Burocrazia, strozzinaggio fiscale

Burocrazia, banche, fisco: la triade assassina. Intanto e notizie si rincorrono, tra scandali politici. Lo Stato italiano oggi  incassa 163 miliardi dall’Irpef, a partire da cinque aliquote di imposta (23, 27, 38, 41 e 43%).
Redazione

 

tasse-bilanciaFa rabbia pensare che qualcuno possa ridere della situazione degli imprenditori o operai, possa fregarsene dello strozzinaggio fiscale imposto dai governi, possa servirsi della propria poltrona per regalare appalti e risorse pubbliche alla finanza criminale e intavolare con loro affari di ogni tipo. Non sono mancate alla segreteria della Federcontribuenti chiamate di cittadini arrabbiati e stanchi e frustrati dalle notizie pietose che giungono non solo dalla Roma criminale.
”Se potessimo, – vuol far sapere Paccagnella -, cancelleremmo con pochi decreti questo vergognoso stato di ingiustizia civile, sociale, morale. I contribuenti hanno ragione, mentre a loro viene spolpata la poca carne rimasta c’è chi bivacca sulla loro disperazione. Come uomo mi viene da dire a chi ci chiama, ”fregatevene delle tasse, non pagate più niente, fate fallire questo Stato!”, come presidente della Federcontribuenti non me lo posso permettere, ma fino a quando?”.

Le notizie si rincorrono, tra scandali politici e i dati provenienti dal Centro Studi Anticrisi sulle PMI.

Ecco cosa dice Luca Silvestrone, direttore del Dipartimento che cura le problematiche dei piccoli imprenditori: ”un lavoratore dipendente con un reddito lordo di 30.000 euro verserà di sola Irpef 7.264 euro. L’Iva da partita di giro è diventata un costo insostenibile perché poco o niente detraibile. Occorre una proposta di radicale revisione dell’attuale regime fiscale di tassazione dei redditi personali e di impresa. Sarebbe interessante assoggettare i redditi a una sola aliquota, al posto dell’attuale sistema di tassazione progressiva che prevede quattro aliquote e una giungla di deduzioni e detrazioni, in questo modo si avrebbe il vantaggio di produrre una drastica semplificazione del sistema tributario e una notevole diminuzione della tassazione. La riemersione della base imponibile ha – o avrebbe – più che compensato la perdita di gettito causata dal calo delle aliquote”.

Lo Stato italiano oggi  incassa 163 miliardi dall’Irpef, a partire da cinque aliquote di imposta (23, 27, 38, 41 e 43%) e da un reddito imponibile dichiarato di 800 miliardi di euro. Oltre all’imposta sui redditi personali c’è anche quella sui redditi di impresa (Ires) che dà entrate per 40 miliardi a partire da aliquote di imposta del 27,50% per redditi societari dichiarati pari a 155 miliardi. Eppure i conti non tornano mai. ”Per le imprese viene tassato l’utile, cioè la differenza tra entrate (fatture emesse) ed uscite (spese sostenute). Per le persone fisiche – invece – si tassano le entrate (reddito), consentendo soltanto alcune deduzioni e detrazioni. In questo modo si attua una doppia imposizione: un’imposta sul reddito e poi una successiva sui consumi. Soltanto con l’aumento della deducibilità delle spese si può stabilire la reale “capacità contributiva” (art. 53 Cost.), cioè la base imponibile della tassazione.
Oggi l’acquisto del pane non è deducibile né detraibile, come se i contribuenti non dovessero mangiare. L’aumento della deducibilità è anche un’azione di contrasto all’evasione fiscale, poiché crea di fatto e automaticamente un conflitto di interessi tra fornitore e cliente.
L’utilizzo di una fiscal-card per gli acquisti semplificherebbe gli adempimenti e faciliterebbe i controlli fiscali. Gli imprenditori inoltre non possono detrarre i beni acquistati per svolgere il lavoro, come gli strumenti, le macchine e similari che, invece, vanno a pesare sulla tassazione fiscale.
A chi conviene quindi dichiarare il totale delle operazioni compiute?
La burocrazia sempre più spesso è l’arma della finanza criminale, gestita quasi fosse una corsia preferenziale per quei gruppi di potere sanguisuga. Parliamoci chiaramente, le banche poi sono parte integrante di questi gruppi e ne dispongono come e quando vogliono, anche per vendette o ripicche, scambiandosi reciproci favori.
 ”Non ci fidiamo più di niente e di nessuno, è tutto talmente inquinato da farci stare continuamente alla finestra con un fucile spianato: sentinelle a difendere i propri diritti e quelli dei nostri associati”. 
( vwww.federcontribuentinazionale.it )

  Redazione
(22/12/214)

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