Rivive grazie a uno spettacolo di Paola Manfredi la storia di Villa Mombello, in Brianza, per molti anni uno dei manicomi più grandi d’Europa. Domenica 10 maggio alle 18 al Teatro delle Garberie a Pergine Valsugana.
Redazione
Pergine Valsugana (Tn) – Mombello era un paese dove c’era tutto: i campi da calcio, la chiesa, la tipografia, la lavanderia, la sala del cinema. Mombello era un manicomio. 130 anni di storia, dal 1865 al 1995. Silenzio, urla e poi silenzio. Cosa rimane, oggi, di quasi 100.000 pazienti passati di lì. Cosa rimane di loro, i malati, i matti, “uomini dispari”. E cosa rimane del luogo, del verde acqua dei muri, oggi scrostati, vandalizzati. Echi. Lampi. Voci. Storie che ci riportano a un allora, a un dentro, con i suoi materassi e vasche verticali. Soldi sigarette Serenase. Con intento documentaristico abbiamo sezionato, scelto e poi rimontato parole e pensieri, per restituire la realtà di uno dei manicomi più grandi d’Europa, alle porte di Milano: certamente luogo di sofferenza, ma anche, insperatamente, di bellezza e di amore.
Rivive grazie a uno spettacolo di Paola Manfredi la storia di Villa Mombello, in Brianza, per molti anni uno dei manicomi più grandi d’Europa. Per ridare voce e dignità a chi ha sofferto.
Chi oggi arriva a Mombello, vicino a Limbiate, e vede l’imponente Villa Pusterla-Crivelli, gioiello architettonico della Brianza con due braccia disposte a ferro di cavallo e un grande giardino interno, trova da un lato una struttura fatiscente di ciò che resta dell’ospedale psichiatrico più grande d’Italia (noto come «colosso dei manicomi italiani», uno dei maggiori in Europa che negli anni Sessanta del Novecento arrivò ad avere più di 3000 pazienti, tra cui il figlio illegittimo di Mussolini di cui si parla anche nel film di Marco Bellocchio, Vincere), dall’altra nuove strutture, sorte dalle sue ceneri, due efficientissime scuole e una casa d’accoglienza.
La regista Paola Manfredi, da tempo impegnata in un teatro dalla valenza sociale, come in I fiori nella ghisa sulla storia dell’ex fabbrica Ceruti di Bollate, racconta come ha raccolto le testimonianza dei cittadini di Limbiate, che lavoravano come medici, infermieri, cuochi, assistenti sociali e alcuni pazienti: «Abbiamo lavorato sul territorio dal 2012, formando trenta volontari per raccogliere interviste alle persone coinvolte direttamente nella casa di cura. Abbiamo anche tenuto due laboratori coinvolgendo gli alunni dei due istituti superiori per ricostruire esperienze legate alle malattie psichiche; gli studenti a loro volta hanno realizzato due spettacoli intensi, entrando in empatia con l’argomento.
Le testimonianze raccolte dai volontari sono poi state risistemate da Loredana Troschel e Dario Villa, così da costituire la voce collettiva della cittadinanza, anche se mediata dalla recitazione degli attori professionisti della nostra compagnia, Teatro Periferico.
Nella prima parte di Voci di dentro gli spettatori, una cinquantina, stanno al buio come se fossero nel corridoio che unisce le stanze e sentono solo quello che accade dentro le camere, poi nelle seconda parte è come se entrassero nelle stanze e vedessero i gesti ripetitivi dei malati e la loro sofferenza, in una sorta di documentario.
Noi abbiamo ascoltato un luogo, le voci di una comunità, abbiamo voluto ridare vita all’ospedale, oggi in gran parte distrutto, e vandalizzato, come se di questo luogo di sofferenza non ci possa essere oggi memoria. Il nostro desiderio è stato proprio dare una voce invece a tanto dolore delle quasi centomila persone passate da Mombello dal 1865 al 1999».
Mombello. Voci da dentro il manicomio
regia Paola Manfredi
testo Loredana Troschel e Dario Villa
con Giorgio Branca, Elisa Canfora, Antonello Cassinotti, Alessandro Luraghi, Laura Montanari, Raffaella Natali, Loredana Troschel, Lilli Valcepina, Dario Villa
Domenica 10 maggio 2015 ore 18, Teatro delle Garberie, Piazza Municipio 4, Pergine
Ingresso libero
Redazione
(06/05/2015)
ViaCialdini è su www.facebook.com/viacialdini e su Twitter: @ViaCialdini