Ortica e i suoi mille usi

Dell’ ortica si raccoglievano, in sostanza, le foglie all’inizio della primavera, quindi prima della fioritura. Per secoli fu impiegata in varie preparazioni gastronomiche in molti territori italiani.
di Aldo Lissignoli

https://alberodellagastronomia.blogspot.com/ Moltissime erbe appartengono al sistema culturale dei vari territori, non solo italiani, definendo così le capacità dell’uomo di adattarsi e di trarre beneficio da ciò che lo circonda e che la natura, nel corso dei secoli, gli ha messo a disposizione. Il mondo vegetale, proprio per questo, credo sia uno degli esempi più significativi di quanto affermato: non solo erbe, anche fiori e le differenti parti delle piante sono da sempre utilizzate in cucina, medicina e nella cura domestica. Alcuni di questi tuttavia presentano caratteristiche particolari: difficoltà a essere trattate o raccolte, somiglianza con specie pericolose, laboriosità dei processi di trasformazione; l’ortica rientra indubbiamente in questo discorso.

Essa è infatti una pianta molto utilizzata nella cultura contadina, sotto vari aspetti: curativo, alimentare ma anche per realizzare tessuti. Il suo utilizzo è consolidato nella storia, era infatti già utilizzata e consumata in antichità da Greci e Romani. Tutto ciò è documentato infatti anche grazie agli scritti di numerosi pensatori e scrittori antichi: Aristofane commediografo greco, ad esempio, scrisse che era molto amata dai suoi conterranei.

Dell’ ortica si raccoglievano, in sostanza, le foglie all’inizio della primavera, quindi prima della fioritura. Per secoli fu impiegata in varie preparazioni gastronomiche in molti territori italiani. Tuttavia un altro scrittore antico, Petronio, documentò anche il suo utilizzo come mezzo di punizione, pratica che sopravvisse fino al secolo scorso come dimostra il film “L’iniziazione” del 1987 regia di Gianfranco Mingozzi, in cui l’impertinente signorino Roger viene punito per la sua audace curiosità per mezzo di un fascio di ortiche.

Le destinazioni citate non sono tuttavia le uniche presenti all’interno del mondo culturale, in differenti casi la letteratura ha infatti documentato il suo profondo legame con l’uomo. Nell’opera di Lev Tolstoj “Anna Karenina” è contenuta, per esempio, una citazione sul suo utilizzo.

Del resto anche nei nostri territori, come accennato in precedenza, sono moltissimi gli usi gastronomici per questo vegetale: risotti, zuppe, frittelle salate, creme, frittate e tortini, le alternative elaborate nel corso del tempo sono davvero tante e variegate, tutte si innestano tuttavia nei sistemi culturali e culinari delle differenti zone e, soprattutto, delle differenti tradizioni storiche che caratterizzano le rispettive cucine.

Ma i suoi impieghi non si fermano certo qui: le foglie e i fiori sono utilizzati nella preparazione di tisane, come del resto documenta anche Apicio, gastronomo, cuoco e scrittore romano antico; inoltre già in passato era utilizzata per il benessere dei capelli e come antiinfiammatorio.

La sua presenza rientra anche (aspetto assai curioso) nella preparazione di formaggi o, in generale, latticini. Il caso più conosciuto è il Gouda, il più noto e consumato formaggio nei Paesi Bassi, prodotto con latte vaccino intero e caglio animale, con una stagionatura che va da un minimo di un mese a un massimo di tre anni.

Altro impiego curioso è la produzione tessuti, una pratica legata soprattutto al passato quando la mancanza di determinate materie prime costringeva la maggior parte delle persone a reinventarsi, utilizzando quello che il territorio poteva offrire. Fu adoperata, per esempio, dai soldati di Napoleone e in altri Paesi per fronteggiare la scarsità di cotone. Hans Christian Andersen, scrittore e poeta danese dell’Ottocento, nella fiaba “I cigni selvatici” del 1838, probabile rielaborazione di un’altra dei fratelli Grimm, fa indossare alla principessa una giacca di tessuto di ortica, per poter spezzare l’incantesimo che soggioga i suoi fratelli.

Una pianta considerata banale, spesso infestante, ma che ha grandi potenzialità e che la storia ci ha insegnato non solo ad apprezzare ma soprattutto conoscere e utilizzare. Negli ultimi anni è sempre più oggetto di attenzione non solo per la sua idoneità a più utilizzi, ma anche perché non necessita di cure particolari o di trattamenti di diserbo e concimazione. Un vero e proprio vegetale green che può aiutarci a combattere gli sprechi, salvare le tradizioni dimenticate e, aspetto non meno importante, prenderci cura della terra in cui viviamo. (  https://alberodellagastronomia.blogspot.com/  )

 

  di Aldo Lissignoli
     (22/04/2023

 

 

 

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