Segni di un popolo felice, mi abbatto

Segni di un popolo felice, mi abbatto Daniele Ronco. “Mi abbatto e sono felice”. Sempre più spesso si sente parlare di disagio, crisi, scarsa produttività, povertà, inquinamento, surriscaldamento. Ma l’amore non costa, non crea Pil, non inquina.
Redazione

 

Segni di un popolo felice, mi abbattoMi abbatto e sono felice, lo spettacolo eco-sostenibile alimentato dalle pedalate del protagonista, va in scena al Teatro di Pergine mercoledì 31 maggio ore 20.45 all’interno del Festival dell’ambiente.
«L’idea di mettere in scena uno spettacolo eco-sostenibile nasce dalla riflessione che mi ha accompagnato nei mesi successivi alla morte di mio nonno, una persona che mi ha insegnato tanto e che stimo infinitamente per la condotta di vita esemplare perseguita durante i 91 anni trascorsi su questo pianeta. “Mi abbatto e sono felice” è un monologo a impatto ambientale “0”, autoironico, dissacrante, che vuole lanciare una provocazione importante: vuole far riflettere su come si possa essere felici abbattendo l’impatto che ognuno di noi ha nei confronti del pianeta sul quale abitiamo. “Mi abbatto e sono felice” non utilizza energia elettrica in maniera tradizionale. Si autoalimenta grazie allo sforzo fisico prodotto da me in scena. Non sono presenti altri elementi scenici, i costumi sono essenziali e recuperati dal guardaroba di nonno Michele. Le musiche sono live».

Sempre più spesso si sente parlare di disagio, crisi, scarsa produttività, povertà, inquinamento, surriscaldamento globale, etc.. Ma come, nell’era del benessere ci sono tutti questi problemi?! Sembra che la felicità dell’uomo occidentale sia direttamente proporzionale a quanto produce e quanto consuma: producendo si ottiene denaro e più denaro si possiede, più si consuma e ci si sente felici. Siamo certi di questa affermazione?  Molti di noi avrebbero la risposta pronta, ma a parole siamo bravi tutti. Sono i fatti quelli che contano. Pensiamo per un attimo alla tensione che scorre all’ora di punta nei centri delle città, quando basta un clacson per far scoppiare una rissa. Pensiamo all’invidia nei confronti di chi, sul posto di lavoro, ottiene un passaggio di livello, ai continui piagnistei delle persone davanti a uno spritz, ai milioni di finanziamenti suicidi per assicurarsi un’ automobile da 40.000 euro, alle farmacie prese d’ assalto da una popolazione malata e acciaccata.

Vi sembrano segni di un popolo felice? La risposta pare piuttosto scontata. Eppure i capi dei governi invitano a consumare di più, a produrre di più, con un’ inevitabile incremento della frustrazione umana. Le lotte di potere sono all’ordine del giorno e a qualsiasi livello.

Dall’altra parte gli stessi capi dei governi parlano dei problemi di inquinamento, rifiuti tossici, surriscaldamento globale,… Anche qui si riscontra un paradosso non indifferente. Si spinge a produrre e a consumare di più e poi ci si lamenta di come il pianeta stia andando a rotoli? Siamo la specie più invasiva della Terra, accecata da un materialismo dilagante. L’ipocrisia è all’ordine del giorno. In tutto questo, l’unica ancora di salvezza è l’Amore. L’unica variabile impazzita, l’unica variabile a sfuggire alle leggi della fisica e della chimica. L’amore per se stessi, per le altre creature e per il pianeta che ci ospita potrà salvarci da un declino altrimenti inarrestabile.

L’amore non costa, non crea Pil, non inquina, è scomodo perché fa ammalare di meno, perché sfugge alle statistiche, perché non è tassabile, almeno per ora.

 “Mi abbatto e sono felice” non utilizza energia elettrica in maniera tradizionale. Si autoalimenta grazie allo sforzo prodotto dall’attore in scena, che pedalando per un’ora intera su una bicicletta recuperata in discarica, fa girare una dinamo collegata ad un faro, che si illumina a seconda dell’intensità della pedalata. Non sono presenti altri elementi scenici, i costumi sono essenziali e recuperati al mercatino dell’usato. Le musiche sono live. E’ lo stesso attore ad accompagnare il pubblico in alcune esperienze sensoriali, suonando uno strumento a percussione in legno, realizzato a mano da un artigiano africano. Lo spettacolo si presta a stimolanti sinergie con enti che si occupano delle questioni legate alla salvaguardia dell’ ambiente, all’eco-sostenibilità, alla decrescita felice. L’intenzione è quella di sensibilizzare trasversalmente la cittadinanza, attraendo anche un pubblico solitamente non avvezzo al teatro.

La compagnia
L’Associazione Culturale Mulino ad Arte è una compagnia teatrale under 35 che opera sul territorio nazionale dal 2009. Il cast è composto da artisti provenienti da scuole di alta formazione professionale: Daniele Ronco e Jacopo Trebbi sono diplomati alla Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone”, Costanza Maria Frola è diplomata presso Teatranza Artedrama di Moncalieri. Mulino ad Arte ha il sostegno della Fondazione Live Piemonte dal Vivo, ente strumentale della Regione Piemonte, che opera sul territorio al fine di promuovere l’attività teatrale mediante la creazione e la distribuzione di spettacoli nazionali ed internazionali. Grazie alla collaborazione tra la Fondazione e i Comuni torinesi di Orbassano e Cumiana, Mulino ad Arte cura la direzione artistica delle stagioni “Live Show” presso i rispettivi teatri comunali. Si segnalano tra le collaborazioni: Comuni di Torino, Orbassano, Pinerolo, Cumiana, None, Osasco; Regione Piemonte, Tedacà, Progetto U.R.T./Compagnia Jurij Ferrini, Assemblea Teatro, Teatro Duse Bologna, Teatro Comunale di Pergine Valsugana, Torino Spettacoli, SuperTennis TV, Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone”, Teatro Duse Bologna, e Fondazione Live Piemonte dal Vivo. Dall’edizione 2016, Mulino ad Arte è tra gli organizzatori del Torino Fringe Festival.

 

All’interno del Festival dell’ambiente
Mi abbatto e sono felice
Mercoledì 31 maggio 2017 – ore 20.45 – Teatro comunale di Pergine
liberamente ispirato a “La decrescita felice”
di Maurizio Pallante di e con Daniele Ronco, regia Marco Cavicchioli
elementi di scena Piero Ronco, Federico Merula, Lorenzo Rota
teatro di narrazione, 60 minuti  – http://www.teatrodipergine.it/

 

    Redazione
 (27/05/2017)

 

 

 

 

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