Neve in montagna impianti chiusi

Nell’anno del Covid e dei Campionati Mondiali di Sci a Cortina d’Ampezzo, tanta neve in montagna ma gl’impianti sono chiusi. L’assenza di strategie e di soluzioni un danno e la beffa per il settore sciistico.
di Michele Luongo 

Neve in montagna impianti chiusiNeve in montagna impianti chiusi, senza stagione invernale. Il timore degli addetti ai lavori era palpabile, e, purtroppo così è andata, salvo, forse, un apertura all’ultimo momento ma a catastrofe compiuta, dopo l’ennesimo rinvio, dal 15 febbraio, chissà una possibile apertura per il via all’impianti sciistici.

Nel frattempo conti e considerazione, davvero non si poteva fare nulla per non salvare un comparto con un indotto di almeno 12 miliardi e centinaia di migliaia di posto di lavoro?
Possibile che non c’era altra strada per salvare intere vallate, località dell’industria del turismo e della pratica sciistica, che è limitata proprio a quei tre quattro mesi all’anno?

Nessuno nega il Covid ma davvero non c’erano altre soluzioni altre strategie? E la grande nevicata di quest’anno che non la si ricorda da vent’anni giunge come una beffa, che va ancor di più ad evidenziare il dramma del settore proprio nell’anno in cui si ospitano i Campionati Mondiali di Sci a Cortina d’Ampezzo.

Probabilmente il settore turistico è stata sacrificato, ma con il mondo dello sci, forse, non hanno nemmeno provato a cercare qualche soluzione, qualche compromesso. Si è solo provveduto a spostare date. Chissà dopo il 15 febbraio, un ultimo scampolo, un ultima speranza. Eppure basta guardare ai confini oltre Alpi, in Svizzera, seppure con le dovute prescrizioni di sicurezza, gli impianti sciistici sono aperti.

Le nostre montagne vantano delle località più belle e più frequentate, la chiusura della stagione invernale si farà sentire, e le evidenti negative ricadute reale sul territorio e per il Paese sono tutte ancora da valutare.

 

di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
                  (10/02/2021)

 

 

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