Profughi Clandestini, spese folli rivedere sistema

1.300.000 (un milione trecento mila euro) per la ristorazione dei Profughi/Clandestini. Incredibile scelta alberghiera perché non coinvolgerli nella preparazione delle pietanze?
di Claudio Civittini

 

menseTrento – Non si può veramente non sobbalzare davanti alla recentissima notizia del milione e trecentomila Euro che, a quanto pare, sarà destinato al servizio ristorazione per i profughi – ammesso e non concesso che siano tutti realmente tali – ospitati in provincia di Trento. Infatti, se questo fosse un percorso di acquisto per un normale ristorante, vorrebbe dire che a fronte di tali acquisti o comunque di tali entrate ci vorrebbe un fatturato di almeno quattro milioni di Euro, cifra evidentemente enorme.  

Dall’altra parte – senza voler entrare in polemica con chi vorrebbe affrontare o meglio liquidare il tema con facili slogan – non si può non fare i conti con un questione elementare, soprattutto nel momento in cui ai trentini vengono chiesti immani sacrifici, sui diversi temi che vanno dalla scuola, alla sanità, dall’welfare alla precarietà dei nostri giovani che ora , sembra, dovranno andare in pensione tra i 75 e gli 80 anni!!! 

E dunque per ciò, sorge spontanea la domanda: per quale ragione, anziché lasciare i profughi serviti e riveriti quasi fossero in “soggiorno vacanza”, non ci si attiva coordinandoli affinché siano loro stessi, debitamente forniti di adeguati alimenti e ingredienti, a provvedere autonomamente alla propria ristorazione, insegnando loro ad essere cuochi di se stessi come avviene in ogni famiglia? Sarebbe un modo per responsabilizzare queste persone, occuparle, dare la possibilità di rapportarsi con l’economia domestica e, al tempo stesso, per dare non poco ossigeno alle casse dell’Ente provinciale e, in ogni modo, pubblico.

 

  Cons. Claudio Civettini
Consigliere provinciale/regionale 
     CIVICA TRENTINA
      (04.12.2015)

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