Biogas, energie rinnovabili, Fieragricola fa tappa a Savigliano. Nel 2030 Dall’agricoltura 8 Miliardi di Metri cubi di Biometano. Gli agricoltori potranno essere i partner privilegiati.
Redazione
Lo ha detto Christian Curlisi, direttore del Consorzio Italiano Biogas (CIB), intervenendo sabato alla prima tappa del roadshow 2017 di Fieragricola di Verona, che si è tenuta alla Fiera della meccanizzazione agricola di Savigliano (Cuneo), nel corso della quale la rassegna internazionale di Veronafiere – in programma dal 31 gennaio al 3 febbraio 2018 – si è presentata con una preview sui principali focus espositivi: meccanizzazione, zootecnia, energie rinnovabili, multifunzione, agrofarmaci e fertilizzanti, mangimistica.
«Siamo la prima fiera dell’agricoltura in Italia in grado di garantire un’offerta trasversale in tutti i segmenti dell’agricoltura – ha spiegato Luciano Rizzi, Area manager Agriexpo & Technology di Veronafiere – e puntiamo ad offrire servizi e approfondimenti in grado di dare risposte innovative al sistema agricolo e zootecnico, alle prese con la sfida della sostenibilità e dei mercati globali».
Biogas, occupazione e prospettive. «I 4,5 miliardi di euro finora investiti nel settore del biogas hanno creato oltre 12mila posti di lavoro – ha proseguito il direttore del CIB, Curlisi – ma possono diventare molti di più e aprire nuove opportunità per l’agricoltura e la filiera delle energie rinnovabili».
In un futuro prossimo, infatti, gli agricoltori potranno essere i partner privilegiati nel progetto di una bioraffineria a biogas, nella quale si raggiungono diversi obiettivi: integrare le reti di energia elettrica e del gas; produrre fertilizzanti organici e rinnovabili, riducendo così l’impatto della chimica in campo; produrre biocarburante, biomateriali e chimica verde e ridurre le emissioni. «Non dimentichiamo che oggi l’agricoltura è responsabile del 12% delle emissioni di gas serra – ha ricordato Curlisi – e il biogas può essere uno strumento per aumentare il carbonio organico e i nutrienti nel suolo; ridurre il rischio di erosioni; incrementare il tenore organico e ridurre il compattamento del suolo».
Il tutto a patto che il processo di filiera segua i canoni di quello che il CIB ha battezzato «Biogasdoneright», il biogas fatto bene. Integrazione produttiva, buone pratiche agricole, sostenibilità ambientale e processi rivolti al sequestro di carbonio nel suolo sono tutti gli ingredienti che, secondo Curlisi, «sono necessari per combattere i cambiamenti climatici e rispondere in maniera concreta agli obiettivi definiti dagli accordi della Cop21 di Parigi».
Produrre di più e meglio non solo è possibile, ma è anche alla portata. Seguendo gli schemi definiti dal CIB, il cui modello è al centro di studi su scala internazionale per la validità delle soluzioni proposte per la filiera agricola, non vi sarebbe nemmeno sovrapposizione tra colture destinate all’alimentazione e quelle con finalità energetica, che possono coesistere nell’arco della campagna produttiva. È il caso delle combinazioni in campo fra grano e mais insilato oppure grano insilato e soia foraggera o, ancora, triticale e pomodoro. E proprio da Savigliano sono stati presentati casi di investimenti in agricoltura che hanno portato all’ampliamento della mandria e al recupero di terreni incolti, grazie alle potenzialità del digestato e del biogas.
La nuova frontiera delle rinnovabili, in materia, è il biometano, sia per l’utilizzo nella rete energetica sia come biocarburante per le trattrici agricole. Per questo è necessaria la pubblicazione del decreto di modifica del precedente decreto ministeriale del 5 dicembre 2013, attraverso il recepimento delle osservazioni sollevate in sede di consultazione pubblica. Allo stesso tempo, anche lo sviluppo del mercato dei biocarburanti e l’immissione diretta del biometano nella rete del gas darebbe un impulso al settore. Sostenendo così in maniera alternativa gli agricoltori italiani.
( http://www.veronafiere.it/ – www.fieragricola.it )
Redazione
(25/03/2017)
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