Europa, una federazione, che non sia un sogno

Europa, una federazione di stati per un bellissimo sogno. Alla forzatura economica bisogna che la politica riprenda il suo ruolo, che metta dei punti fermi.  Popoli straordinari con una ricchezza di storia e di cultura unica, insieme per costruire il progetto Europa.
di Michele Luongo

 

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Europa che non sia solo un sogno

Europa, una parola bellissima, la pronunci e senti tutta la sua intensa profondità. Dobbiamo riscoprirla e rilanciarla con maggiore forza. Un popolo senza ideali, senza sogni, materializza la vita con arroganza e violenza che opprime ogni cultura; probabilmente anche da ciò hanno preso spunto i padri fondatori dell’Europa :Konrad Adenauer, Joseph Bech, Alcide De Gasperi, Jean Monnet, Robert Schuman, Paul-Henri Spaak, a Altiero Spinelli, poi, purtroppo, sono stati molto pochi gli uomini di una certa levatura politica che hanno saputo dare merito a quell’ideale degli Stati Uniti d’Europa.

Una politica di personalismi con troppa ignoranza in una corsa sfrenata dal “solo interesse economico”, ha smarrito il significato più importante dell’Idea Europa, smorzandone il sogno e spegnendo, lentamente, anche il futuro dei giovani, il peggiore male d’ogni società, d’ogni stato.

Il tutto è stato centrato sul fattore economia – mercato, dando molta poca importanza e valore all’enorme ricchezza storica culturale dei popoli. Cosa affatto di poco conto, proprio in quest’ultimi anni tra l’altro sta emergendo con sempre maggiore forza, non avendo contribuito in modo sufficiente né alla diffusione né ad alimentare l’idea – progetto degli Stati Uniti d’Europa, l’interesse della sovranità. Di fatto, il bellissimo accordo di Schengen, norme e disposizioni a favorire la libera circolazione dei cittadini europei e la moneta unica, nati più che altro per una forzatura economica, deficitaria dell’aspetto politico, proprio adesso con una persistente crisi e dagli scenari di migrazione di massa, sta evidenziando le maggiori falle.

La costruzione di muraglie e reticolati, e la riattivazione dei confini, in questo momento, è senz’altro un grande sconfitta per l’Unione Europea. Ma è anche la prova che questa politica è stata fallimentare, i flussi migratori non si improvvisano, vengono da molto lontano, e queste classi politiche sono state cieche ed ottuse.  A riguardo, ritengo che sia opportuno che ai confini dell’Europa, ci siano seri controlli d’ingresso (Negli stati Uniti chiunque entra lascia impronte ed è fotografato se turista, invece se per lavoro, senza contratto non entra, e noi stiamo ancora a discutere se bisogna o meno identificare i migranti). Ciò posto poi, che fra i vari stati europei vi siano, ai confini, dei saltuari controlli non credo che sia cosa tanto negativa.

Bisogna che la politica riprenda il suo ruolo, che metta dei punti fermi, e sia in grado di porre subito delle riforme radicali per affrontare le problematiche di quest’epoca. Dare sviluppo all’idea Europa come una sola costituzione, un vero governo, un sistema di tasse omogenee, un solo esercito, un unico codice penale e civile nonché del codice della strada, ecc ; insomma ragionare in un insieme con una nuova politica che sappia guardare lontano con progetti e dare risposte, speranza, affinché gli Stati Uniti d’Europa non siano solo un sogno ma la realtà di prossimo futuro, magari una federazione di stati per una grande Europa. Si, Europa, una parola bellissima, la pronunci e senti tutta la sua intensa profondità. Dobbiamo riscoprirla e rilanciarla con maggiore forza.

 

di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
                  (20/02/2016)

 

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