Inps, per ogni previdenza

Continua l’assalto alla diligenza dell’Inps. In sostanza, nell’attesa che si sciolga il nodo gordiano di una riforma previdenziale finanziata coi classici fichi secchi e bruscolini
di Claudio Romiti

 

Inps-previdenzaInps, per ogni previdenza. Prosegue senza sosta il grottesco balletto intorno alle pensioni, malgrado una situazione economica stagnante la quale dovrebbe consigliare tutti alla prudenza. Invece, rincorrendo sulla strada del pubblico dissesto un Premier alla forsennata caccia di consensi, i tradizionali esponenti del partito unico della spesa pubblica, sinistra Pd e sindacati tradizionali in testa, alzano il tiro delle loro richieste.

In particolare, Susanna Camusso, in attesa dell’ennesimo tavolo tra Governo e sindacati previsto il prossimo 27 settembre, lamenta una scarsa attenzione da parte dello stesso Governo circa la spinosa questione. La segretaria della Cgil ha duramente intimato ai renziani al potere di non “farsi guidare da considerazioni puramente economiche, altrimenti si creano ingiustizie, così come dimostra l’esperienza degli esodati”.

Una riflessione, quest’ultima, che ci richiama alla mente il famoso salario quale variabile indipendente di sinistra memoria. A tutto ciò si è unito l’immancabile ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, il quale ha invocato – tanto per non farsi mancare nulla – l’ottava salvaguardia per i succitati esodati. Comunque sia, al di là della solita ridda di proposte spendaiole dei campioni del deficit spending, alcune attendibili stime calcolano in circa 4 milioni lo spostamento di voti determinato dalle misure pensionistiche abbozzate dall’Esecutivo dei miracoli. Ma su quali saranno i provvedimenti effettivamente adottati dal Governo Renzi ha contribuito a creare un’ulteriore cortina fumogena il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, detto monsieur de La Palice in quanto a prese di posizioni, il quale ha dichiarato di recente che i suoi “tecnici sono al lavoro con simulazioni finalizzate ad evitare una riforma che non sia fatta bene”. Il che, tradotto dall’ultima versione di politichese, non significa un beneamato nulla di nulla.

In sostanza, nell’attesa che si sciolga il nodo gordiano di una riforma previdenziale finanziata coi classici fichi secchi e bruscolini, la disastrata condizione dei conti pubblici, messi già a dura prova dalla dissennata politica economica renziana, non lascia molti margini alla finanza ultra-creativa del grande timoniere di Rignano sull’Arno. Staremo a vedere.  (  http://www.opinione.it  )

 

  di Claudio Romiti
   (28/09/2016)

 

 

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