Si tratta di saggi più o meno ampi sulla storia della lingua e le sue valenze culturali, sul plurilinguismo, sulla traduzione, sulla questione ortografica, sulla teoria e la pratica delle lingue artificiali.
di Fabiana Traversi
Fernando Antònio Nogueira Pessoa, poeta e scrittore portoghese morto nel 1935, torna in vita grazie al progetto Fernando Pessoa (http://www.fernandopessoa.it). L’autore è stato uno dei più prolifici e poliedrici scrittori e poeti del Novecento, in vita ha affrontato con la sua arte la prosa, il giornalismo e la saggistica. Ma era anche un autore teso verso la progettualità e alla frammentarietà. Proprio per questo, una piccola parte della sua produzione è stata pubblicata mentre era in vita, ma a diversi anni dalla sua scomparsa sono stati riscoperti dei frammenti appartenenti ad alcune opere, progettate ma mai concluse, dedicate a diversi aspetti della riflessione linguistica.
Si tratta di saggi più o meno ampi sulla storia della lingua e le sue valenze culturali, sul plurilinguismo, sulla traduzione, sulla questione ortografica, sulla teoria e la pratica delle lingue artificiali. Un insieme estremamente articolato, caratterizzato da una profonda capacità speculativa e da un’estrema originalità logica, che ci fornisce un’idea concreta delle concezioni di Pessoa riguardo alla lingua e alle sue manifestazioni. Tutto ciò è stato possibile grazie all’impegno del ricercatore Simone Celani, che ormai da molti anni si occupa delle numerose opere “pessoniane” ancora inedite.
“Un contributo unico, proveniente da una delle menti più geniali del XX secolo, sull’importanza delle lingue e sul loro ruolo nella comunicazione “globale” tipica del mondo contemporaneo”, racconta Simone Celani (curatore e traduttore di volumi di Pessoa, che dal 2000 fa parte di un gruppo di ricerca dell’Università La Sapienza di Roma che si occupa di studiare per il fondo Pessoa), e continua: “La massima espressione delle sue opere letterarie, che ha pubblicato in vita sono una parte importante ma veramente piccola – dal punto di vista quantitativo, non certamente da quello qualitativo – di quello che ha scritto, e il Fondo è una sorta di grande oceano di oggetti non identificati: specialmente nell’ambito della prosa saggistica c’è ancora una miniera di oggetti preziosi non scoperti. All’interno del Fondo sono contenuti saggi sulla lingua ma anche sulla filosofia, sulla psicologia – una parte molto ampia ma che conosciamo meno -, sulla teoria e storia delle religioni e del pensiero, sulla politica – di cui conosciamo solamente una parte -, sulla sociologia… una serie di riflessioni teoriche su ambiti grandissimi e molto diversi. E in ciascuno di questi ambiti, per quanto rimanga sempre e comunque un profano, Pessoa riesce a muoversi con una profondità e una capacità critica/speculativa impressionanti, grazie ad una personale impostazione poetica, esistenziale e filosofica che gli permette di porsi davanti ad una certa questione da un punto di vista inedito/originale rispetto agli stessi pensatori e specialisti della materia”.
“L’aspetto dello studio della lingua – ha concluso Celani – è stato in qualche modo già evidenziato a partire dall’inizio degli anni Novanta da alcuni ricercatori, in particolare portoghesi, che hanno pubblicato una serie di frammenti e di studi incompleti. Io ho semplicemente riunito insieme e riorganizzato per ambiti tematici alcuni elementi che erano già stati analizzati da questi ricercatori con altri – i più fruibili e leggibili – che ho individuato autonomamente all’interno del Fondo. Il Fondo Pessoa che si trova a Lisbona è molto ampio e veramente impressionante (contiene circa 27/28.000 documenti), ma disorganizzato (ha una sua organizzazione e un suo inventario ma sono molto sommari): da questo la necessità preliminare di sfogliare l’intero fondo e quindi di una mappatura completa del contenuto; per la tesi ho successivamente lavorato su una parte metodologica che è quella uscita in questo volume, e in particolare sull’edizione critica di un racconto poliziesco che si intitola “Il caso Vargas”.
Così, attraverso lo studio e la metodologia di uno studioso appassionato ed amante di Pessoa, a distanza di anni dalla morte di quest’ultimo, è possibile leggere opere inedite di questo autore, come:”il caso Vargas”, “Sassi sulla lingua”. Perché se come affermava Goya: “il sonno della ragione genera mostri”, probabilmente il sonno della cultura crea ignoranza.
di Fabiana Traversi – martedì 27 ottobre 2009 – www.agenziaradicale.com
Redazione
(09/04/2016)
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