Fascicolo occultato e non messo a ruolo

Rocco Chinnici e il giallo del fascicolo scomparso. A 32 anni dalla strage in cui rimasero uccisi due carabinieri, il giudice e il portiere dello stabile non c’è stata ancora giustizia.M5S presenta interrogazione al ministro della Giustizia.
di Cristina Giorgi

strage-rocco_chinniciEra il 29 luglio 1983 quando una Fiat 126 verde, imbottita di tritolo, esplose in via Pipitone Federico, a Palermo. Obiettivo dell’attentato il giudice Rocco Chinnici, che rimase ucciso insieme ai carabinieri Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta (componenti della sua scorta) e a Stefao Li Sacchi portiere dello stabile in cui Chinnici abitava. Si salvò soltanto l’autista del magistrato.

Nel trentaduesimo anniversario della strage, a volte considerata “soltanto” una delle tante che la mafia ha compiuto, la vicenda del giudice istruttore arriva in Parlamento. In particolare per quanto riguarda il mistero di un fascicolo scomparso, che riguardava proprio l’attentato a Chinnici. Il giallo era stato ricostruito per la prima volta da Eleonora Iannelli e Fabio De Pasquale nel volume “Così non si può vivere”. In esso i due autori hanno ricordato che in base alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia il presidente della Corte di assise d’appello di Messina Giuseppe Recupero era finito sotto inchiesta con l’accusa di aver emesso, dopo essere stato corrotto alla mafia, la sentenza di assoluzione per insufficienza di prove nei confronti dei boss mafiosi Michele e Salvatore Greco (terzo processo di appello celebrato nel 1988). 

Del fascicolo su Recupero, inviato a Palermo dalla procura di Reggio Calabria nel luglio 1998, per parecchi anni non si era saputo più nulla. Era stato ritrovato dal procuratore del capoluogo siciliano Vittorio Teresi, che aveva fatto agli opportuni controlli: verificato che non era mai avvenuta l’iscrizione a ruolo del procedimento, nell’aprile 2013 aveva aperto ufficialmente una nuova indagine per concorso in associazione mafiosa e corruzione nei confronti di Giuseppe Recupero, nel frattempo deceduto. Le indagini, affidate al pm Amelia Luise, durarono però soltanto pochi mesi e vennero archiviate dal gip circa un anno fa.  

Sulla questione, proprio alla vigilia dell’anniversario della strage di via Pipitone Federico, un gruppo di senatori del M5S ha presentato al ministro della Giustizia Andrea Orlando un’interrogazione con cui in particolare chiedono di sapere se il responsabile del dicastero di via Arenula “sia a conoscenza dei fatti esposti e se non intenda, per quanto di propria competenza, adottare i provvedimenti necessari ad individuare eventuali responsabilità circa il presunto occultamento del fascicolo che riguarda una delle peggiori stragi del nostro Paese”. I parlamentari pentastellati chiedono inoltre al ministro Orlando “se, nei limiti delle proprie attribuzioni, non intenda assumere le opportune iniziative affinché vengano accertati i motivi della mancata iscrizione a ruolo del procedimento penale in questione, considerato che ad oggi restano ancora impuniti i responsabili della strage Chinnici”. La richiesta è dunque quella di effettuare nuovi accertamenti sul caso. Anche perché, dopo 32 anni, sarebbe anche ora che le vittime della strage avessero chiarezza e soprattutto giustizia. (  www.ilgiornaleditalia.org  )

 

   di Cristina Giorgi
     (30/07/2015)

 

 

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