Trentino proposta riforma del turismo

Riforma del turismo. Dalle perplessità della Vallagarina le ombre sulla proposta della PAT. C’era una proposta alternativa che prevedeva aggregazioni territoriali per prodotto e non per ambito geografico
di Michele Dalla Piccola 

Trentino proposta riforma del turismo Lo abbiamo ripetuto fin dall’inizio del mandato. Se riforma deve essere – e ne sussistono fondamentali ragioni – riforma sia. Ma quanto sia servito il tanto sbandierato peregrinare della giunta in decine di riunioni in giro per il Trentino lo si comincia a pesare ora. Si ha come l’impressione che l’esecutivo abbia sì girato tanto, ma poi o abbia ascoltato poco o non abbia capito niente. E così, dai territori, a Trento non è tornato un granché.

La riforma continua a mantenere l’integrale trazione di UNAT. Purtroppo ASAT e Confindustria di fatto sono state messe all’angolo o fuori dai giochi. Perché parlo di loro? Sono le due principali associazioni che avevano stimolato la giunta precedente a favorire il coordinamento e la coesione territoriale.

C’era una proposta alternativa

Da quelle idee era nato all’inizio di questa legislatura il deposito di un nostro disegno di legge di riforma che prevedeva aggregazioni territoriali per prodotto e non per ambito geografico. Era il disegno di legge 16 del 28 marzo 2019. Depositato ben prima che la giunta avesse capito cosa c’era da fare.

Mi spiego meglio. Il prodotto “bike” non conosce confini né quello “sci” appartiene più ad una valle più che ad un’altra. Nulla da fare. Testarda, la giunta, partendo dall’idea che per cinque anni UNAT aveva continuato a ripetermi, ha suddiviso il Trentino in quattro aree. Un piccolo brano del Ddl in parola avrebbe infatti normato così:

“Art. 12 octies

Individuazione degli ambiti omogenei di prodotto turistico. La Provincia può individuare organismi istituzionali che svolgono il compito di aggregazione delle proposte di promozione turistica provinciale per analogia di prodotto. La loro composizione è indicata da apposito regolamento che ne individua anche gli ambiti di competenza, tenendo conto che essi devono riguardare almeno quattro categorie omogenee riferite all’intero territorio provinciale ed individuate in:

  1. a) economia e business;
  2. b) neve ed inverno;
  3. c) terra e belle stagioni;
  4. d) cultura ed agro-alimentare.
  5.  
  6. Costruire iniziative comuni sarebbe stato estremamente funzionale al superamento di logiche di gelosia territoriale e preoccupazioni come quelle che sono legittimamente sorte in questi giorni in alcuni operatori della Val di Gresta. Anche le ragionevoli considerazioni di Brentonico hanno mantenuto vivo il dolore di tutti i territori lacerati da un norma imposta, affrettata, pressapochista che nessuno ha chiesto e che in fondo non è mai accuratamente stata presentata.
  7.  
  8. L’APT di Rovereto ha combattuto
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  10. A ben vedere, se oggi questi territori possono riflettere sul cosa fare è perchè Rovereto non ha voluto aderire all’ambito di Trento in un’unica APT Proprio perché queste sensibilità le conosceva. Se oggi il problema si chiama “soltanto” ATA è perché qualcuno prima ha fatto di tutto per provare a rimanere APT indipendente a costo di tante fatiche e tante rinunce. Fosse stato per la lega al governo del Trentino, non solo in ATA, ma tutta l’APT sarebbe fusa con Trento e non esisterebbe nemmeno più. Ma pensando ad un ragionamento in solitaria della Val di Gresta che qualora finisse sotto il governo territoriale di Riva, l’amena valle famosa per ambiente ed ortaggi, dovrebbe condividere gioie e dolori con una zona che va da Tremalzo a Comano Terme.

Un mal comune che non è affatto mezzo gaudio

Le perplessità e l’insoddisfazione non si fermano al sud del Trentino. Da Civezzano alla Val dei Mocheni. In Vigolana, dove si deve attraversare la Fricca e arrivare in Folgaria per chiedere promozione, adesso. E che dire di Ledro? Ha provato in tutti i modi a rimanere da sola: nulla da fare. Si è salvata in corner la val di Non, rifiutandosi caparbiamente di farsi accettare da una strabordante Val di Sole. E se i Sindaci del Chiese hanno espresso forte perplessità sui media, non mi risulta che in Valsugana si percepisca aria di serenità e soddisfazione.

Questo l’operato della giunta nella sua attività in campo turistico durante il Covid.

Appena passato il periodo, arriverà la genial pensata. L’aumento della tassa di soggiorno. Ma tranquilli, è una giunta vicina agli albergatori questa. Avevano detto .https://www.micheledallapiccola.it/

 

           Michele Dalla Piccola
Consigliere Provinciale e Regionale PATT             
            (11/03/2021)

 

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