Ma i soldi alla Grecia dove vanno?

Dove andrà il denaro del bailout di Atene?  Dove andranno a finire gli 82-86 miliardi previsti dal terzo programma di aiuti alla Grecia? Troika, Eurogruppo e governo greco non brillano per trasparenza, ma sembra che buona parte servirà per ripagare i debiti verso Fmi e Bce. Poi vengono le banche greche. Gli investimenti arrivano buoni ultimi.
di Angelo Baglioni

 

BCE-Finanza-Europa-EconomiaCosa (non) dicono i documenti
Mentre infuria il dibattito su dove siano andati i soldi dei primi due programmi di assistenza finanziaria alla Grecia, si sta delineando un terzo programma di aiuti, e forse qualcuno si domanda a cosa dovrebbero servire gli 82-86 miliardi di cui si parla. Purtroppo le autorità competenti (Troika, Eurogruppo, governo greco) non brillano per trasparenza: non è possibile al momento trovare nei documenti ufficiali un chiara indicazione di come verrebbe ripartita una cifra del genere. Peccato, perché l’opacità alimenta le polemiche riguardo all’uso degli aiuti: i soldi andranno ai creditori, alle banche greche o alla popolazione? Sono andato a spulciarmi le conclusioni del vertice europeo di domenica 12 luglio (Eurosummit), la lettera di richiesta di aiuto firmata dal neo-ministro delle Finanze greco, i documenti pubblicati sul sito del Fondo europeo di stabilità (Esm), e tutto quello che ho ricavato è quanto segue.
•La lettera del governo greco (8 luglio 2015) formula una richiesta di assistenza finanziaria all’Esm, specificando solo la durata del programma di assistenza richiesto: tre anni. Nulla sulla cifra richiesta. Lo scopo del programma è: “restituire i debiti della Grecia e assicurare la stabilità del suo sistema finanziario”. L’ultima espressione va letta come: “mettere soldi nelle banche greche per ripristinare il loro patrimonio”.

•La Troika (scusate se continuo a chiamarla così, ma il termine “istituzioni” mi sembra ipocrita) ha quantificato in 82-86 miliardi la dimensione del possibile programma di assistenza, senza ulteriori specificazioni, se non il fatto che ci sono pagamenti urgenti per 7 miliardi entro il 20 luglio e per 5 miliardi entro metà agosto. Dai dati resi disponibili dal Wall Street Journal, sembra di capire che si tratta di crediti da rimborsare al Fondo monetario internazionale e alla Banca centrale europea, nonché titoli a breve termine in scadenza. Ciò sembra confermato anche da una frase sibillina contenuta nel comunicato finale dell’Eurosummit (pagina 5 in fondo).

•Per ottenere il programma di assistenza, il governo greco si deve impegnare a collocare in un fondo apposito attività dello Stato greco per 50 miliardi. Queste attività verranno privatizzate e il ricavato andrà usato nel seguente modo:
(i) i primi 25 miliardi, rivenienti dalla vendita delle attività, sarà usato per rimborsare al fondo europeo Esm l’esborso da questo sopportato per ricapitalizzare le banche greche;
(ii) ulteriori introiti per 12,5 miliardi saranno usati per ridurre il debito greco;
(iii) eventuali ulteriori introiti per 12,5 miliardi saranno usati per investimenti. Si noti l’ordine di precedenza, che viene esplicitamente indicato nel comunicato dell’Eurosummit .

•Nei prossimi tre-cinque anni, la Commissione lavorerà con il governo greco per mobilizzare, attraverso vari programmi della UE, 35 miliardi da destinare al finanziamento degli investimenti e dell’attività economica, incluse le piccole-medie imprese. Il riferimento a programmi della UE fa sorgere il sospetto che si tratti di programmi già esistenti, tipo fondi strutturali o “piano Juncker”. In via eccezionale, il pre-financing (?) verrà aumentato di ben 1 miliardo, “to give an immediate boost to investment” – per dare una spinta immediata agli investimenti (!).

Debiti in scadenza e piani di investimento
Queste sono le informazioni disponibili. Insieme ai dati sui debito della Grecia nel periodo 2015 (seconda metà) – 2017. In questo periodo, i debiti in scadenza della Grecia sono essenzialmente costituiti da 23,5 miliardi verso Fmi e Bce, oltre a 12,4 miliardi di titoli a breve termine in scadenza quest’anno. È vero che i titoli potrebbero essere rinnovati, ma niente è sicuro date le condizioni finanziarie della Grecia. Anche nella migliore delle ipotesi, cioè che i titoli in scadenza vengano rinnovati dal mercato, resta il fatto che 48,5 miliardi (23,5 + 25) serviranno per rimborsare da qui alla fine del 2017 i crediti detenuti dall’Fmi e dalla Bce e per ricapitalizzare le banche greche.  

Morale. La cifra approssimativa, superiore agli 80 miliardi, stimata dalla Troika sembra essere così composta:
•23,5 miliardi per restituire all’Fmi e alla Bce i loro crediti;

•25 miliardi per ricapitalizzare le banche greche;

•35 miliardi per investimenti nell’economia della Grecia.

Vi è però una differenza fondamentale tra queste voci. Le prime due sembrano essere prioritarie: il prestito erogato dall’Esm alla fine della trattativa in corso (sempre che si concluda positivamente) servirà a rimborsare i creditori “ufficiali” e a ricapitalizzare le banche. I soldi da destinare all’economia reale verranno trovati in un periodo che si estende fino a cinque anni e potrebbero in realtà derivare da stanziamenti già effettuati in base agli attuali programmi europei (questa calma stride un po’ con i tre giorni dati al Parlamento greco per approvare un impegnativo programma di riforme).

È vero che questa è una interpretazione, ma è tutto quello che si può fare con le poche informazioni disponibili. Speriamo di saperne di più in futuro.  (  www.lavoce.info )

 

   di Angelo Baglioni
     (16/07/2015)

 

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