Tunnel, più luce più luce

La letteratura “All’uscita  del Tunnel” . Il saggio del gesuita padre Ferdinando Castelli sulle tracce di Dio nelle opere degli scrittori occidentali.

di Andrea Monda

 

Il nuovo saggio del gesuita padre Ferdinando Castelli è un testo da maneggiare con cura. Non perché sia difficile o criptico – la lingua di padre Castelli ha il dono della semplicità e della schiettezza – ma perché il materiale contenuto nelle 200 pagine pubblicate dalla Libreria Editrice Vaticana ha un’altissima densità e va quindi «diluito» in una lettura che possa diventare anche meditazione. Questo nuovo libro dell’anziano (ma giovanilissimo) gesuita calabrese, pur contenendo alcuni vecchi contributi, è davvero un saggio nuovo, che imprime una svolta e una velocità inusitate anche per il lettore «castelliano».

È dal 1987, cioè da quando cominciò l’opera in tre volumi sui volti di Cristo nella letteratura, continuata poi nei due saggi sulla letteratura dell’inquietudine, che il critico letterario de La Civiltà Cattolica offre al lettore italiano una visione «radicale» della letteratura, facendo il «segugio di Dio» nelle pagine degli scrittori occidentali degli ultimi due secoli. Ora in questo “All’uscita del tunnel” il contenuto resta inalterato ma l’approccio, l’angolo di visuale è mutato: se nei precedenti saggi il taglio era per così dire verticale (cioè gli autori venivano presi uno ad uno ed esplorati da cima a fondo), ora invece è orizzontale, anzi trasversale: i sedici saggi brevi che compongono la raccolta affrontano alcuni grandi temi dell’esistenza umana e della fede (dal riso alla solitudine, dalla sete di infinito alla «scandalosa» presenza della Chiesa) e, all’interno di questa esplorazione tematica, vengono incontrati i singoli scrittori.

Per questo è meglio «diluire le dosi» di questo libro , non immergersi in una lettura vorace ma al contrario centellinarlo, gustarlo un po’ alla volta, distanziando i capitoli con quel tempo adatto per una comprensione e una meditazione che alcuni libri richiedono – e meritano -. Allora sarà un viaggio avvincente per il lettore guidato da padre Castelli che si conferma un’autorità nella letteratura degli ultimi due secoli. L’avvio prende implicitamente le mosse dalle ultime parole di Goethe che, spirando, pare abbia detto: «Più luce, più luce».

Anche se questo è il tema di uno dei singoli saggi della raccolta, in realtà è il meta-tema dell’intero volume: come e cosa sperare? Nella prefazione l’autore cita esplicitamente la frase di Eugène Jonesco che gli ha dato lo spunto per il titolo – «quante strade per arrivare a Lui […] a quel sole che intuisco nell’altra vita, la vera vita! La vera Luce all’uscita del tunnel» – e nello splendido capitolo dedicato al rapporto tra mistica e letteratura, Castelli ricorda Baudelaire affermare come la poesia e la musica permettano agli uomini di intuire «la luce che splende al di là della tomba»: un serrato corpo a corpo con la letteratura dell’Occidente (lì dove il sole cade) alla ricerca di un significato luminoso da dare al mistero dell’esistenza, ecco così questo libro, non solo da leggere.  (  www.romasette.it  )

 “All’uscita del tunnel” ,  Panoramiche religiose dell’odierna letteratura”  Ferdinando Castelli, LEV, 2009, pagg. 214, 16 euro

 

di Andrea Monda
 (03/06/2015)

 

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