SAT, l’eredità di quegli anni

SAT, l’eredità di quegli anni. La storia della SAT è la storia del Trentino.  Alla fine del conflitto, riunito il Trentino all’Italia la riorganizzazione avvenne in tempi rapidissimi. Un convegno ad Arco sui 100 anni dall’ingresso della SAT nel CAI.
Redazione  

SAT, l’eredità di quegli anniSAT, l’eredità di quegli anni. Un centenario che per le implicazioni storiche e storico-politiche intrinseche, merita un viaggio a ritroso nella memoria. L’Italia, il Trentino l’alpinismo, la montagna, come sono cambiati e come si sono evoluti dal quel lontano 1919?

Un convegno sui 100 anni dall’ingresso della SAT nel CAI, Sabato 30 Novembre, sabato 30 novembre ad Arco, con i relatori: 
Alessandro Pastore, Michael Wedekind, Franco de Battaglia, Stefano Morosini,  oltre al direttore della SAT Claudio Ambrosi, al bibliotecario della SAT Riccardo Decarli, e   ad  Alessandra Ravelli (Biblioteca Nazionale del CAI), affronteranno le diverse vicende e i temi che hanno caratterizzato i club alpinistici, le loro azioni e relazioni durante  il “secolo breve”: dalla politica, all’amor di patria, alla aspra contesa dei rifugi alpini, all’alpinismo austro-tedesco dopo la Grande Guerra, fino alla nascita del Film Festival a Trento e alle testimonianze bibliografiche nelle Biblioteche del CAI e della SAT.

Un breve focus sulla storia di quel fatidico 1919
Durante la Grande Guerra l’attività della SAT cessò, molti soci furono internati a Katzenau, altri furono assegnati alle compagnie di disciplina ed altri ancora varcarono il confine per arruolarsi nell’esercito italiano. Alla fine del conflitto, riunito il Trentino all’Italia la riorganizzazione avvenne in tempi rapidissimi ed in pochi mesi il sodalizio poteva contare su oltre 2.000 soci. L’entusiasmo era alle stelle, le istanze irredentiste che avevano caratterizzato la Società degli Alpinisti Tridentini fin dalla sua nascita, avevano trovato definizione nell’esito della guerra: il Trentino era italiano.

La prima riunione di direzione si tenne l’11 febbraio 1919 ed il 30 maggio l’assemblea generale, sotto la presidenza di Guido Larcher approvò il nuovo vessillo sociale con all’interno lo stemma sabaudo. Nel giugno la prima escursione dei soci è sulla vetta d’Italia. Il primo congresso sociale del dopoguerra si tenne il 12 settembre 2019 a Trento e nell’ottobre la Direzione incaricò il presidente Larcher e il vicepresidente Giovanni Pedrotti di avviare le trattative per la richiesta di diventare una sezione del CAI, pur mantenendo il proprio nome e una certa autonomia. Il 21 dicembre 1919 l’Assemblea dei Delegati del CAI, riunita a Torino vota all’unanimità l’ingresso della SAT come sezione del CAI.

A seguire furono gli anni della grande ricostruzione dei rifugi distrutti dal conflitto mondiale e molti soci non si sottrassero all’impegno di garantire personalmente a suon di gravosissime cambiali i fondi che la Banca Cooperativa di Trento mise a disposizione per la ricostruzione e riadattamento dei 21 rifugi (all’inizio della guerra) allora di proprietà dei soci.

L’eredità di quegli anni

Oggi possiamo affermare senza tema di smentita che quelle furono azioni e motivazioni così forti e incisive che permisero alla SAT una crescita in termini di adesioni e consolidamento senza battute d’arresto fino ai giorni nostri. Un credo assoluto e convinto nella socialità, nella mutualità, nella impellenza di riorganizzare e ridare forza e dignità a popolazioni di montagna annientate dall’immenso dramma di un territorio di confine trasformato in un imponente teatro di guerra.

La SAT non ha dunque avuto soltanto  un ruolo “politico”(per quanto mascherato da club alpinistico) che segnò il primo impulso alla costituzione del sodalizio nel 1872,:la vera azione di consolidamento fu proprio nel dopoguerra, quando i soci si impegnarono: a sostenere le attività turistiche sull’alpe trentina, a ricostruire “Il corpo di Guide e portatori alpini”(1923), a  riaprire i sentieri, a collegare i rifugi con una linea telefonica, a dare vita alla coralità alpina nel 1926, oltre che alla prosecuzione nell’opera di studio intrapresa già nei primi anni di attività, nel  1928 nasce infatti il Comitato Scientifico.

La storia della SAT è la storia del Trentino, che in quegli anni fu anche la storia d’Italia e del CAI, per questo va ricordata e ripercorsa con uno sguardo al passato ed uno al futuro, in piena aderenza con gli scopi statutari di entrambi i sodalizi.

Un convegno sui 100 anni dall’ingresso della SAT nel CAI, Sabato 30 Novembre.

Un centenario che per le implicazioni storiche e storico-politiche intrinseche, merita un viaggio a ritroso nella memoria. L’Italia, il Trentino l’alpinismo, la montagna, come sono cambiati e come si sono evoluti dal quel lontano 1919?

I relatori:  Alessandro Pastore, Michael Wedekind, Franco de Battaglia, Stefano Morosini,  oltre al direttore della SAT Claudio Ambrosi, al bibliotecario della SAT Riccardo Decarli, e   ad  Alessandra Ravelli (Biblioteca Nazionale del CAI), affronteranno le diverse vicende e i temi che hanno caratterizzato i club alpinistici, le loro azioni e relazioni durante  il “secolo breve”: dalla politica, all’amor di patria, alla aspra contesa dei rifugi alpini, all’alpinismo austro-tedesco dopo la Grande Guerra, fino alla nascita del Film Festival a Trento e alle testimonianze bibliografiche nelle Biblioteche del CAI e della SAT.

Convegno “Il Trentino, il CAI e la SAT” ,
Sabato 30 Novembra ore 8.30
Sezione SAT arcense  -via S. Anna, 42 –Arco (Tn)

 

    Redazione
 (29/11/2019)

 

 

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