Trento circonvallazione ferroviaria

Trento circonvallazione ferroviaria. I tecnici dell’organizzazione: serve una pausa di riflessione per valutare il Piano B . La Rete dei Cittadini ha presentato ai capigruppo il progetto alternativo di bypass ferroviario. La questione della bonifica dei terreni ex Sloi. No al ricatto del Pnrr.
di Antonio Girardi 

​​Trento circonvallazione ferroviariaTrento circonvallazione ferroviaria. Serve una pausa di riflessione prima di portare avanti un progetto di circonvallazione ferroviaria che potrebbe danneggiare irreparabilmente il territorio della valle dell’Adige fra Trento nord a Rovereto e la sua vivibilità: è ciò che chiede con forza a Rfi la Rete dei Cittadini i cui tecnici hanno illustrato oggi in Regione, ai capigruppo del Consiglio provinciale, la soluzione alternativa da loro individuata per spostare il tracciato in Destra Adige.

Per la Rete dei Cittadini, che il 3 dicembre aveva chiesto quest’incontro calendarizzato dal presidente dell’assemblea legislativa Kaswalder insieme ai capigruppo nella prima data utile dopo gli impegni consiliari legati alla finanziaria, sono intervenuti l’ingegner Mario Perghem Gelmi, responsabile del team progetti, l’ing. Paolo Zadra, portavoce e coordinatore del team progetti, il dott. Emiliano Voltolini, esperto di mobilità e responsabile mobilità del team progetti, accompagnati da Martina Margoni, fondatrice della Rete.

Notevole l’apprezzamento espresso dai quattro capigruppo intervenuti, tutti di minoranza, che con Zanella e Ferrari hanno auspicato l’organizzazione subito dopo l’Epifania della conferenza di informazione dell’assemblea legislativa da loro proposta su questo tema, dove non potrà mancare Rfi. Sollecitati dai capigruppo, i tecnici della Rete dei Cittadini hanno denunciato e respinto il ricatto dei politici che sostengono che l’approfondimento e la valutazione del progetto alternativo, impegnerebbe troppo tempo e quindi la perdita del finanziamento con le risorse del Pnrr nel caso in cui l’opera non fosse realizzata entro il 2026. Va anche considerata la sentenza del Consiglio di Stato che subordina qualunque intervento sui terreni ex Sloi alla completa bonifica dell’area.

Zadra: va sviluppato il progetto alternativo per confrontarlo con quello prescelto

Premesso che la Rete dei Cittadini è assolutamente favorevole alla realizzazione di una circonvallazione ferroviaria, Zadra ha ricapitolato la breve ma già intensissima storia di questa organizzazione che ha preso le mosse in settembre tenuto conto dei circa 40.000 abitanti di Trento le cui case si trovano a ridosso del tracciato scelto da Rfi. Nel giro di pochi mesi la Rete dei Cittadini è riuscita a delineare un progetto alternativo che eviterebbe il pesante impatto sia sulle zone residenziali del capoluogo e dei centri abitati della valle dell’Adige fino a Rovereto, sia sulle falde che alimentano gli acquedotti. Progetto alternativo per il quale il Consiglio comunale di Trento aveva recentemente votato all’unanimità la necessità di una valutazione e per il quale la Rete dei Cittadini durante il Dibattito Pubblico aveva chiesto a RFI uno sviluppo, in modo tale da renderlo confrontabile con quello in Sinistra Adige. La risposta di Rfi è stata un diniego. Per questo ora la Rete dei Cittadini sta raccogliendo dei preventivi per poter affidare lo sviluppo del progetto a soggetti terzi qualificati.

