Governo gioco dell’oca

Governo gioco dell’oca.  Rilancio? Ripartiamo dalla linea Napoli-Bari. I due principali capoluoghi produttivi del Mezzogiorno, continuano a non essere collegati da una linea ferroviaria diretta. Siamo o no alla ripartenza? Si ha voglia o no di cambiare questo Paese
di Giovanni Lepre 

Governo gioco dell’ocaGoverno gioco dell’oca.  Rilancio? Ripartiamo dalla linea Napoli-Bari.  Dopo gli Stati generali, c’è un decreto rilancio. Contemporaneamente, magari anche un po’ prima, potrebbe esserci un decreto semplificazione. Mentre attendiamo di capire fino a quando questo Governo continuerà il suo gioco dell’oca, cerchiamo di volgere mestamente gli occhi alla realtà quotidiana. Che, dalle nostre parti, si declina in tre lettere: Sud.

Ebbene, i due principali capoluoghi produttivi del Mezzogiorno, Napoli e Bari, continuano a non essere collegati da una linea ferroviaria diretta. Nella migliore delle ipotesi, durante la giornata, il viaggiatore su ferro che da Napoli intenda recarsi nel capoluogo pugliese, deve effettuare un cambio e, se l’orario viene rispettato, impiegare quattro ore per giungere a destinazione. Ma si tratta di un paio, non più di un paio di eccezioni, che si aggiungono a diversi altri treni che impiegano dalle 4 ore e mezzo alle cinque, sei e perfino sette ore.

 Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, sul finire dello scorso anno, lamentò il fatto che l’annunciata inaugurazione di una linea diretta tramite intercity tra le due città era stata per l’ennesima volta rinviata a data da destinarsi. Rispose, col solito piglio da decisionista, la ministra De Micheli, assicurando che il ritardo c’era, ma che presto si sarebbe provveduto. Anzi, si schermì dietro a una nuova scadenza: 8 marzo, festa delle donne. Cosa c’entrasse la ricorrenza rosa con la linea Napoli-Bari, non sono ancora riuscito a capirlo.

Nel frattempo, il Covid ha rimandato tutto a data da destinarsi. Già! Ma quando si “destinerà” la nuova data? Siamo o no alla ripartenza? Si ha voglia o no di cambiare questo Paese come un calzino? Di fare le riforme che non si è riusciti a fare nell’ultimo quarto di secolo? E allora?

Nel frattempo, non si riesce neppure a calendarizzare nel brevissimo termine l’avvio di una tratta diretta, la cui mancanza è il simbolo di quanto marginalizzato è il Mezzogiorno.

Nell’attesa che il gioco dell’oca della politica nazionale partorisca finalmente misure di crescita strutturale del Paese, qui al Sud continuiamo a scontare ritardi vergognosi: dall’alta velocità agli asili nido, dalle scuole senza i requisiti di sicurezza antisismica alla mancanza di impianti di depurazione.

Tranne qualche eccezione, i politici meridionali pensano alle passerelle, piuttosto che a rivendicare una più equa ripartizione di risorse tra i territori. E, per giungere a Bari via treno, si continua a impiegare lo stesso tempo che occorreva nei lontani anni sessanta. (  https://www.ilroma.net/ )

 

   di Giovanni Lepre
    (29/06/2020)

 

 

 

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