Strindberg, il saggio di Parrelli

Strindberg: scritti sul teatro, volume curato da Franco Perrelli e dedicato alla riflessione sul teatro di August Strindberg. Le pagine permettono al lettore di infilarsi nei concetti strindbergiani.

 di Luca Lòtano

 

strindbergFranco Perrelli, insignito del prestigioso Strindbergspris della Strindbergssällskap di Stoccolma nel 2014, torna ad affrontare il drammaturgo e teorico svedese con Cue Press nel 2016. E lo fa con Strindberg: scritti sul teatro, un testo che della sterminata produzione del fondatore del Teatro Intimo ne ri-descrive la parabola passando per l’evoluzione teorica dell’artista svedese; quel passaggio dal naturalismo all’espressionismo che altro non è, in August Strindberg (1849 -1912), se non l’indagine scientifica dell’uomo su sé stesso che, fra realismo e misticismo, si misura in fine con l’incapacità di valutare l’entità specifica del proprio Io.

Perrelli affianca così, riprendendone la poliedrica vocazione, lo Strindberg teorico a quello narratore; li lascia camminare lungo l’asse storico che dal 1886 al 1912 lo vede impegnato come critico teatrale, scrittore, e in fondo cronista della sua distorta autobiografia del divenire. Un “aggregato in transizione”, come lui stesso si definì. Lì, nella teoria scenica del drammaturgo svedese e in una parte dei suoi scritti, l’autore del saggio evidenza l’opera di vivisezione – forse questa la parola chiave dell’intero testo, se non dell’intera opera di Strindberg – attuata dall’artista sul carattere e sull’essenza del vivente in nome del naturalismo, prima, e della scissione del tessuto connettivo dell’Io, poi.

Le pagine permettono al lettore di infilarsi nei concetti strindbergiani di “attore”, “drammaturgia”, “scenografia”; fino all’incontro con il giovane attore August Falck, che nel 1906 gli permise di realizzare il progetto di un Teatro Intimo sul panorama delle scene di Stoccolma, e nel superamento poi dello stesso; in quel teatro da camera, intimo appunto, e nell’osservazione maturata già lavorando su Shakespeare e Goethe che un’autentica descrizione del carattere sia quasi impossibile.

Il saggio di Perrelli segue dunque il pensiero di Strindberg con approccio diacronico, intervallando alla riflessione teorica i suoi scritti; dalla giovanile vocazione per il mestiere dell’attore, sino alla scoperta del personaggio drammatico piscologicamente complesso, del carattere inteso come rapporto integrante fra attore e personaggio; così dall’Omicidio psichico del 1887 si passa alla prefazione per la Signorina Julie del 1888, dal saggio Sul dramma e il teatro moderno del 1889 al Memorandum (del regista per i membri del Teatro Intimo, 1907-08) nel quale Strindberg parla di lingua, labbra e denti così come di drammaturgo, attore e regista.

La composizione del volume si rivela una sinfonia polifonica che conduce il lettore, attraverso la scrittura del drammaturgo svedese, nella cruciale fase di transizione della scena europea verso i valori novecenteschi. Il teatro Intimo chiuse i battenti l’11 dicembre 1910, ma nel testo di Perrelli riusciamo a vederlo ancora, descritto minuziosamente in uno dei memorandum presenti negli scritti autentici dell’artista svedese:

«1. Niente mescita di bevande alcoliche.
2. Niente matinées domenicali
3. Rappresentazioni brevi: 8-10. Intervalli: brevi o proprio niente
4. Nessuna chiamata alla ribalta durante la rappresentazione
5. Niente suggeritore. Niente orchestra, solo musica sulla scena
6. Il testo in vendita alla cassa e nel foyer
7. Recite estive
Solo 160 posti in sala. Nessun pericolo d’incendio – perché è vietato fumare – riscaldamento centrale e uno elettrico nei camerini. Ricambio dell’aria con il sistema xxx».  ( http://www.teatroecritica.net  )

Strindberg: Scritti Sul Teatro di Franco Perrelli, Ed. Cue Press, 2016, Collana I Saggi, Pag 207,  Brossura, EAN: 9788899737153

 

  di Luca Lòtano
  (02/01/2017)

 

 

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