Harvest diary wine Allegrini

Harvest diary wine Allegrini: Bolgheri, Montalcino, Valpolicella. Dal colore della vendemmia ai calici che rilasciano emozioni, charme per vini che si fanno ricordare
di Michele Luongo 

Harvest diary wine AllegriniHarvest diary wine Allegrini. Oramai è più che un appuntamento ogni fine anno l’attesa con l’interessante pubblicazione della vendemmia del Gruppo Allegrini, dai vigneti delle tenute in Valpolicella, di Poggio al Tesoro a Bolgheri, di San Polo a Montalcino.

Diari che raccontano la vita dei vigneti nell’arco dell’anno fino a giungere al momento della vendemmia; una ricchezza di vita da condividere con il proprio personale, comunicazione, trasparenza e rispetto verso il consumatore.

Cosi l’enologo Lorenzo Fortini di Poggio al Tesoro a Bolgheri ci racconta che “la maturazione delle uve è avvenuta con grande equilibrio”. E il 2019, prosegue: “nuove esperienze di vinificazione, come la produzione del Viognier, accompagnato da un progetto viticolo importante, con la finalità di produrre un grande vino”.  

Tra le notizie del territorio sicuramente da ricordare i 25 anni del Consorzio di Tutela Vini Doc di Bolgheri. Anniversario festeggiato con tre giorni d’incontri e degustazione, e una cena all’aperto sul famoso Viale dei Cipressi del Carducci.

Poi, a settembre la vendemmia in notturna del Vermentino “Solosole”, una vera esperienza di grande fascino. Bolgheri terra di grandi vini, qui, oltre il “Solosole”, Poggio al Tesoro Allegrini produce: il “Solosole Pagus Camilla”, il “Cassiopea”, il “Cassiopea Pagus Cerbaia”, “Mediterra”, “Il Seggio, “Teos,Petit Manseng” , il “Sondraia” e il “Dedicato a Walter”.

San Polo a Montalcino, i vigneti sono coltivati secondo i principi dell’agricoltura sostenibile, una meticolosa attenzione con uve lavorate con cura artigianale. Una Tenuta modello per una visione di grande respiro ambientale, una viticoltura responsabile, a 360 gradi, dal terreno alla bottiglia, un’attività che rilascia vini i cui sorsi sono unici.

L’enologo Riccardo Fratton, a riguardo della vendemmia riferisce che “la stagione ha avuto un andamento ondivago, protratto fino alla vendemmia, che è risultata essere una delle più tardive degli ultimi anni. Ma di grande soddisfazione”.

Montalcino è una terra di vino riconosciuta nel mondo, qui, i vini San Polo Allegrini: “Rubio”, “Rosso di Montalcino”, “Brunello di Montalcino”, e nella annate migliori con le uve migliori, il “Brunello Montalcino Riserva”, il “Brunello Montalcino Podernovi”, e lo straordinario “Brunello di Montalcino Vignavecchia”, l’annata 2015, ha ottenuto i 100 punti di James Suckling, praticamente perfetto.

Ed eccoci in Valpolicella, un territorio la cui viticoltura era nota già nell’Antica Roma, oggi riconosciuta in tutta il mondo per la produzione del vino Amarone. In questa terra, a Fumane, nella splendida Villa della Torre Allegrini, la sede di rappresentanza del Gruppo Allegrini.

Franco Allegrini, a riguardo della vendemmia che “L’annata 2019 ci ha tra l’altro regalato la possibilità di testare un’ulteriore selezione dei grappoli migliori per l’appassimento, suddividendo la raccolta per particelle o addirittura per filari dello stesso vigneto”.  Quasi a sottolineare la continua   ricerca, passione, studio, tecnica, nulla è lasciato al caso, e nella bottiglia ne riconosciamo la differenza.

Allegrini è parte della storia della Valpolicella, con testimonianze sin dal XVI secolo, una grande responsabilità che il gruppo Allegrini porta con orgoglio, e professionalità, e di continuo interesse con progetti reali volti alla difesa e alla tutela del territorio, al rispetto dell’ambiente, un continuo impegno per valori aggiunti, attestati con riconoscimenti come “Biodiversity Friend”: certificazione che riconosce l’attenzione non solo alle viti ma anche agli animali e agli insetti che popolano le campagne e al loro habitat naturale. E non ultima “Equalitads”, certificazione di sostenibilità della filiera.

Harvest diary wine Allegrini

Quelle attenzioni che ci portano in Valpolicella, ai vini Allegrini: dal “Valpolicella Classico”, all’unicità di “Palazzo della Torre”, una storia da raccontare, all’eleganza del “Fieramonte Amarone Riserva”, a “La Poja”, il Corvina in purezza, in bocca è sempre una certezza. E il vino “La Grola”, dalla Collina del sogno di Giovanni Allegrini, oggi è una realtà. E il “Giovanni Allegrini”, un vino dedicato al papà e per Franco e Marilisa, una filosofia, un testamento.  E “Amarone della Valpolicella”, un grande vino che per ben 23 volte riceve i Tre Bicchieri del Gambero Rosso, una lunga storia, sin dal 1950, una costante ricerca dei migliori grappoli.

Marilisa Allegrini, anima del Gruppo Allegrini, circondata da un team affiatato, ha una vision che la porta sempre ad avere un passo avanti, come l’iniziativa di dedicare un tema e svilupparlo ad ogni Vinitaly, l’importante kermesse internazionale del vino, quest’anno dedicato a “L’Occidente incontra l’Oriente”, con le grandi e spettacolari serate a Villa Della Torre Allegrini, e cena di gala affidata allo Chef Carlo Cracco.

Wine Allegrini, Harvest diary 2019, diari di tre realtà vinicole eppure in ognuna è riconoscibile la meravigliosa e straordinaria linearità di attenzione, di professionalità, di passione, di responsabilità verso il territorio, la natura, e di trasparenza per il rispetto del consumatore. Si, Allegrini è un marchio, è stile, è charme per una firma di unicità per vini che si fanno ricordare.

www.poggiosanpolo.com  –  www.poggioaltesoro.it  – www.villadellatorre.it  – https://www.allegrini.it/

 

di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
                  (23/12/2019)

 

 

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