Malfatti, le opere in mostra

Rivedono la luce le opere di Andrea Malfatti, in mostra alla Cappella Vantini. La gipsoteca illustra lo studio e il lavoro che precedevano la realizzazione delle sculture definitive.
Redazione

 

Malfatti-Andrea-Rivedono-la-luce-le-opereSarà aperta fino al 3 luglio alla Cappella Vantini la mostra “La gipsoteca di Andrea Malfatti”. L’esposizione, a cura dell’architetto Michelangelo Lupo e con la collaborazione del Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (Mart), è organizzata dal Servizio Cultura, turismo e politiche giovanili. L’intento è quello di valorizzare alcune opere in gesso, donate già nel 1912 da Andrea Malfatti al Municipio di Trento e conservate al Mart. 

Si è scelto quindi di concentrare l’attenzione sull’opera di questo artista locale dalla carriera di primo piano, la cui attività risulta ancora poco nota. Nativo di Mori, Malfatti dopo i primi approcci alla scultura avvenuti nella terra natale, compì la propria formazione artistica all’interno dell’Accademia di Brera. Nella cultura meneghina della seconda metà dell’800 si formò dunque la personalità di questo scultore la cui opera rivela l’influenza delle tendenze che caratterizzavano il panorama della città lombarda in quegli anni. L’eredità neoclassica lasciata da Canova a Brera fu fondamentale nella sua formazione, tuttavia successivamente egli subì anche il rinnovamento in senso realista che investì la stessa Accademia. La vicinanza alla Scuola di Milano favorì in Malfatti un rinnovamento nella scelta dei soggetti che sempre più incarnarono gli ideali risorgimentali.

Nel corso della sua lunga carriera egli operò in diverse località, non solo italiane, spostandosi in svariate occasioni sia per realizzare opere su commissione di privati e di istituzioni pubbliche, sia per partecipare a rinomate esposizioni fra queste l’Esposizione universale di Parigi del 1878.

La gipsoteca illustra lo studio e il lavoro che precedevano la realizzazione delle sculture definitive, trasmettendo al pubblico la sensazione di essere nell’atelier dello scultore tra la polvere dei modelli in gesso e alcune opere finite. In mostra si potranno ammirare anche due marmi, il Busto di Dante Alighieri, richiamo al sentimento di una patria italiana ancora sperata (opera stabilmente collocata al pian terreno della Biblioteca comunale di Trento) e l’esotica L’Egizia, velato riferimento a sorti di schiavitù indomita.

Il visitatore apprezzerà l’abilità scultorea del Malfatti nel trattare i materiali, in particolare nell’accostamento tra la levigatezza delle carni e la resa movimentata e tattile delle altre superfici.

La piccola ma suggestiva rappresentazione dell’opera di Malfatti a Cappella Vantini vuole essere l’inizio di un percorso narrativo che prosegue idealmente nel Cimitero Monumentale di Trento, dove è tangibile la presenza della sua arte nei cenotafi, ma anche in centro città con opere come la fontana del Bacchino in Piazza Pasi, la Fontana dei Do Castradi in Piazza delle Erbe, le statue dei Santi Pietro e Paolo ai lati dell’attico della facciata della Chiesa di S. Maria Maggiore.

La mostra, ad ingresso libero, è aperta al pubblico dal 23 aprile al 3 luglio 2016
Tutti i giorni (compresi i festivi), tranne il lunedì, dalle 10 alle 18.

Sono in programma visite guidate ogni giovedì dalle ore 15.00 e su prenotazione nell’ambito dell’iniziativa Palazzi Aperti.

Info: Ufficio Cultura – via delle Orfane, 13 – n. tel. 0461 884 287  – www.trentocultura.it

    Redazione
  (02/05/2016)

 

 

ViaCialdini è su www.facebook.com/viacialdini e su Twitter: @ViaCialdini