Governo Lega M5S, vittorie di Pirro

Governo Lega M5S, per adesso vittorie di Pirro, e tanto raggiro per il popolo. Si toccano le pensioni senza rispettare chi ha lavorato una vita. Si aumenta la pressione fiscale, e non si capisce dove sia il nuovo.
di Michele Luongo  

Governo Lega M5S, vittorie di Pirro
Governo Lega M5S

Governo Lega M5S. Siamo un popolo che dimentichiamo tutto e troppo in fretta, per poi lamentarci come i bambini che vogliano il dolcetto. E intanto “Loro” fanno i propri affari, e nemmeno a parlarne delle vere riforme che da decenni, seppure continuamente richieste, nessuno le vuole fare.

Matteo Renzi, con tutti i suoi difetti era il solo che stava portando a termine qualche riforma, ma è stato sbranato ad incominciare dal suo partito che ha rinunciato anche ad entrare nella storia di avere riformato l’Italia, pur non di non farle.

Sulla scia dell’ennesimo malcontento Lega e M5S, hanno avuto facile vittoria elettorale, ma come al solito diviene difficile formare un governo (… senza quelle riforme) e dopo più di due mesi con vari tiri e molla, si ha una governance Lega e M5S con a capo del Governo Giuseppe Conte. Presto l’anomalia italiana emerge e si sfiora il ridicolo, basta ricordare quei giorni … Conte, Salvini, Di Maio, Mattarella, e diviene incomprensibile ad individuare chi governa l’Italia ( … senza le riforme è del tutto normale).

Poi, Matteo Salvini, il più politicamente navigato, prende di petto un immediato problema, quello dei migranti di cui l’Italia da decenni è sotto pressione e cerca di mettere dei freni dando qualche regolamentazione. Senza dubbio è bravo riesce a tenere alto l’argomento per tutta l’estate e mesi a seguire. Quindi, l’attenzione si sposta sulla manovra economica che indica un deficit al 2,4% in rapporto al Pil. I cantori del governo si armano di eroi contro l’Europa, quali alfieri della sovranità popolare.

Una vera kermesse che fa presagire chissà quali battaglie, ma come al solito tutto sfuma in una bolla di sapone. La manovra ritorna a quella che doveva essere all’origine cioè al 2%, ma guardate un po’, c’è anche una virgola, l’accordo è per il 2,04%, che sa proprio di una presa per i fondelli. E alla luce dei fatti è stata dettata dalla Commissione Europea, alla faccia della sovranità. E quella battaglia, quei paletti,… tutto frantumato nel nulla.

Di fatto il rapporto debito/Pil al 60% e deficit entro il 3%, sono parametri introdotti dal Trattato di Maastricht, e i successivi indicatori,  quegli stessi parametri da anni Germania, Danimarca e Paesi Bassi sforano il valore del 6% di surplus, senza che mai la Commissione Ue abbia inviato raccomandazioni o minacciato infrazioni, e non ultimo quel 3% di deficit della Francia.

Infine, e non  ultimo, si è fatto credere al Reddito di Cittadinanza, che soprattutto al Sud è atteso come un miracolo, ben sapendo che era ed è irrealizzabile, e che nel contempo offende chi lavora. Lo faranno, certo, con i vari rattoppi lo faranno per salvaguardarsi, ma a quale prezzo?

I nostri paladini, quante vittorie di Pirro. Adesso …una grande novità, sono sotto tiro le pensioni, naturalmente, senza toccare quelle dei veri privilegiati. Per una manciata di soldi, si calpesta il diritto e il rispetto di chi ha lavorato una vita. Ma si guarda bene a non eliminare i veri privilegi. Magari quelle due, tre o più pensioni dei parlamentari per lavori non svolti. Perché, Lega e M5S, si sa bene che le pensioni d’oro non sono i 2000, i 3000 o i 5000 euro di chi ha lavorato una vita. Questi meritano solo rispetto!

Cosi della manovra economica non abbiamo capito la diversità degli altri governi, il 2019 si preannuncia ancora con nuove e maggiori tasse e la pressione fiscale è più del 42% . Eppure sembra essere del tutto elementare, forse, per questo è così difficile da capire, se non si abbassano le tasse non ci sarà mai crescita per il nostro Paese.

Ma chissà, per adesso nulla di nuovo, passate le feste, saremo sotto il tormentone delle elezioni europee, sperando che ancora una volta di non vedere perdere un governo, sarebbe un ennesimo raggiro per il popolo. Rimaniamo dall’idea che chi vince deve governare e solo a fine mandato il popolo sceglierà, questo in una vera democrazia. Ogni altra soluzione incontra solo altri interessi.

 

di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
                 (28/12/2018)

 

 

 

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