Antonini, incanta e sorprende con Il Giardino Armonico

Dalla musica barocca una sorprendente bellezza sonora che incanta il pubblico e strappa scroscianti applausi al Festival della Musica Antica di Innsbruck con il Giardino Armonico.

di Michele Luongo 

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Innsbruck, Palazzo Imperiale, il Giardino Armonico

Festival della Musica Antica di Innsbruck, nella Sala dei Giganti del Palazzo Reale di Massimiliano e Maria Teresa d’Austria, già famosa per le sfarzose feste nonché per gli importanti incontri di diplomazia internazionale, sabato scorso la bella musica non poteva incontrare migliore scenografia per il concerto dell’orchestra da camera Il Giardino Armonico.

Il Giardino Armonico, orchestra da camera, ideata e fondata dal flautista e direttore Giovanni Antonini, è una delle belle espressioni di musica barocca in Europa. Per il concerto al Festival di Musica Antica di Innsbruck, l’Ensemble è composto da Giulia Genini (Flauto),  Andrea Inghisciano ( Cornetto ), Gawain Glenton ( Cornetto e Flauto ), Alberto Guerra ( Fagotto ), Joost Swinkels (Trombone), Stefano Barneschi, (Viola, Violino), Liliana Mosca (Viola – Violino ),
Paolo Bechi  ( Violoncello ),  Giancarlo De Frenza  ( Violone ), Riccardo Doni (Organo e Clavicembalo), Margret Koll ( Arpa barocca ).

Sin dalle prime note il concerto ci trasporta in un magico sogno: balli delle festose corti, ma essendo nelle sale imperiali, il sogno è pura realtà e gli orchestrali ci trasmettono il piacere della musica, ora con la dolcezza del flauto ora con l’arco del violino.
Momenti sorprendenti con il duetto tromba e flauto nella “Sonata 12” di Dario Castello, ed un susseguirsi di ritmo con Giorgio Mainero “Schiarazula marazula”, una melodia che invita a danzare, e con il capriccio “La Gamba” di Vincenzo Ruffo, l’Ensemble strappa lunghi e intensi applausi.

Molto bravo il violinista Stefano Barneschi per abilità e  tecnica. Momenti di puro incanto è il regalo di Giovanni Antonini con il suo flauto nella “Fantasia & Echo” di Jacob Van Eyck, stile, passione, rigore, una magia sonora, “un due voci”, un’estensione del flauto che lascia estasiati, e si va incontro alla “Sonata VII, stravagante, sull’Ave Maris Stella” di Giovan Pietro Del Buono per gli intensi e scroscianti applausi ai quali non si può negare il bis, ed ancora applausi, il pubblico è visibilmente soddisfatto.

Merito a Giovanni Antonini che con il Giardino Armonico, gira per l’Europa a fare conoscere e riscoprire la musica barocca, proponendo autori noti e meno noti, ma soprattutto fare apprezzare una bellezza musicale, da sorprendenti virtuosismi, che forse troppo presto si è chiuso in qualche scrigno.  ( www.altemusik.at

 

di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
                  (18/08/2016)

 

 

 

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