Voltolini: un tracciato di questa portata non dovrebbe interferire con i centri abitati

Voltolini ha poi inquadrato l’opera nell’ambito del corridoio ferroviario del Brennero scandinavo-mediterraneo, il più lungo mai progettato in Europa per il trasporto delle merci, mettendo a fuoco in particolare il tassello che riguarda l’attraversamento delle Alpi con la tratta Fortezza-Verona che interessa anche il Trentino. Progetto che prevede una serie di lotti funzionali di accesso tra i quali anche il lotto 3 di Trento e Rovereto. Voltolini ha ricordato l’originario progetto di Rfi del 2003 che prevedeva il tracciato in Destra Adige, poi scartato per criticità idrogeologiche che, però, secondo uno studio successivamente commissionato dalla Provincia nel 2009 dimostrava inferiori a quelle causate da una circonvallazione ferroviaria collocata sul lato est della città. Altri tratte progettuale analoghe evitano di transitare sotto le città, come nel caso di Innsbruck e Bolzano. Un tracciato di questa portata – ha sottolineato Voltolini – dovrebbe interferire il meno possibile con centri abitati e minimizzare sia i problemi idrogeologici che la sottrazione di terreni agricoli di pregio nelle valli. Il progetto in Destra Adige presenta una lunga serie di vantaggi oggettivi che la Rete dei Cittadini evidenzia rispetto a quello individuato da Rfi.

Perghem Gelmi: prendersi del tempo non inficerebbe la fattibilità dell’opera

Ad illustrare nel dettaglio la proposta alternativa della Rete dei Cittadini è stato l’ingegner Mario Perghem Gelmi, che ha evidenziato i rischi idrogeologici e soprattutto per le abitazioni nell’area di Roncafort implicati dal progetto di RFI. E ciò considerando l’attraversamento sotterraneo soprattutto di treni merci che non si fermerebbero all’Interporto e che a partire dTrento nord potrebbero viaggiare a 160 km all’ora. Non è difficile immaginare l’impatto che il frequente transito di questi convogli avrebbe sulle case e sulla qualità della vita dei residenti in termini di rumore e vibrazioni con relativi danni agli edifici.

Per questo, ha spiegato Perghem Gelmi, la proposta della Rete dei Cittadini è di togliere completamente la ferrovia dalla città spostandola in Destra Adige. Anche tenuto conto che a est vi sono partite ancora aperte con i residenti per la galleria di Martignano.

L’ingegnere ha segnalato che l’attraversamento di Trento prefigurato da Rfi determinerebbe a cascata analoghi problemi anche nella Valle dell’Adige a sud del capoluogo fino a Rovereto. Problemi che si aggiungerebbero all’enorme impatto sul territorio che avranno i cantieri, qualunque sarà il tracciato. Il tecnico ha aggiunto che i geologi interpellati dalla Rete dei Cittadini per appurare gli eventuali problemi idrogeologici che causerebbe il percorso in Destra Adige, hanno accertato che sarebbero interessate solo alcune sorgenti d’acqua con una portata d’acqua minima (di 2-3 litri al secondo): nulla a che vedere con gli enormi rischi che presenterebbe invece l’attuale soluzione a est.

La Rete dei Cittadini ha prospettato sue possibili tracciati della galleria in Destra Adige: uno più profondo, interno alla montagna, l’altro più vicino alla valle. Tracciati che permetterebbe di trasferire su rotaia i materiali di scavo, evitando di trasportare su gomma fino a Verona con mezzi pesanti inquinanti lungo la statale del Brennero e l’autostrada, un milione e 800 mila metri cubi di detriti. Inoltre la proposta della Rete dei Cittadini, a differenza del progetto di Rfi, non avrebbe nessun impatto sulla zona a sud di Trento.

Infine i tempi. Perghem Gelmi ha messo in discussione la possibilità di realizzare l’opera entro il 2026 come sostiene Rfi per intercettare il finanziamento della circonvallazione con i 930 milioni di euro del Pnrr. “Questo vorrebbe dire aprire i cantieri nel gennaio-febbraio del 2023 condizionando il territorio provinciale per almeno un secolo”. Ecco perché la Rete dei Cittadini chiede con forza a Rfi di prendersi una pausa riflessione supplementare, che – assicura Perghem Gelmi – non inficerebbe affatto la realizzabilità dell’opera”.

