Crimini ignorati della nostra guerra civile

 Il Pci invece ha già stabilito che cosa fare, uccidere subito il maggior numero di fascisti, soprattutto quelli di terza e quarta fila, i più indifesi. Senza preoccuparsi delle rappresaglie, vale a dire delle fucilazioni decise dai comandi della Rsi.
di Giampaolo Pansa

 

I-vinti-non-dimenticano…Dopo l’8 settembre 1943, i comunisti sono gli unici in grado di muoversi subito. Gli altri partititi del comitato di liberazione nazionale, la Democrazia cristiana, i socialisti e i liberali non possono fare nulla perché non hanno uomini né armi. Il Partito d’Azione riuscirà a creare qualche banda. Ma rispetto al Pci la sua orza è minima. E non sarà mai in grado di arginare la supremazia arrembante dei comunisti.
Il Pci ha due vantaggi sul resto dell’antifascismo che ha deciso di battersi nella guerra civile. Il primo è di poter disporre di una orza di militanti in espansione. Al 25 luglio 1943 gli iscritti al partito sono appena qualche migliaio, da un minimo di 4 mila a un massimo di 6 mila. Ma, come si vedrà presto, è una truppa in rapido aumento.
Nel marzo 1944 i militanti sono già saliti a 30-40 mila. Alla fine di ottobre, nella sola Italia del Nord, i comunisti in contatto con il partito risulteranno all’incirca 70 mila, cosi sostiene Secchia. Gli altri partiti stanno quasi a zero, compreso il Partito d’Azione di Ferruccio Parri.
Il secondo vantaggio è ancora più grande. Gli altri partiti del Cln non sanno in quale modo opporsi alla Rsi e ai tedeschi. E spesso hanno la tentazione di seguire il corso degli eventi e di aspettare. Il Pci invece ha già stabilito che cosa fare. Come racconto in due capitoli di questo libro, decide che bisogna uccidere subito il maggior numero di fascisti, soprattutto quelli di terza e quarta fila, i più indifesi. Senza preoccuparsi delle rappresaglie, vale a dire delle fucilazioni decise dai comandi della Rsi.
I capi comunisti, a cominciare da Longo e Secchia, sono rivoluzionari che conoscono sino in fondo l’importanza del cinismo. E pensano: più brutale sarà la reazione dei fascisti di fronte agli omicidi compiuti dai Gap, più la guerra civile si estenderà. E’ una previsione azzeccata, che farà scorrere fiumi di sangue.

Il lettore vedrà la sequenza iniziale dell’offensiva gappista, dal settembre 1943 alla primavera 1944. Giorno dopo giorno, emerge una catena infinita di uccisioni isolate che ci rivela un aspetto della tattica comunista di solito trascurato dagli storici rossi. La prima forma di guerriglia attuata su larga scala dal Pci è il terrorismo urbano, tanto nelle grandi città che nei piccoli centri. Con effetti via via sempre più devastanti sul morale dell’avversario.
Per capire quanto sia micidiale la tecnica dell’assassinio politico, proviamo a riflettere su un altro terrorismo di sinistra più vicino nel tempo: quello delle Brigate rosse. E domandiamoci che cosa sarebbe accaduto se, nell’Italia degli anni Settanta e Ottanta, il partito clandestino guidato da Renato Curcio e poi da Mario Moretti avesse potuto contare su centinaia di uomini, pronti a sparare e a uccidere in tutte le regioni italiane. Nessun governo sarebbe stato in grado di reggere a quella pioggia di sangue. E la Repubblica sarebbe morta sotto un colpo di Stato dei militari o delle forze dell’ordine.
Ritornando al terrorismo contro i fascisti della Rsi, è d’obbligo dire che sarà questa la forma di lotta che i comunisti continueranno a praticare durante l’intera guerra civile e nei primi anni del dopoguerra, sono alla fine del 1948. Dunque non è avventato sostenere che la nostra lotta partigiana è sempre stata molto lontana dal modello che intendeva imitare: quella di Tito in Jugoslavia, iniziata ben prima della Resistenza italiana.
Un esercito popolare è esistito davvero sull’altra sponda dell’Adriatico. Era una forza per intero comunista, dopo il fallimento del tentativo militare di Draza Mihajllovic. Ma ho molti dubbi sulla forza reale de nostro Corpo volontari della Libertà. E su quanto era in grado di fare. Le descrizioni che si sono succedute per tanti anni, a cominciare dalla mia sulla guerra partigiana fra Genova e il Po, oggi mi sembrano abbastanza irreali o, comunque, enfatiche…..

Giampaolo Pansa “ I Vinti non dimenticano” Crimini ignorati dalla nostra guerra civile,  Ed.Rizzoli, Milano, 2010,  pag. 465, Euro,19,50, ISBN 978-88-17-04115-7

 

    Redazione
 (08/04/2015)

 

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