Penati, Atlante ristruttura e valorizza le banche

Penati, chiarezza economica al Festival dell’Economia di Trento. 120 miliardi di sofferenze su cui concentrasi, il ruolo di Atlante per dare liquidità ed uscire da questa situazione difficile del sistema bancario italiano.  

di Michel Luongo

 

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Alessandro Penati

Interessante incontro al Festival dell’Economia di Trento con Alessandro Penati, tenutosi ieri sera nella gremita Aula Kessler del Dipartimento di Sociologia Ricerca Sociale di  Trento. Quando l’attualità è così vera, vicina, che la si tocca con mano: crisi economica e crisi delle banche, il caso Atlante, che da alcuni mesi è sulla bocca di tutti. Alessandro Penati, presidente di Quaestio Sgr, che gestisce il fondo Atlante, una manager di grande esperienza internazionale che ama la chiarezza e soprattutto una persona che decide, naturalmente, nel rispetto delle regole.

Introdotto dal direttore di Class CNBC e co-direttore di Milano Finanza Antonio Cabrini, Alessandro Penati ha subito dichiarato l’importanza di effettuare una maxi operazione sulle sofferenze bancarie da fare entro l’estate. Ha sottolineato più volte che il compito principale di Atlante è ristrutturazione, alleggerire l’esposizione delle banche italiane e creare finalmente un mercato in cui vengono scambiati i famigerati Npl ( Non performing loans), quindi, una valorizzazione delle stesse banche.   
120 miliardi di sofferenze su cui concentrarsi, importante è il ruolo di Atlante per dare liquidità. Fatta la prima operazione, altre ne verranno, e sarà possibile uscire da questa situazione difficile del sistema bancario italiano.

Penati, non sfugge alle domande, e senza mezzi termini afferma che per sette – otto anni in Italia e in Europa, si è fatto finta di non vedere la crisi, che giungeva dagli USA, senza prendere immediati e seri provvedimenti. Poi, dalla sua determinazione e  ragionevolezza è emersa tutta l’arretratezza del sistema bancario italiano. Troppe banche, troppi sportelli, poca tecnologia, costi non più sopportabili, un sistema vecchio che non ha più possibilità di fare utile sui margini d’interesse.

Poi, sulle responsabilità della crisi del sistema bancario, pur evidenziandone la globalità della crisi, non ha nascosto le responsabilità manageriali, degli azionisti, anche dei sindacati e dei media, che non si sono accorti dei costi negli acquisti di sportelli.

E in merito alle gestioni, non ultimo, indicava proprio il caso Unicredit: “Non si è mai vista una banca che manda via l’AD e non ne ha un altro da mettere al suo posto. E poi, per questo, gli chiede di rimanere ancora un po’ ”.

Infine, Alessandro Penati riferiva che “nello scenario attuale il fondo Atlante non può risolvere tutti i problemi delle banche italiane se le banche non si rimettono a fare utili se non c’è una ripresa seria e se gli azionisti non hanno il coraggio di affrontare la situazione, non se ne esce”.  Nel concludere, confidava alla platea che “forse ho sottovalutato l’impegno a livello personale”. Ed ancora “Nuotare controcorrente come un salmone è pesante”.  Poi, però, ci sono “momenti molto incoraggianti come quelle della squadra di lavoro di Atlante, c’è chi si è ridotto lo stipendio per venire a lavorare con me”.

Intensi applausi per Alessandro Penati, il pubblico ha apprezzato molto la franchezza  senza il giro di parole su una problematica molto intrigata. La crisi, le banche, il fondo Atlante al festival dell’Economia di Trento l’attualità non è stata mai così reale.

 

di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
                  (04/06/2016)

 

 

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