Lottando con fede e amore

Lottando con fede e amore – “2016” Il Santo e Grande Sinodo, l’insuperabile storico avvenimento ecclesiastico è un dono e segnale di amore di Dio per la Chiesa Ortodossa”. Quanto più pensiamo e ci avviciniamo all’illustrissimo e storico avvenimento della convocazione del Santo e Grande Sinodo e, quindi, quanto più ci immergiamo in esso con la preghiera del cuore, tanto più riconosciamo la sua grandezza Ecumenica.
Redazione

 

 

Lottando-SinodoConvocazione del Santo e Grande Sinodo .2016: Un Anno benedetto, di amore e unità, un tesoro di fede e speranza è stato donato alla nostra Chiesa Madre Ortodossa da parte del nostro Dio pieno di Sapienza e Amore per gli uomini.
Sotto la sacra e amorevole protezione del Patriarcato Ecumenico tutte le Chiese Ortodosse Locali trasportano e trasmettono l’eterna e salvifica Luce della Resurrezione, della quale proviene la Luce dell’Ortodossia, per guidare il popolo di Dio alla Resurrezione e alla Vita, alla Luce e alla Verità.
Tuttavia, perché il Santo e Grande Sinodo giunga all’odierno successo della tappa finale della convocazione, il nostro grato ricordo deve tornare indietro ad ascoltare la voce del Patriarca Ecumenico Atenagora I, il quale “apre nuove strade di avvicinamento, amicizia e pacificazione reciproca tra le Chiese, affaticandosi e affannandosi giorno e notte alla ricerca dei giusti mezzi per la comprensione, il riconoscimento e l’unità di tutte le Chiese di Cristo”[1].

Lottando con fede e amore – Il grande Patriarca Ecumenico Atenagora I, di gloriosa memoria, “combatte contro molti e vari nemici, interni ed esterni della propria Chiesa. Da molti è ammirata la sua opera. Da parte di altri, tuttavia, è combattuta e diffamata, ora per un pregiudizio favorevole, in un’altra volta per uno sfavorevole di inimicizia, come anche per ignoranza; in altri casi a causa di uno zelo religioso inconsapevole, ma anche in altri casi per opposizione culturale o per ostilità”[2].

Lottando con fede e amore –  Nonostante le dolorose e precarie condizioni, in cui si trovava il Venerabilissimo Trono Ecumenico, in modo particolare la Sua guida, che visse in tempi di pressioni, di burrasche e di rivolte, come anche in un’epoca che falsamente preparava il cambiamento della storia della nostra Stirpe, già da questi anni tragici del Suo Patriarcato, esiste l’idea del Patriarca Atenagora I, col passare del tempo, riguardo alla preparazione del Grande e Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa, che avrebbe illuminato il futuro, che avrebbe dato ispirazione e speranze e che comunque avrebbe annunciato al mondo il messaggio degli Apostoli: “Non aggiungere nulla…..tranne quanto è necessario”[3], e, come afferma il saggio e grande realizzatore degli eventi del Movimento Ecumenico, il glorioso Metropolita di Caledonia Melitone: “servendosi dell'”economia” quando possibile, senza credere presupposto necessario la rigida unità e statica uniformità nelle cose non essenziali……ha ricercato il reciproco incontro e collaborazione”.

Se il grande Patriarca Atenagora I seminò l’idea della convocazione del Santo e Grande Sinodo e il saggio Metropolita di Caledonia Melitone l’ha perfezionata e sviluppata, in modo particolare nel corso degl’Incontri Panortodossi nella Paolina Isola, di Rodi, quando si udì nei santissimi luoghi degl’Incontri l’idea della convocazione di un Sinodo Panortodosso, il Patriarca dell’Amore e dell’Ortodossia Bartolomeo, come sole luminosissimo e sapientissimo, anche se talvolta coperto da nubi variabili e combattuto da discorsi privi di senso e sostanza, appare nel proscenio degli oppositori e delle assurde calunnie, con franchezza, veramente, Patriarcale, più vivo, pieno di luce, splendente, caldo, forte, fedele e sicuro nelle sue parole e nei suoi atti per la convocazione del Sinodo, che è Benedizione e Amore di Dio per la Chiesa Ortodossa.

Quanto più pensiamo e ci avviciniamo all’illustrissimo e storico avvenimento della convocazione del Santo e Grande Sinodo e, quindi, quanto più ci immergiamo in esso con la preghiera del cuore, tanto più riconosciamo la sua grandezza Ecumenica e senz’altro scopriamo i suoi validissimi e importantissimi risvolti. E’ una chiara verità il fatto che così guardato in modo pieno e preciso, si apprezza di più il valore di questo eccellentissimo avvenimento storico, quando analizziamo tutta la vicenda, vale a dire le circostanze e i precedenti da cui giunge nella vita e nella storia della Chiesa.

