Andreace artista al Giubileo riceve il Michelangelo International Prize. Nelle opere di “La mia Apocalisse” con la sua fecondità operativa, Andreace rende visibile la precarietà del presente causata dal cinismo dell’uomo.
Redazione
A Nicola Andreace, segnalato per i suoi meriti artistici dai critici Francesco e Salvatore Russo, viene attribuito il Premio International Prize – Artista al Giubileo, consistente in una scultura, riproducente il Mosè, eseguita da Michelangelo 500 anni fa nel 1515. La cerimonia si è svolta il 10 dicembre, in concomitanza con i giorni di apertura del Giubileo 2015 nelle prestigiose sale del Palazzo del Cardinal Cesi in Roma, situato su via della Conciliazione 51, dove si allarga su Piazza San Pietro.
L’immagine dell’opera Apocalisse 2 – 2011- Ricerca, T.M., inviata per l’occasione, è stata pubblicata sulla Rivista “Effetto Arte diretta da Paolo Levi, nel numero novembre-dicembre. La composizione fa parte del ciclo “La mia Apocalisse”, realizzata dopo aver illustrato con immagini su cartoncino il testo di Monsignor Ennio Innocenti di Roma dal titolo “Il senso teologico della storia. Breve commento sull’Apocalisse di San Giovanni”.
Poiché la conoscenza dei segni delle previsioni bibliche lo indusse a compararli con i drammatici eventi a lui contemporanei (cicloni, inondazioni, incendi, terremoti, rivolte civili, eccidi bellici, esodi, attentati, ecc.), Andreace ideò oltre venti opere pittoriche, in cui assemblò nuove immagini con disegni e bozzetti di suoi lavori precedenti, determinando livelli di lettura con significazioni ulteriori apparentemente nuovi, ma sempre basati sul rapporto Uomo-società.
Nelle opere di “La mia Apocalisse” con la sua fecondità operativa, Andreace rende visibile la precarietà del presente causata dal cinismo dell’uomo, ma insieme ci comunica, con un messaggio di dedizione trascendentale e mistica, una riflessione artistica e intellettuale sul senso profondo della religiosità. Per Andreace l’Arte visiva e verbale con la sua forza propulsiva, investita dalla Fede, può indurre l’uomo a riflettere e a cambiare rotta in modo da riacquistare e conferire ai più deboli dignità, coraggio e la speranza di vivere in un nuovo mondo dominato dallo spirito di condivisione, solidarietà, collaborazione, corresponsabilità, partecipazione e di sentire nella nostra società multietnica l’esigenza della tolleranza . In tal modo “la gloria di Dio illuminerà di luce il mondo, annullando le tenebre della notte.”
Nell’opera Apocalisse 2 Andreace impiega un’interessante costruzione grafica, per ricordare la rivelazione ultima dell’Angelo a San Giovanni , cioè la speranza della salvezza e per trasmetterci il suo convincimento che “Dio misericordioso assolverà dall’alto l’uomo orante, pentito di essersi fatto coinvolgere dal male (simboleggiato dal rapace), ma pronto a scrivere una nuova storia che esalti e ritenga essenziale il rispetto di sé, degli altri, della donna, delle memorie, della Natura” “Nicola,- commenta Eugenio Nastasi, pittore, poeta, critico- rimane vivo e incisivo …con opere di indiscusso valore artistico e sociale. Continua a meravigliare la forza e la calma con cui amministrava le sue doti che erano sempre in progress, pur utilizzando un registro di colori e di segni debitamente assimilati.
In Nicola è sempre presente l’umanità del sentire e tradurre il messaggio, mai banale od oleografico, usando tonalità calde, tipicamente meridionali, sicché il discorso degli accostamenti si traduce in una trasmissione di situazione relazionale che rende le sue opere fruibili immediatamente” ed , aggiungiamo noi, attuali per contenuto.
Immagine: Nicola Andreace: Apocalisse 2, 2011, ricerca, T.M. su tela, cm.50×70
Redazione
(11/12/2015)
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