Una giornata da non dimenticare

Michele Luongo ha dimostrato che con umiltà è possibile parlare alla gente e, soprattutto, a dei bambini: bisogna collaborare e venirsi incontro, solo così ci sarà un popolo, ci sarà uno Stato. Una giornata da non dimenticare.
di  Anna Gallo

 

Luongo-Con-la-fiamma-nel-cuoreSull’onda travolgente della semplicità e dell’innocenza che caratterizza i bambini e l’infanzia tutta, venerdì 1 Marzo2002 ho vissuto delle ore che non dimenticherò mai.
Su invito dello scrittore e poeta Michele Luongo, mi sono recata alla scuola elementare di Solofra (paese in provincia di Avellino) dove si svolgeva la presentazione ai ragazzi di tutte le classi quinte del suo libro intitolato “Con la fiamma nel cuore”.
Dopo la lettura del libro di Michele Luongo, i ragazzi hanno manifestato il desiderio di poter conoscere l’autore e di poter rivolgergli alcune domande. Così è sorta una fitta corrispondenza che ha trovato il suo momento conclusivo venerdì scorso.

Quella preparata dagli alunni è stata un’accoglienza che si riserva ad un amico, ad una persona che ha trasmesso i valori della vita attraverso l’uso di parole semplici e provenienti dal cuore. Slogan, colori e fantasia: questi sono stati gli ingredienti che gli alunni hanno adoperato per preparare l’arrivo di Michele Luongo nella loro scuola. Prima di iniziare la cerimonia di presentazione del libro, i ragazzi hanno voluto intervistare lo scrittore: erano così felici di conoscerlo e di parlargli che non volevano lasciarlo più.

Tutti gli alunni sono giunti nell’Aula magna, dove si svolgeva la presentazione, in grembiule di color blu e con un fiocco tricolore sotto il colletto. Così vestiti hanno omaggiato l’autore ripercorrendo la sua vita, aiutandosi con diapositive simpatiche ed artistiche, e recitando alcune delle poesie contenute nel libro. Hanno, poi, rivolto delle domande a Michele Luongo: non finivano mai; erano desiderosi di ottenere una risposta dall’autore. Sembravano conoscere Michele Luongo da così tanto tempo e così intensamente che ciò che egli diceva era per loro molto importante. D’altronde non poteva che essere così. Il discorso tenuto da Michele Luongo è stata partecipato, avvertito fin dal profondo del suo cuore. Con la semplicità che lo contraddistingue, Michele Luongo ha commosso tutti i presenti per la sua umanità e la sua umiltà nel raccontare la sua vita, la sua esperienza di uomo e di carabiniere. Ho apprezzato il momento conclusivo dell’intervento del discorso dell’autore, tutto rivolto ai ragazzi. Ha esortato i ragazzi a studiare per poter crescere come uomini e come cittadini. E come tali essi si sono avvicinati a Michele Luongo: come bambini, futuri uomini, futuri cittadini e come … amici.

Una giornata da non dimenticare. Il momento più emozionante è stato quello in cui gli alunni hanno eseguito l’Inno Nazionale. In una società in cui raramente si vedono cittadini con la mano sul cuore a cantare l’Inno Nazionale, sentire ed osservare bambini di quinta elementare ritti “nelle loro divise blu con il colletto tricolore” con la mano sul cuore, la testa alta e fiera, il mio animo si è gonfiato di gioia e di speranza in un futuro migliore. Perché migliore? Michele Luongo ha dimostrato che con umiltà è possibile parlare alla gente e, soprattutto, a dei bambini: bisogna collaborare e venirsi incontro, solo così ci sarà un popolo, ci sarà uno Stato.

Non è vero che i giovani non vogliono fare nulla. Michele Luongo ha dimostrato che, non rifiutando mai di ascoltare i più “piccoli”, possono nascere, per esempio tanti carabinieri, tanti poeti, tanti artisti. Basta avere rispetto degli altri, di chiunque si tratti.

E felice dell’esperienza vissuta, sono ritornata a casa ed ho custodito nella cassaforte della mia anima ciò che avevo appreso.
“Con la fiamma nel cuore” due generazioni si sono incontrate per abbracciarsi in un unico caloroso saluto conclusivo in cui ha prevalso un sentimento antico ed immortale: l’amore per l’altro.

Ognuno degli alunni ha voluto salutare personalmente Michele Luongo e non sono andati via finché non ci sono riusciti. In quel saluto ho letto due messaggi: la stima di un bambino di dieci anni per un amico, e l’augurio di un amico, Michele Luongo, perché ciascuno di essi possa un giorno diventare un uomo talmente grande da capire sé stesso e gli altri.

Una giornata da non dimenticare. A questi ragazzi ed a Michele Luongo va il mio ad maiora e un profondo grazie per avermi reso partecipe di un momento che mai, nel corso della mia esistenza, smetterò di raccontare.

 

di Anna Gallo  ©Riproduzione riservata
                  (01/03/2002)

 

 

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