Il debito condiziona, incosciente dimenticare

In debito con il debito. Dopo un anno abbiamo un debito più alto, non si poteva fare diversamente, ma abbiamo anche un sistema sanitario lasciato come si trovava.
di Davide Giacalone 

Il debito condiziona, incosciente dimenticareIl debito condiziona eccome, incosciente dimenticare. S’era preso a credere che il debito fosse scomparso, che la pandemia ne avesse cancellato gli effetti e che, come taluni sostenevano da anni, si poteva farlo crescere liberamente, se solo la banca centrale lo avesse coperto. Chi si ostinava a ricordarlo, a sottolineare che l’essere troppo indebitati sia debilitante, la condizione di vera riduzione della sovranità, era additato quale fissato e monomaniaco. La realtà vince sempre sulle illusioni, per non dire sulle fanfaluche.

Certo, la pandemia ha portato con sé la necessità di farlo crescere, il debito. Non poteva essere diversamente. Ma la condizione di partenza, quella che avevamo a gennaio del 2020, quando già da lustri l’eccesso di debito portava con sé un deficit di crescita, avrebbe richiesto ben altra gravità e serietà. Ma si veniva dalla stagione dei bonus, si era passati per la sconsideratezza dei regali di Stato, dal reddito di cittadinanza a quota 100, e il virus era l’occasione per credere e far credere che non vi fossero altri approcci possibili che non il moltiplicare le elargizioni. Una follia. Dopo un anno abbiamo un debito più alto, e, lo ripeto, non si poteva fare diversamente, ma abbiamo anche un sistema sanitario lasciato come si trovava e la scena grottesca di compiti regionali dopo un anno in stato d’emergenza.

Un tirare a campare che è un tirare le cuoia, senza nulla cambiare e rinviando a pagamento.

I fondi NGEU possono ancora far crescere il debito, o si deve usarli per finanziare le spese già previste? È un falso dilemma. Da una parte il debito condiziona eccome, come è ovvio e come è stato incosciente dimenticare. Dall’altra se quei soldi non vanno a investimenti si compromette la crescita futura, ovvero il solo modo di tenere in equilibrio i conti pubblici.

E allora? Allora si deve piantarla di dare per assodati e permanenti i vizi, salvo chiedere soldi per finanziare improbabili virtù: gli investimenti che già da anni sappiamo essere necessari possono cambiare colonna, e da spesa finanziata con soldi presi in prestito si passano a spesa finanziata con soldi che riceviamo in prestito e a fondo perduto. Non è un gioco di parole, ma una enorme differenza. Mentre la spesa corrente improduttiva andava e va tagliata e riqualificata. Il rischio mortale e salvare la seconda e, come si è troppo a lungo fatto, sacrificare i primi.

Un’ultima cosa: se non si è capaci di farlo all’interno finirà con lo scattare il vincolo esterno. Pessima cosa. Degradante. Speriamo non accada, ma se dovesse accadere non sarà saggio sputare sulle risorse che si rendono disponibili, ma suggerire alla classe dirigente di guardarsi allo specchio e procedere in quello stesso esercizio.  (  http://www.davidegiacalone.it )

 

di Davide Giacalone
   (09/01/2021)

 

 

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