La decisione per non decidere

Presidente, quel senso di responsabilità, quel continuo richiamo che giunge da ogni parte per le riforme, Lei poteva decidere per un’Assemblea Costituente per fare le riforme in modo serio.
di Michele Luongo

La decisione per non decidereIn una situazione politica gravemente malata dove da anni gli stessi politici continuato a infettare, incuranti, poi con continue manovre finanziarie ci ripetono il ritornello dei sacrifici imponendoci sempre nuove tasse che, di fatto, danneggiano il popolo italiano, senza nulla togliere ai loro privilegi. La nomina dei dieci “saggi” da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per due commissioni o due gruppi di lavoro, uno per “Materia Istituzionale” l’altro per “Materia economico-sociale ed europea”, ci è sembrata più una non decisione.

Le perplessità si sono viste subito anche sui volti della stampa accreditata al Quirinale, sui commenti di acclamati opinionisti e da parte della gente comune. Una decisione che, dopo questi martoriati anni, non trova facile spiegazione se non in quella dei soliti giochi politici o rifacendosi al tema calcistico come quella della melina o più esplicitamente si sta perdendo tempo. Per che cosa?
Che cosa potranno mai fare questi due commissioni?
Cosa si potrà mai fare con un Monti dopo il suo fallimentare governo?
Si vuole ancora favorire il potere finanziario?

I due gruppi dovrebbero studiare un quadro completo dei problemi da affrontare: “Formulare precise proposte programmatiche” in grado di divenire “in varie forme oggetto di condivisione da parte delle forze politiche”. Presidente, ma Lei non la conosce la situazione Italiana? o continuiamo a prenderci tutti in giro?

L’Italia aveva bisogno di un governo politico quale espressione della volontà del popolo italiano, ma il mandato esplorativo al segretario del Pd Pierluigi Bersani, quale vincitore delle elezioni, ma avendo poco acume politico è stato fallimentare.

In questa fase di stallo e di pochezza politica mai come ora era importante il suo intervento, Presidente. Lei poteva decidere. Decidere per un governissimo o governo del Presidente con alcuni punti fondamentali e ritornare presto al voto. Oppure, c’era un’altra scelta, ma anche Lei ha perso una grande occasione ( a meno che… ), quella di formare sì un governo del Presidente (visto l’eccezionalità e la constatazione della grave malattia politica), ma anche quella di nominare un’Assemblea Costituente, si Presidente un’Assemblea Costituente (è il solo modo serio di fare le riforme per davvero ), magari con centouno saggi, sei mesi di tempo, approvazione parlamentare e poi subito al voto.

Riforme concrete in Costituzione: una sola camera parlamentare, nessun rimborso elettorale ( partiti o movimenti si autofinanziano), nessun privilegio (perché quei privilegi-vergogna), e un solo presidente, perché mai come ora abbiamo capito che in Italia c’è un presidente di troppo, capo del governo, di stato, premier o semplicemente presidente, si chiama come lo si vuole, ma ne basta uno.

Oramai sembra quasi un continuo il richiamo al senso di responsabilità, ma non si capisce più per chi, perché, a conti fatti, fino adesso non sembra che sia stato rivolto in favore dei cittadini. La responsabilità, adesso la sì può dimostrare con le riforme vere, concrete, e queste si possono realizzare solo con un’Assemblea Costituente, per il bene del Paese, della Nazionale e del Popolo Italiano.

Altrimenti siano alle solite chiacchiere, agli interessi di parte agli intrecci più o meno oscuri, per ritrovarci così come ora , dopo un mese dalle elezioni in una situazione in cui non sappiamo più se ridere o piangere.

 

di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
                  (02/04/2013)

 

 

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