L’Europa alza muri contro la peste suina. I militari e i cacciatori sono mobilitati per presidiare 300 ettari di territorio ed evitare le scorribande dei cinghiali selvatici.
di Stefania De Michele
Cinghiali, Europa corre ai ripari. Mattone dopo mattone, ma può essere anche filo spinato o rete metallica: si moltiplicano i muri alle frontiere e non solo per fermare i flussi migratori. È il caso della Danimarca, che ha iniziato ad allestire una barriera al confine con la Germania per arginare la peste suina africana e impedire l’accesso ai capi infetti.
“È in gioco la sicurezza di tutte le famiglie che vivono vicino all’industria di lavorazione della carne suina – dice Mogens Dall dell’associazione allevatori LandboSyd – si tratta anche di assicurare il reddito di un intero settore: 33.000 persone vivono dell’industria della carne suina qui”.
Una misura pensata per proteggere i 5000 allevamenti di suini danesi, che non piace alla Germania perché la considera inefficace. Un provvedimento tampone deliberato però anche da altri Paesi, come la Francia al confine con il Belgio.
Il governo francese ha infatti deciso di recintare una striscia di 30 km di lunghezza per un metro e 50 di altezza nel dipartimento della Mosa.
Il ministro francese dell’agricoltura ha ordinato la creazione di una zona cuscinetto bianca e la macellazione di circa 500 cinghiali in 3 settimane. I militari e i cacciatori sono mobilitati per presidiare 300 ettari di territorio ed evitare le scorribande dei cinghiali selvatici.
Negli ultimi 4 mesi, 9 paesi europei hanno segnalato casi di peste suina o di peste suina africana. Un’epidemia che ha avuto origine nell’Europa orientale, dove è riapparsa 5 anni fa.
In Polonia, 200.000 cinghiali vengono abbattuti per cercare di fermare la diffusione della patologia, che l’anno scorso è già costata a Varsavia 47 milioni di euro. ( https://it.euronews.com )
Redazione
(30/01/2019)
ViaCialdini è su www.facebook.com/viacialdini e su Twitter: @ViaCialdini