Gli Interventi Dei Capigruppo E Le Risposte Dei Tecnici.

Zanella: occorre una pausa valutare il progetto nel suo complesso

Paolo Zanella (Futura) ha ricordato la conferenza di informazione chiesta su questo tema dalle minoranze e da svolgere al più presto. Anche per Zanella un supplemento di riflessione è quanto mai opportuno soprattutto per valutare il progetto nel suo complesso. Alle domande di Zanella i tecnici della Rete hanno risposto che la stazione provvisoria anche nel loro progetto sarebbe prevista all’Interporto da collegare con autobus alla città. E che tra Aldeno e Romagnano andranno costruite “gallerie di sicurezza”, perché ciò è necessario ogni volta che i tunnel superano i 10-12 km.

Coppola: Comune di Trento e Provincia sono rimasti per troppo tempo in silenzio

Lucia Coppola (Misto-Europa Verde) ha apprezzato il fatto che il progetto alternativo presentato non riguarda segmenti di tracciato ma considera l’intero territorio interessato dall’opera. Quanto al Comune di Trento e la Provincia, le due istituzioni hanno sottovalutato fin dal 2003 la portata del progetto. Mentre i Comuni della Destra Adige hanno alzano barricate per difendere il territorio, l’amministrazione di Trento è stata molto silente in tutti questi anni. “Oggi ci troviamo così in una situazione paradossale e da incubo – ha lamentato – che ci è arrivata addosso all’improvviso. Al punto che anche il processo partecipativo sta coinvolgendo solo pochi cittadini. Ecc perché a suo avviso “per la Provincia questo è il momento di dire la sua, perché anche la Giunta di piazza Dante fin’ora è stata sempre zitta”. Giusta, quindi, per la consigliera la pausa di riflessione chiesta dalla Rete dei Cittadini per evitare che esploda una durissima protesta da parte di tutti i residenti interessati. Pausa che permetterebbe di arrivare alla soluzione migliore possibile.

Degasperi: il rischio è che i soli atti ispettivi dei consiglieri provinciali servano a poco

Filippo Degasperi (Onda Civica) ha ricordato di aver sottoposto all’aula alcune criticità nella scorsa legislatura sul tunnel del Brennero e i cantieri di parte austriaca, osservazioni cadute nel vuoto e senza alcun coinvolgimento della Provincia. Oggi alcune di queste criticità emergono dalle osservazioni della Rete dei Cittadini di Trento. A questo punto per Degasperi il ruolo di protagonista è stato assunto dalla Giunta comunale. Chi decide sono sul piano locale Comune e Provincia e sul piano nazionale il governo e RFI. Il consigliere ha chiesto quali riscontri abbiano avuto le proposte della Rete dei Cittadini anche per quanto riguarda la pausa di riflessione proposta. “Perché – ha concluso – senza riscontri gli atti ispettivi e le richieste di informazione dei consiglieri provinciali sono insufficienti”.

Il portavoce Paolo Zadra ha risposto ricordando che le sollecitazioni rivolte dalla Rete dei Cittadini a Rfi per approfondire e sviluppare, prendendosi tre mesi di tempo, la proposta di tracciato alternativa e rendere così confrontabili i due progetti, sono state respinte. Il no di Rfi è stato motivato dall’impossibilità di perdere tempo. Ma il punto, ha osservato Zadra, è che se poi una volta aperti i cantieri dovesse emergere qualche ostacolo importante, “è che solo noi avremo presentato un Piano B, una proposta alternativa credibile, l’unica che permetterebbe a Rfi di non perdere altri anni per trovare una soluzione. Fondamentale, per Zadra, sarà comunque la conferenza dei servizi conclusiva “alla quale si dovrà presentare la Provincia e dovremo partecipare anche noi: in quella sede si dovrà prendere la decisione definitiva”. E dovranno spiegare anche perché perché il progetto in Destra Adige sarebbe irricevibile.

