Covid, impatto su turismo e ristorazione

Coronavirus: impatto su turismo e ristorazione in Trentino. Verranno meno gli stagionali, settori da 7.100 addetti nel 2019. Il rapporto Excelsior mette nuovamente in evidenza il problematico incontro tra la domanda di lavoro
Redazione 

Covid, impatto su turismo e ristorazioneEmergenza coronavirus, impatto su turismo e ristorazione. Le restrizioni e le chiusure imposte per contenere la diffusione dell’epidemia Covid 19 impattano direttamente sulle attività delle imprese. In Trentino – dicono i dati dell’indagine annuale Excelsior riferiti dalla Camera di commercio di Trento – verranno a mancare, in particolare, i rapporti di lavoro stagionali attivati nel turismo, nella ricezione e nella ristorazione che, in base ai numeri rilevati mensilmente, avevano raggiunto, nel mese di giugno dello scorso anno, il valore più alto con la richiesta di 7.100 addetti.

La ristorazione assorbiva la metà del fabbisogno di diplomati (50,3%) e, se si sommano gli ingressi a suo tempo previsti tra marzo, il mese in cui nel 2020 sono entrate in vigore le misure del decreto ‘Cura Italia’, e luglio dello scorso anno, la domanda di lavoro espressa dal settore raggiunge le 14.710 unità, ovvero il 65,3% del totale. Il fabbisogno del comparto turistico e della ristorazione, insieme a quello del settore del commercio al dettaglio, all’ingrosso e riparazione di autoveicoli e motocicli (7.710 unità), superava la metà della richiesta annua prevista e raggiungeva il 52,6% del totale.

Il rapporto Excelsior mette nuovamente in evidenza il problematico incontro tra la domanda di lavoro espressa dalle imprese e l’offerta presente sul mercato, che nel 2019 ha riguardato il 26% dei contratti di lavoro e che il sistema produttivo aveva intenzione di stipulare.

Covid, impatto su turismo e ristorazione  In particolare mancavano alcune figure professionali del settore industriale come gli operai specializzati (40,9%), tra cui riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili e operai elettricisti ed elettrotecnici, e i conduttori di impianti (33,9%). Con riferimento alla categoria dei giovani fino ai 29 anni, le maggiori difficoltà di reperimento riguardavano per il 74% gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche, per il 69% gli addetti all’accoglienza, informazione e assistenza della clientela e per il 62% cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici. (  https://www.ansa.it/  )

 

    Redazione
   (24/04/2020)

 

 

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