la religione è necessaria.
Redazione

 

Ateo come Tocqueville. Benché i preti si siano mostrati spesso ostili alla libertà , non dimentichiamo mai che alla libertà la religione è necessaria. La frase , che Alexis de Tocqueville scrisse nel 1844 in un articolo rimasto inedito, appare in cima al volume antologico intitolato “ Un ateo liberale”, a cura di Paolo Ercolano ( Dedalo, pp. 352, euro 20). Quelle righe sono essenziali per accostarsi a un autore oggi molto evocato, a proposito o meno.

Al centro del libro è il rapporto fra la religione e i governi. Lo scrittore francese si professa << non credente>>, ma trova erroneo ritenere il cristianesimo contrario alla democrazia. Non a caso prende le distanze dall’illuminismo e dalla rivoluzione giacobina. << L’idea del 1700>>, proclama, << non e la mia>>. Suo auspicio p la concordia fra religione e politica, ciascuno nel suo ambito. Ogni rissa fra le due parti è fatale ad entrambe, così come lo è l’azione dello Stato intesa ad associarsi la Gerarchia. Un esempio positivo? Gli Stati Uniti. Lì, nel << paese più democratico della Terra>>, cristianesimo e libertà sanno fondersi davvero. Molto reciso è il giudizio dell’autore sull’ Islam: il Corano gli appare solcato da << tendenze violent e sensuali>>. Con non minore sdegno egli commenta la dura enciclica “ Motu proprio” emessa da Pio IX a conclusione di quella rivoluzione romana del 1849 che per breve tempo gli sottrasse il potere.

Con quel documento il papa smenti le illusioni di chi lo considerava aperto a riforme non confessionali. Se si ricorda che in quei mesi di rivolta popolare Toqueville era stato ministro degli Esteri della Francia intervenuta per ripristinare l’assetto pontificio, ancora più crudele apparirà il suo disinganno di liberale sincero e genialmente pragmatico.
di Nello Ajello – settimanale l’espresso 22092009-

 

    Redazione
 (13/05/2016)

 

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