Ferrari sull’area ex Sloi: le norme del Pnrr superano la sentenza del Consiglio di Stato?

Sara Ferrari (Pd) ha osservato che vi era bisogno di questo incontro per non basarsi solo sulle informazioni della stampa. Non è prevista in tutta questa procedura di partecipazione il coinvolgimento del Consiglio provinciale. Per questo le minoranze avevano chiesto una seduta straordinaria del Consiglio e i capigruppo avevano optato per una conferenza di informazione in cui poter approfondire e valutare i timori emersi dalla Rete dei cittadini. La speranza – ha continuato Ferrari – è che nella conferenza di informazione del Consiglio, da convocare al più presto, meglio se subito dopo l’Epifania perché non avrebbe senso attendere ancora, la Giunta si faccia carico di queste preoccupazioni perché solo così l’assemblea legislativa dimostrerà di aver avuto un ruolo. Perché mai neanche in passato il tema circonvallazione ferroviaria era stato affrontato dal Consiglio provinciale. Il protocollo sottoscritto nel 2018 tra Provincia e Comune di Trento aveva dato solo un’indicazione politica sull’attraversamento ferroviario del territorio lungo la sinistra orografica di Trento. Sarebbe questa l’occasione per sentire anche la voce di Rfi. Due le questioni poste da Ferrari. La prima riguarda la sentenza con cui il Consiglio di Stato ha stabilito che i terreni dell’area ex Sloi a nord di Trento, interessati dai futuri lavori per il tracciato ferroviario, non si potranno toccare finché non saranno stati completamente bonificati. La domanda è: sarà così o le norme del Prnn superano anche questo ostacolo? Seconda domanda: la tempistica. RFI ha respinto il progetto alternativo perché per approfondirlo servirebbe altro tempo e si perderebbero così le risorse messe a disposizione di quest’opera dal Pnrr. ​

No al ricatto: anche se si andasse oltre la scadenza del 2026, l’Europa finanzierà l’opera

Zadra ha risposto che le regole legate al Pnrr non possono scavalcare la sentenza con cui il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune di Trento sul tema dell’inquinamento di questi terreni, perché in gioco vi è la salute dei cittadini. Si dovrà decidere se la salute dei cittadini conta di più o di meno rispetto alla realizzazione del progetto di circonvallazione ferroviaria. Inoltre il risanamento completo di quest’area costerebbe centinaia di milioni di euro. E anche gli interventi parziali per lotti chiesti dai proprietari sono stati esclusi dal Consiglio di Stato. Zadra e Perghem Gelmi si sono infine detti certi che anche sforando la scadenza del 2026 per la realizzazione di quest’opera, i soldi del Prnn non si perderanno perdono. Inoltre gli stop ai lavori che probabilmente i cantieri incontrerebbero se aprissero a inizio 2023, allungheranno inevitabilmente i tempi. Ma non per questo l’Europa rinuncerebbe a finanziare un’opera tanto importante per l’intero corridoio ferroviario dalla Scandinavia a Malta. Anche se i 930 milioni di euro previsti tre anni fa dovessero risultare insufficienti. Secondo i tecnici “vedrete che l’Europa i soldi ce li metterà per completare l’opera. “Sostenere il contrario è una balla colossale – hanno aggiunto – anzi, è un bruttissimo ricatto una parte della politica ha messo davanti ai cittadini e che purtroppo anche l’amministrazione comunale di Trento cavalca”. Infine una considerazione sulla pausa di riflessione proposta a Rfi: “altro che 3-4 anni: i cantieri per quest’opera non dureranno meno di 8-10 anni”.​ (https://www.consiglio.provincia.tn.it/  )

 

 di Antonio Girardi
  (21/12/2021)

 

 

 

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