De Negri, il turismo ignorato dal Mibact

Angioletto De Negri scrive al ministro Dario Franceschini, il comparto del turismo italiano completamente ignorato, anziché essere sostenuto e incoraggiato. Le promesse di puro finanziamento del governo non ci servono.
di Andrea Lovelock 

De Negri, il turismo ignorato dal Mibact
Angioletto De Negri

Angioletto De Negri, amministratore unico di Progecta e ideatore della Bmt,prende carta e penna e scrive al ministro Dario Franceschini, invitandolo a uscire allo scoperto e aiutare realmente il settore. Con la ironica premessa che anche l’Italia ha un suo ministro del Turismo “celato” nell’acronimo Mibact lo invita esplicitamente ad «assolvere al suo incarico, ai suoi doveri, correndo in aiuto a una delle categorie più importanti per l’economia nazionale ma ignorata da tutti e principalmente dal suo ministero e dal governo stesso, visti i contenuti della attesissima conferenza stampa del primo ministro del 26 aprile».

«Chi le scrive – prosegue De Negri – è un veterano del settore del tour operating incoming aderente alla prima Associazione dei tour operator italiani e questa mia iniziativa di invitarla a “battere un colpo” è prettamente personale, ma esprime tutta la rabbia e l’esasperazione del mondo del turismo che mi sento di rappresentare in qualità di fondatore della più importante Borsa turistica del centro sud Italia quale è la Bmt – Borsa Mediterranea del Turismo di Napoli».

«In questi casi – prosegue la lettera – si affidi a noi operatori del settore, a noi che abbiamo più dimestichezza per affrontare situazioni del genere. A questo punto, avremmo già creato un Piano Turismo per ottenere un sostegno a fondo perduto dal governo, ci saremmo già presi anche i soldi di questo Mes, pur di non rischiare di celebrare il più triste dei funerali, quello di tutto il settore turismo. L’abbandono completo da parte sua e del governo e la strafottenza assoluta nel non rispondere alle tante sollecitazioni giunte da tutte le sigle sindacali del settore ci deprime anche al solo pensare che a maggio potremmo dover pagare un doppio F24, che prima o poi finirà la cassa integrazione o il Fis, che i collaboratori delle nostre aziende vedranno i loro emolumenti non prima di due mesi e senza alcuna garanzia per il prossimo futuro».

La missiva prosegue con un’amara constatazione: «Onorevole Franceschini, lei forse ignora il grave stato di precarietà in cui versano le nostre aziende turistiche e quindi la invitiamo a un confronto immediato presso il suo dicastero, per illustrarle, de visu, la gravità della situazione e poter finalmente coinvolgere il governo che ad oggi non ha fatto altro che promesse inutili, spesso contraddittorie, sempre inaccettabili, poco comprensibili e sicuramente oramai pericolosamente tardive».

E ancora: «Abbiamo bisogno di interventi urgenti e concreti. Mancando gli incassi nelle nostre aziende almeno fino a tutto dicembre 2020 non siamo in grado di pagare gli affitti, le tasse, gli F24, gli stipendi, le utenze, le assicurazioni, etc. Le promesse di puro finanziamento del governo non ci servono se non prima suffragate da un intervento economico consistente, immediato e a fondo perduto che ci servirà solo per coprire le ingenti perdite già subite fin qui».

«Signor ministro – conclude De Negri – spesso l’abbiamo vista impegnato a occuparsi di arte o attività culturali, la prego, si occupi anche di noi. Ben vengano arte e cultura ma con noi attori essenziali e di primo piano, per poter assolvere regolarmente al nostro ruolo di operatori turistici anche rivolto alla diffusione al mondo intero dell’arte e della cultura. Noi desideriamo incontrare direttamente il nostro ministro e non i suoi mandanti; oggi 75mila addetti rischiano di restare a casa e 13mila aziende rischiano la chiusura. Ma la cosa più grave sarebbe quella di subire duri confronti con i suoi omologhi degli altri Paesi che, già oggi, hanno assicurato agli addetti ai lavori un avvenire certo e duraturo anziché il triste scenario che si presenta oggi a tutto il comparto del turismo italiano completamente ignorato, anziché sostenuto e incoraggiato».  (  https://www.lagenziadiviaggi.it/  )

 

   di Andrea Lovelock
       (17/07/2020)

 

 

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