In questo celebre, mistico e benedetto Periodo, nella “Gloriosa Tappa” del Santo e Grande Sinodo della nostra Chiesa, abbiano davanti agli occhi i Padri – Membri del Sinodo le parole del grande e saggio Metropolita di Calcedonia Melitone, di felice memoria, che la “rottura del santo vincolo dell’amore, fondamentale comandamento divino per il riconoscimento dei discepoli” porta all’estraneazione e all’isolamento dagli altri.

Il Patriarca Ecumenico Bartolomeo, Protagonista della realizzazione del percorso finale dell’insuperabile evento della convocazione del Santo e Grande Sinodo, per quanto non abbia il sostegno dei poteri delle Autorità e della potenza mondana, basato, tuttavia, sull’Unità Panortodossa, la quale è in sostanza la sincera comprensione, collaborazione e fratellanza tra le Chiese Ortodosse Locali, come riporta il famosissimo scrittore, che conosce benissimo i fatti di quell’epoca, il Dottor Aristide Panotis, “…così afferma l’utilità della sua missione e soprattutto custodisce e garantisce come Chiesa Madre la stabilità canonica delle Chiese Locali figlie”.

Gli “Ignoranti”, i “falsi giudici”, i nemici della realtà e della verità della convocazione della “Unità Panortodossa”, preghino con timore e amore e non infastidiscano con considerazioni incoerenti e con i loro scritti inopportuni e non fraterni, poiché la convocazione del Sinodo ci sarà, poiché è volontà di Dio, come ci sarà anche l’unità dei Cristiani, dal momento che ciò è Dono dello Spirito Santo, mentre la prima (la convocazione) è una Benedizione e segno dell’Amore del Sapientissimo e Benevolo Dio nei confronti della sua Chiesa.

Il popolo di Dio ha capito, crede e ha abbracciato nella propria anima le parole del Patriarca Ecumenico Bartolomeo relative alla necessità della convocazione del Sinodo, come anche la sua testimonianza dell’unità in un’epoca d’indifferenza e secolarizzazione, in tempi di antagonismi e di tensioni, di divisioni e di scontri. Il messaggio del Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodossa rafforzerà l’uomo agitato, afflitto, disorientato e disperato, colpito dai cambiamenti politici, economici e sociali.

Il problema della Diaspora, del nazionalismo e del filetismo, quello delle tensioni geopolitiche, dei fondamentalismi, tutti questi importantissimi temi, con l’assistenza dello Spirito Santo e con la saggia e unificatrice forza dei Vescovi – Membri del Sinodo, speriamo che siano risolti per il bene e l’interesse morale della nostra Madre Chiesa Ortodossa, poiché così non avremo divisioni e, soprattutto, come proclama San Giovanni Crisostomo: “Il nome della Chiesa è nome non di divisione, ma di unità e concordia”[4].

È opportuno aggiungere anche ciò: nel Grande e Santo Sinodo, anche si dovessero presentare durante il suo svolgimento, problemi, difficoltà, ostacoli e altro, non significa che non avremo dimostrazione di salute spirituale e di un sicuro percorso canonico, e, come è stato riferito precedentemente, con la forza carismatica dell’unità dei Vescovi – Membri del Sinodo – e con l’assistenza dello Spirito Santo, la Chiesa si rinnova e, pertanto, questo rinnovamento non si limita alle Chiese solo come istituzione, ma questo rinnovamento, che è “in Cristo”, si estende al popolo di Dio, a ciascun Ortodosso. E’ un nuovo “rinnovamento”, un dono della Divina Provvidenza alla propria Chiesa. Attendiamo, quindi, questo “nuovo rinnovamento in Cristo”, che più pienamente aiuterà il fedele Ortodosso ad affrontare le sue odierne difficoltà, a risolvere i suoi problemi, e ad annunciare l’unità delle Chiese Ortodosse Locali, vale a dire la Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica.

Armati di fede e dedizione, confessando con fiducia di servire la Volontà del Salvatore Cristo, il “nostro Signore e Dio”, che è unità di quanti credono in Lui, attendiamo animati dalla preghiera e dalla speranza, la conclusione e i suoi messaggi.

“Sia il Nome del Signore benedetto ora e sempre e nei secoli. Amen”!

[1] Konstantinos Bonis, Ἡ ἀνά τήν Οἰκουμένην ἀνταύγειαν τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριαρχείου πάλαι τε καί νῦν (L’antico e recente prestigio mondiale del Patriarcato Ecumenico), in «Στάχυς» (“Stachis”), voll. 1-2, luglio – dicembre 1965, p. 17.
[2] Come sopra – [3] Atti, 15, 28. – [4] Migne P.G. 61,72.  – ( www.ortodossia.it )

 

    Redazione
 (29/02/2016)

 

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