Stand a Vinitaly, scorci della nostra terra

Padiglioni, stand a Vinitaly, una bellissima immagine, di colore, di luce, di professionalità, un insieme, un sistema dell’eccellenza vinicola italiana, ogni zona produttiva anche la più piccola, ha presentato  la sua specificità. 
di Michele luongo 

Vinitaly-Verona-wine-top-by-luongo-22032015Verona– Vinitaly grazie all’organizzazione di veronafiere, assume sempre maggiore importanza nel panorama fieristico mondiale. Vinitaly è qualcosa che va oltre, non si ferma solo ai giorni dell’esposizione, è gratificazione, è orgoglio, è una promozione che dura nel tempo e per questo, probabilmente, che tutto il sistema del vino si presenta al meglio a Vinitaly. Un’opportunità unica, ogni regione italiana, ogni zona produttiva anche la più piccola, presenta la sua specificità che è la bellezza e la straordinarietà del vino italiano.

Su una superficie espositiva di 100mila metri quadri, i padiglioni già dall’esterno presentano bellissime immagini, vere e proprie opere d’arte di messaggio immediato, ad esempio come l’inconfondibile colore viola della Toscana, i luoghi del Veneto su sfondo rosso, con la scritta “Veneto: territori da bere”, quello della Campania che presenta sul bianco un’enorme botte che schizza vino, della Sardegna con un cielo e un mare azzurro con la scritta: “ La Sardegna dei vini isola da degustare”, o quello della Sicilia che riporta l’alberello di Pantelleria recentemente eletto a patrimonio mondiale dell’Unesco. Ma tutti i padiglioni, di anno in anno, si vestano sempre con maggiore appeal e funzionalità, personalmente ho apprezzato sopra gli altri, il padiglione del Veneto e quello della Sicilia con ambienti molto accoglienti, e un design moderno, spazioso. Di effetto quella della Lombardia per la Franciacorta e Oltrepò Pavese, ma è troppo ovattato, ha bisogno di maggiore spazio, di ambienti più aperti. Belli quello della Toscana, della Puglia, della Emilia Romagna, del Friuli Venezia Giulia. Ha migliorato molto quello della Calabria, più lineare e il colore bianco è decisamente meglio, quello dell’Irpinia ha fatto progressi impressionanti, una scelta sul legno, ma quei legni vanno dimezzati, altrimenti sembra che si sia in gabbia.

Molto belli e suggestivi gli stand, colore, luce, professionalità degli imprenditori che si sono presentati al meglio, per fare conoscere la qualità del proprio prodotto. Molto intenso ed espressivo lo stand della “Clavesana Siamo Dolcetto” (Cn), immagine dei vigneti, e per lungo lo stand appesi, gli scarponi sporchi di terra. Di effetto quello di Castello Banfi, Montalcino (Si), uno stand costruito a forma di castello.

Riporta l’Arena in fiera lo stand di Verona Wine Top, bello, funzionale, lineare, decisamente uno dei migliori, come quello di Ferrari Trento, di Masi Agricola, Allegrini, Biondi Santi, Villa Sandi, un’attenzione allo Schioppettino di Prepotto, quest’anno per la prima volta in fiera con un suo stand, invece ha il senso della trasparenza, lo stand della Cantina Settesoli, piccole travi per un rombo che nulla nasconde. Lo stand Cesari è semisferico con listelli di legno, quasi una botte, ha armonia architettonica.

Naturalmente gli stand hanno tutti il loro fascino, ho solo indicato quelli che per un motivo o per altro in quel momento, in fiera, hanno saputo cogliere la mia attenzione.

Infine  non possiamo che dire grazie a tutti i  produttori presenti a Vinitaly, per la loro passione, serietà, professionalità, per averci fatto conoscere portando in fiera il proprio vino, un’eccellenza tutta italiana di cui bisogna essere più orgogliosi, più fieri di questa realtà imprenditoriale, ad incominciare dal mondo della politica, che non fa altro che parlare invece di rendere concreto la vicinanza al mondo produttivo, incominciando per esempio dalla burocrazia.

 

di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
                  (07/04/2015)

 

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