2020, attenzione, non abbreviare l’anno

Attenzione, mai abbreviare 2020 in “20” nei documenti legali.  Si presta a facili truffe, meglio non sottovalutare l’accorgimento di abbreviare l’anno
Redazione 

2020 attenzione, non abbreviare l’anno. Quando compiliamo un documento molto spesso ci viene spontaneo abbreviare l’anno da riportare come data. Così, fino ad ora, il 2018 è stato “18” il 2019 è diventato “19” e, di conseguenza, vi potreste convincere che anche per il 2020 sia possibile fare lo stesso. In realtà nessuno ve lo vieta ma, come molti esperti hanno fatto notare, questa abitudine potrebbe esporvi a dei rischi non indifferenti con l’arrivo del nuovo anno.

Così facendo, infatti, le possibilità di essere truffati aumentano. Il problema, di fatto, deriva dalla facilità con cui l’anno 2020 abbreviato in “20” può essere cambiato in qualsiasi altra data degli ultimi due decenni. In questo modo il 10/04/20 può essere modificato in 10/04/2017 o in 10/04/2016 e così via, dando ad eventuali mal intenzionati la possibilità di dare una valenza temporale (e giuridica) diversa a quello stesso documento che avevate firmato inizialmente.

Questo avvertimento, in realtà, gira da diversi giorni sui social. Alla notizia, però, non tutti hanno prestato molta attenzione, mentre altri non hanno perso tempo a criticare e/o a fare ironia sulla questione. “Quindi l’anno scorso non avremmo dovuto usare nemmeno l’abbreviazione ’19’ per il 2019 perché avrebbero potuto cambiarlo in 1998?”, ha fatto per esempio notare qualcuno.

Sulla questione, proprio in questi giorni, si è espresso anche il dipartimento di polizia americano che, attraverso i suoi canali ufficiali, ha provato a mettere in guardia i cittadini suggerendo loro di non sottovalutare la cosa. Come è stato specificato, infatti, le autorità si trovano a gestire regolarmente truffe e raggiri di questo tipo. “Naturalmente comprendiamo che tutte le date possono essere modificate, tuttavia crediamo che la maggior parte qui concorderebbe sul fatto che se un documento di qualsiasi tipo, legale o professionale, viene portato alla nostra attenzione come falsificato o fraudolento, probabilmente aumenterebbe di più i sospetti se avesse come data il 1998 rispetto ad un documento datato 2019 o 2021”.

Forse si tratta di diffidenza eccessiva o di un allarme esagerato nei toni ma, onde evitare problemi, è sempre meglio ascoltare i consigli delle forze dell’ordine. A livello legale, nonché tributario e prescrittivo, è più facile infatti avere problemi con un documento che riporta una data recente o futura rispetto ad uno più datato. Alcuni diritti potrebbe essere ancora fatti valere e determinate scadenze non rispettate. (  https://quifinanza.it  )

 

    Redazione
 (07/01/2020)

 

 

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