Madre Teresa. La povera gente incomincia a chiamarla “Madre”. Suor Teresa, per le strade porta il suo aiuto agli “ultimi”, senza badare se sono indù, mussulmani o cristiani. Con la sua carità riesce a conquistare i diffidenti sacerdoti del tempio della dea Kalì e le autorità governative.
di Michele Luongo
Madre Teresa di Calcutta, il cui vero nome è Agnes Gonxha Boyaxhin, è di origine albanese, suo padre era un commerciante. Agnese nasce a Skopje, il 27 agosto del 1910. Ancora bambina entra a far parte di un gruppo cattolico. A diciotto anni incontra nel Bengala un gesuita missionario che la infiamma d’amore per le popolazioni diseredate dell’India. Così Agnes lascia la famiglia e la patria per entrare a far parte della congregazione delle Suore Missionarie di Loreto.
Dopo un breve periodo di tempo trascorso in Irlanda, nella Casa Madre dell’Ordine, si reca a Darjerling, in India per il noviziato. Qui diventa suor Teresa. Insegna storia e geografia presso lo St. Marj’s High School di Calcutta.
Nel Bengala è il 1943 quando scoppia una terribile carestia che miete milioni di vittime. Suor Teresa, vedendo la gente miserabile che affollava le vie di Calcutta, incomincia a provare disagio per la vita tranquilla che conduce. Decide di lasciare l’insegnamento per andare a vivere negli “slums” , i quartieri miseri e malsani, per stare in mezzo ai poveri. E’ il 10 settembre del 1946. Ma trascorrono due anni in attesa dell’autorizzazione, che è concessa dal papa Pio XII, il 7 agosto del 1948. Il giorno seguente suor Teresa lascia il convento, vestita come le donne del popolo, con un semplice sari bianco orlato di blu, che aveva preparato da tempo.
Fra gli “slums” di Calcutta, vive la cruda realtà di quel popolo: i lebbrosi, i malati sui giacigli luridi o sui bordi delle strade, i morti abbandonati sui cumuli di immondizia. Suor Teresa si rende subito conto che per essere veramente utile ha bisogno di un minimo di conoscenza medica ed infermieristica. Frequenta un corso accelerato presso la missione americana di Patna.
Suor Teresa, per le strade porta il suo aiuto agli “ultimi”, senza badare se sono indù, mussulmani o cristiani. Con la sua carità riesce a conquistare i diffidenti sacerdoti del tempio della dea Kalì e le autorità governative.
La povera gente incomincia a chiamarla “Madre”.
Importante per Madre Teresa è l’incontro con Jaqueline de Decher, una belga che aiuta i bisognosi, forte moralmente ma malata fisicamente. Madre Teresa chiede a Jaqueline il suo aiuto morale: . Jaqueline, comincia a legarsi a Madre Teresa, buttandosi a capofitto in un grande progetto. Fonda la “ Sick And Suffering Co- Worker”, un’associazione di malati e sofferenti ciascuno legato spiritualmente ad una sorella missionaria. Nel 1969 l’associazione internazionale dei Collaboratori di Madre Teresa viene affiliata alla congregazione delle Missionarie della Carità.
E’ il 1979 quando Madre Teresa è insignita del Premio Nobel per la Pace, che nella sua umiltà avrebbe voluto rifiutare. Così rifiutò il convenzionale banchetto cerimoniale per i vincitori, e chiese che i 6000 dollari di fondi fossero destinati ai poveri di Calcutta, che sarebbero potuto essere sfamati per un anno intero.
Madre Teresa, seppure sottoposta a continui ricoveri in ospedale, prosegue l’attività benefica. A 87 anni, il 5 settembre del 1997, a Calcutta, ci lascia nel suo sari bianco.
Il 19 ottobre 2003 dal papa Giovanni Paolo II , è proclamata beata .
Il pensiero di Madre Teresa è sempre vivo nella parola delle Missionarie della Carità che ogni giorno percorrono gli “slums” del mondo, per lenire le sofferenze dei malati, dei bisognosi.
di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
(08/01/2003)
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