Parte Ita Airways

Parte Ita Airways. Livrea azzurra. 52 aeromobili e 44 destinazioni. Un piano industriale che fa perno su tre obiettivi principali, ricorda Lazzerini: “Profittabilità, sostenibilità e connettività”.
Redazione 

Parte Ita Airways: ecco finalmente svelato il nome che segnerà – auspicabilmente – un nuovo capitolo della storia del trasporto aereo italiano. Una livrea completamente nuova, di quell’azzurro che rimanda immediatamente all’unità e all’orgoglio nazionale, 52 aeromobili in flotta (che diverranno 78 nel 2022), un network inziale di 44 destinazioni e 59 rotte, il primo volo intercontinentale sulla Roma Fiumicino-New York programmato per il prossimo 4 novembre. Obiettivo break-even operativo fissato nella prima metà del 2023. Il tutto, “malgrado le ‘sportellate’ incassate negli ultimi mesi dalla Commissione europea” lungo il percorso che ha portato alla creazione della newco.

Alfredo Altavilla, presidente di Ita Airways – insieme al ceo Fabio Maria Lazzerini, alla cco Emiliana Limosani e al direttore marketing Riccardo Perosino – questa mattina ha alzato il sipario sulla nuova era che aspetta l’aviation industry italiana, dalla transizione fra la commissariata Alitalia e la nuova realtà di Ita agli obiettivo nel medio-lungo termine.

“Nessun sogno di grandezza – apre Altavilla -, ma dobbiamo dimostrare ai contribuenti italiani, che sono nostri azionisti, che stavolta saremo attenti all’uso che faremo del loro capitale. Questo è un obbligo che abbiamo chiaro in testa”.

Un piano industriale che fa perno su tre obiettivi principali, ricorda Lazzerini, “Profittabilità, che di per sè rappresenta una discontinuità immensa rispetto al passato della vecchia compagnia, sostenibilità, che decliniamo in tre macro aspetti, economico, ambientale e sociale; e connettività, l’Italia anche prima del Covid era un paese sotto servito sull’intercontinentale, per cui serve un riallineamento del bilanciamento tra medio e lungo raggio”.

Ma è il presidente Altavilla a chiarire perché credere e scommettere per l’ennesima volta su una compagnia di bandiera (che nasce, lo ricordiamo, con un investimento statale): “La compagnia di  bandiera, per un paese a forte vocazione turistica – come è l’Italia – e che ha un Made in Italy famoso nel mondo, con imprese famose nel mondo, non è possibilità ma un obbligo“.

E poi perché “Esiste una domanda di viaggio da e per il nostro paese che le low cost non riescono a soddisfare né per comfort a bordo né per flessibilità delle rotte in connessione, né per rapporto value for money. Come si dice in inglese, ‘you pay peanuts you get monkeys’ … e ciò purtroppo vale per moltissime low cost che operano nel nostro paese.

Questa volta il progetto “funzionerà – sostiene Altavilla – perché Ita Airways nasce ‘right sized‘, sia in termini di flotta che di destinazioni. Non ci portiamo dietro l’eredità negativa di dimensioni troppo grandi che poi necessariamente si scontrano con quella sostenibilità economica che inizialmente deve essere il primo obiettivo da perseguire.

Un accento a parte, va riservato alla questione del marchio ‘Alitalia’, che Ita Airways si è aggiudicata proprio ieri sera, ma che il nuovo vettore – a tendere – non utilizzerà se non in questo periodo di transizione: “Il brand – chiarisce Altavilla – è stato comprato perché garantisce una transizione ordinata verso le nuove livree, che durerà mesi, necessaria non solo per gli esterni degli aerei, ma per interni, divise, strutture in aeroporto dove compare ora il logo Alitalia. Farlo in fretta, se non avessimo ottenuto il marchio, avrebbe comportato extra-costi significativi. In secondo luogo, perché vogliamo tenerlo come patrimonio dei marchi potenzialmente utilizzabili per iniziative di marketing future. Infine, perché dovevamo partecipare attivamente ad un’operazione di sistema che mirava anche ad assicurare che la trattativa per il trasferimento degli asset aviation si potesse compiere senza problemi di disruption legate alla mancanza di solvibilità dell’amministrazione straordinaria”. Una scelta, quella del nuovo brand, che Lazzerini aveva lasciato trasparire dalle sue dichiarazioni lo scorso sabato in occasione di World Routes, a Milano: “Il marchio ‘Alitalia’ ha un valore, con una storia gloriosa da una parte, ma anche qualche inciampo dall’altra, e nel lancio di un nuovo vettore di tutto ciò bisognerà tenere conto…”.

Massimo riserbo, infine, sulla scelta di quel partner strategico, indispensabile per avere un ruolo competitivo sul mercato internazionale: fronte tedesco o francese, le illazioni e i rumors non sono mancati per tutti questi mesi. “Guardo in qualunque direzione ci sia possibilità di creare valore per Ita. Ci lavoreremo (sulla scelta, ndr) dalla prossima settimana, in modo determinato per chiudere entro 2022 con chi ci offrirà maggiore possibilità di collaborazione. Il consolidamento vero deve riguardare sinergie industriali vere, politiche di gestione dei costi e acquisto comuni”. Ma attenzione, conclude il presidente, “Ita non può perdere la centralità dei suoi hub e solo portare acqua agli altri senza ricevere nulla in cambio, così non si è equal partner”. (https://www.travelquotidiano.com/  )

 

    Redazione
  ( 16/10/2021 )

 

 

 

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