Val Venosta, dai meravigliosi pendii e dalla passione di lungimiranti produttori, il Pinot nero. Un vino, molto particolare, incominciando dal suo colore, un rosso rubino sfumato , gradevole, fresco, elegante.
di Michele Luongo
Castelbello-Ciardes – La Val Venosta , una valle dell’Alto Adige occidentale, dal Passo di Resia, dove nasce il fiume l’Adige, arriva fino alle porte di Merano. Una valle di comunicazione, infatti, confinacon l’Austria, con la Svizzera e con la Lombardia. Soprattutto è Valle di una bellezza unica, dall’incredibile Campanile che fuoriesce dal lago del Passo Resia, all’incantevole cittadina romana di Glorenza, agli innumerevoli e affascinanti Castelli, il Parco Naturale dello Stelvio, i prati verdi e i vigneti.
Una Valle che ha meno precipitazioni delle Alpi orientali, un clima asciutto e molte giornate di sole, ma anche e soprattutto le notevoli escursioni termiche tra giorno e notte. E qui, sui bellissimi pendii della valle, che otto produttori con passione hanno curato la coltivazione dell’uva tra i 350 agli 800 m d’altitudine, dando una linea di assoluta qualità del vino.
Le aziende: Tenuta Falkenstein, di Franz Pratzner. Naturno, Unterortl – Martin Aurich- Castel Juval Casyelbello-Ciardes, Himmelreich-hof, di Markus Fliri- Castelbello-Ciardes, Rebhof della famiglia Forcher, Colsano – Castelbello-Ciardes, Maso Marinushof, di Heinrich Pohl – Castelbello-Ciardes, Befehlhof di Oswadl Schuster – Vezzano, Castello Stachlburg, della famiglia Kripp – Parcines, Köfelgut di Martin Pohl- Castelbello-Ciardes, nella serata dello scorso 7 novembre, in modo informale e con sincera accoglienza hanno organizzato per la stampa e addetti del settore una serata di degustazione del Pinot Nero della Val Venosta.
Un Pinot nero, molto particolare, incominciando dal suo colore, un rosso rubino sfumato , gradevole, fresco, elegante, con un leggero retrogusto amarognolo, che non è male, e con le annate più invecchiate, pur conservando la freschezza, diviene più armonioso, morbido.
La degustazione ha visto otto etichette di vini più giovani e altrettante di vini più invecchiati, ed all’unanimità è emerso una bella linea di vini, la cui base è senz’altro la buona qualità.
Tra le annate più giovani per la loro freschezza, eleganza ed equilibrio, personalmente, ho apprezzato il Pinot nero, annata 2012, dell’azienda Unterortl di Martin Aurich- Castel Juval, quello dell’annata 2012 dell’azienda Rebhof della famiglia Forcher, Colsano – Castelbello-Ciardes, e l’annata 2011 dell’azienda Castello Stachlburg, della famiglia Kripp – Parcines.
Con le otto etichette di vini più invecchiati il Pinot Nero si presenta più corposo ed elegante, con sentori di frutta più matura di more e ribes. Gli aromi sono più intensi, bene in bocca , più morbido ed equilibrato, ho trovato interessante l’annata 2009 dell’azienda Castello Stachlburg, della famiglia Kripp – Parcines, e l’annata 2005 dell’azienda Köfelgut di Martin Pohl- Castelbello-Ciardes.
Complimenti ai produttori della Val Venosta che hanno saputo dare valore al proprio prodotto con iniziative di rilievo facendo emergere la qualità e la specificità del Pinot nero della Valle Venosta, che per la sua genuinità e unicità merita senz’altro una degustazione.
di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
(15/11/2014)
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