Dal Covid fallimento della politica

Dal Covid fallimento della politica. Più trascorre il tempo e più emerge che la politica per nascondere la propria inefficienza ha usato la strategia della paura. Ora più che mai c’è un’assoluta urgenza di una politica vera lungimirante
di Michele Luongo

Dal Covid fallimento della politica

Dal Covid fallimento della politica. Dal gennaio 2020, un susseguirsi di iniziative contro il virus Covid-19, malattia respiratoria acuta da SARS-CoV-2, trasmessa da persone infette.

La politica, i governi hanno adottato provvedimenti straordinari, stati di emergenza, lockdown, restrizioni e limitazioni della libertà per fermare il Covid, che hanno lasciato e lasciano non poche perplessità.

Più trascorre il tempo più emerge, soprattutto, in Italia che la politica per nascondere la propria inefficienza ha usato la strategia della paura, usando addirittura la parola guerra, coprifuoco, un evidente e inappropriato confronto, con tanto di asservimento televisivo quotidiano, quasi un lavaggio del cervello, e alla trasparenza ha preferito predisporre la segretezza degli atti.

Strategia fallimentare, che ha portato a subire delle mostruose contraddizioni, come ad esempio a droni e pattuglie di forze di polizie che rincorrono cittadini a passeggio sulle spiagge o nei parchi nei boschi, e di là migranti che sbarcano. O vessare con multe e chiusure mentre poi si abbraccia e si canta per un evento sportivo.

Il Covid, una emergenza che ha messo in luce la pochezza politica, abbiamo assistito a quelle assurda e arrogante lontananza dai cittadini. “Vedremo se consentire…”, “Concediamo…” “Proibiremo…”, o a quella che sembrava quasi una televendita di miliardi incrementati ad ogni intervento in Tv, fino a giungere a “Una potenza di fuoco”, “un “Bazooka”, miliardi che sembravano noccioline; intanto attività e aziende chiudevano con centinaia di migliaia di posti di lavoro che si perdevano.

Dal Covid il fallimento della politica, senza rispettare i cittadini, anzi, trattati come sudditi, solo dei numeri, mai l’aver posto a centro la cura, il curare, eppure quell’interesse della salute è sancito nella Costituzione, invece ci è sembrato assistere più all’interesse del bene politico che a quello delle persone.

Faremo, disporremo, ma la campagna vaccinale non partiva, per fortuna il nuovo governo con Mario Draghi ha permesso l’evidente cambio di passo, sia per il piano vaccinale, e soprattutto per gli assi strategici del Recovery Plan.

Dal 3 agosto è iniziato il semestre bianco, ultimi sei mesi di mandato del presidente della Repubblica, e presto vedremo i giochi delle scacchiere, dietro le quinte le manovre delle pedine.

E del Covid, già la salute … intanto c’è il Green pass di cui si nutrono molte perplessità, ma non poteva bastare la certificazione vaccinale? Già, è sempre più comodo sfuggire alla chiarezza delle decisioni, poi, c’è sempre la possibilità del lockdown.

Intanto i poteri finanziari hanno fatto grandi affari e continuano a farli, loro hanno strategie chiare. Vedesi Soros e Gates che proprio in questi giorni hanno investito nel business dei tamponi rapidi, acquisendo attraverso delle società la Mologic, produttore di test Covid; che strano, ma non dovremmo andare verso una fine della pandemia?

Un nuovo lockdown, una nuova chiusura, dopo quasi due anni non farà altro che sancire il fallimento della politica; che con tutta la disposizione della tecnologia, della scienza, delle strutture e dei capitali che ci sono, non avrebbe più alcuna giustificazione.

Le governance, però, farebbero bene ad avere maggiore attenzione e rispetto dei cittadini che sono sempre meno propensi alle sopportazioni. C’è bisogno di una politica che sappia svolgere il proprio ruolo, quello capace di strategie, di indirizzi e di scelte per la crescita sociale ed economica dei popoli.

Si lascia l’ipocrisia del Covid zero, si affronti la realtà con serietà e verità, e si ritorni alla normalità imparando a convivere con il virus come si è imparato nei millenni con le altre infezioni e malattie.

Probabilmente la strada da seguire sarà proprio quella indicata dall’Inghilterra, dove il premier britannico Boris Johnson, ha avuto il coraggio delle proprie scelte, con l’abolizione di tutte le restrizioni anti Covid.  

Dal Covid sono emersi importanti test sociali ed ora più che mai c’è un’assoluta urgenza di una politica di politici lungimiranti, statisti veri, per un nuovo rilancio del concetto di democrazia.

 

di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
                  (09/08/2021)

 

 

 

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