Una filastrocca che si ripete troppe volte

Def: il gioco delle tre carte. E degli ottanta euro . Renzi e Padoan hanno “abbassato” le tasse solo conteggiando il bonus come sgravio. Intanto distraggono l’opinione pubblica e la scena politica e sindacale con il “tesoretto” . Ovviamente, ognuno è libero di crederci però la realtà è un’altra.
di Robert Vignola

 

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Renzi e Padoan

Figurarsi se non c’era un tesoretto. Vale a dire l’argomento ideale per far accogliere il Def con la distrazione necessaria a non scoprirne i reali contenuti: e cioè quelli di un libro dei sogni, destinato a fare a pugni con la realtà, finché non scatterà qualche clausola di salvaguardia a richiamare gli italiani dall’inseguimento del miliardo e mezzo di farfalle contenute nel “tesoretto”. Ovviamente il Def dice che non ci saranno clausole. Dice pure che il Pil crescerà dello 0,7% quest’anno, dell’1,4% nel 2016 e dell’1,5% nel 2017, il deficit nominale scenderà al 2,6% del Pil nel 2015, all’1,8% l’anno successivo e allo 0,8% nel 2017, per centrare il pareggio di bilancio l’anno successivo. Non dice che sarà sempre Natale e festa tutto l’anno, ma poco ci manca. Ovviamente, ognuno è libero di crederci però la realtà è un’altra, e cioè che se il Pil non cresce (e da quattordici trimestri consecutivi l’Italia è in recessione) fare bersaglio con questi tranquillanti sotto forma di cifre sarà praticamente impossibile. 
D’altronde, tra bozze, annunci e indiscrezioni prima è circolato un Def con l’aumento della pressione fiscale, poi per magia il testo finale prevede che si sgonfi:  dal 43% del Pil in quest’anno, al 42,9% nel 2015 e al 42,6% nel 2016. L’incantesimo è uno solo: la sparizione delle clausole (laddove il dente duole, evidentemente, Renzi preferisce tagliare la lingua) e il conteggio degli 80 euro come sgravio fiscale. La matematica fatta opinione.

Tornando al bonus da un miliardo e mezzo, ha scatenato l’inevitabile balletto di chi vorrebbe impiegarlo da una parte e di chi invece lo spenderebbe da un’altra. “Vadano agli investimenti all’occupazione”, ordina dalla Cgil Susanna Camusso. Matteo Salvini pensa agli esodati e fa il movimentista: “Siamo disposti ad andare a prendere Renzi a Palazzo Chigi se per caso non dovesse usare i soldi che ha trovato sotto il materasso per aiutare le vittime della legge Fornero”. Il Movimento 5 Stelle lo vorrebbe far fiorire “in tasca alle famiglie, per il rilancio dei consumi”. Maurizio Gasparri, da Forza Italia, fa invece la cassandra: “Il tesoretto non esiste, si rischia un aumento dell’Iva”. E il nodo vero, purtroppo, pare proprio quello.

In tutto questo il Pd che fa? Nella stragrande maggioranza dei suoi esponenti esulta e ripete a pappagallo questo o quello tra gli slogan scanditi dal premier in conferenza stampa. Come sempre, c’è chi intravede la fregatura, tipo Stefano “chi” Fassina. Il quale dice che il Def andrà corretto quando arriverà in aula. Una filastrocca che la minoranza dem ha ripetuto fin troppe volte, ritrovandosi regolarmente con un pugno di mosche in mano. Chissà come andrà questa volta… (  www.ilgiornaleditalia.org )

 

  di Robert Vignola
   (13/04/2015)

 

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