Verbier Festival bravura e poesia

Verbier Festival bravura e poesia. La Verbier Festival Orchestra, Esa Pekka Salonen che accarezza, modula, e l’incantevole voce del mezzo soprano Joyce Didonato, inaugurano il Verbier Festival. 

di Michele Luongo 

Verbier Festival bravura e poesia
La Verbier Festival Orchestra, e il mezzo soprano Joyce Didonato

Verbier Festival bravura e poesia. Alzi lo sguardo e vedi la maestosità del Monte Bianco, intorno ai prati verdi e ruscelli che scrosciano, uccellini che danzano con i fiori, dove se non qui la grande musica, siamo al Verbier Festival per il concerto dell’inaugurazione della 22° edizione, venerdì 17 luglio alla Salle des Combins con la Verbier Festival Orchestra, dirige Esa Pekka Salonen, e il mezzo soprano Joyce Didonato.

Il Verbier Festival non è un semplice festival, è una Accademy, che individua, seleziona, in tutto il mondo, i giovani talenti che partecipano all’attività del festival dal 17 luglio al 2 agosto con concerti e masterclass. E’ un’attività che è svolta per tutta l’estate con il Verbier Festival Music Camp, la Verbier Festival Academy, la Verbier Festival Orchestra e la Verbier Festival Chamber Orchestra, corsi di perfezionamento con grandi artisti-maestri di fama mondiale, un’occasione unica per tanti giovani musicisti che vedranno aprirsi una carriera di successo. Poi, nei giorni del festival la cittadina alpina ha una melodia unica, sui monti, nei bar, nelle piazze è un susseguirsi d’incontri musicali e grandi concerti alla Salle Des Combins e al Èglise.

La Salle Des Combins è piena, tutto è pronto, si spengono le luci, s’inizia con Richard Strauss, Till Eulenspiegels lustige Streiche, op.28, un poema sinfonico che racconta gli scherzi e le avventure di un personaggio di fantasia. La Verbier Festival Orchestra entra subito in sintonia con la direzione di Salonen, il corno e il clarinetto cadenzano la melodia, una bella comunicazione orchestrale.
Si procede con l’opera Les nuits d’été, op. 7, di Hectir Berlioz, con il Mezzo Soprano  Joyce Didonato. Sei melodie per voce e orchestra: Villanelle, Le spectre de la rose, Sur les lagunes, Absence,  Au cimetière, Clair de lune, L’île inconnue.

L’incantevole voce della Didonato, sale subito sul podio con l’amabile Villanelle, le stagioni, l’amore, la natura, diventano liriche di raffinata armonia come con la ode Absence, magnifica interpretazione della solitudine della lontananza da chi si ama, ed è poesia con “Sulle ali della musica” del Au cimetière, Clair de lune, e il finale con L’île inconnue ( Sconosciuta isola), un Allegro spiritoso, dove l’amore, la felicità, diventano ipotetici, irreali. La Didonato nell’eseguire Les Nuits d’été ne esalta la delicata bellezza poetica, con verso armonioso, sensibile, naturali i lunghi applausi.

La seconda parte del concerto è con La Symphonie N°3, in mi bemolle maggiore, Op.97 “Renana” di Robert Schumann. Quest’opera è un omaggio alla città di Dusseldorf dove, il maestro è stato nominato capo di concerti sinfonici della città e sottolinea un fecondo periodo professionale. Cinque movimenti: Lebhaft, Scherzo. Sehr massig, Nicht schnell, Feierlich, Lebhaft. Il primo movimento un’ampia melodia che incontra felicemente la Verbier Festival Orchestra e nel secondo movimento l’orchestra eccellente per scioltezza e precisione. Nel terzo movimento Nicht schnell, Esa Pekka Salonen, senza bacchetta, ha un continuo dialogo con ogni strumento, ogni musicista, le sue mani volteggiano, abbracciano, accarezzano modulano ogni nota fino a raggiungere una massima interpretazione orchestrale che riscuote ben sei minuti di lunghi ed intensi applausi, richiamandolo più volte sul palco.

Una splendida serata, tre contraddistinte esecuzioni un unico concerto, e questo è solo il preludio della grande musica del Verbier Festival.

 

di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
                  (24/07/2015)

 

 

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