Euroritardati. La forza tedesca, non derivava, dall’essere la prima potenza economica ma dalla difesa letterale della lettera dei trattati. Dicono in tanti: l’Unione europea ha fallito e la Grecia ne è la dimostrazione. La Grecia dimostra l’opposto.
di Davide Giacalone
La destra e la sinistra di governo, in Italia, sono europeiste o non sono. A un certo punto si dovrà pur chiedere a tutti di studiare un po’ di storia e avere un’idea non grossolana dei nostri interessi. E si dovrà recuperare la memoria: i tanti che vanno ciacolando di sovranità e indipendenza legate alla moneta nazionale, sanno qualche cosa dei governi italiani che si dilaniavano nel trattare le condizioni per i prestiti che ci faceva il Fondo monetario internazionale? Noi non li abbiamo né chiesti né presi. Con l’euro. Con la lira li chiedevamo e prendevamo. Con quel che segue.
Sul fronte europeo la politica e la cultura italiane hanno contratto due malattie: a. un pezzo della destra che crede di potere regolare dei conti in sospeso con il governo tedesco, sicché si sdilinquisce per chi fa l’antitedesco; b. un pezzo della sinistra che sente e subisce la forza del governo tedesco, ma non ne capisce l’origine, sicché chiede cose infantili. Si tratta di Eurotitardati. Vediamo come superarli.
Nel 2010-2011 la posizione del governo tedesco era sbagliata e pericolosa. Lo scrivemmo subito, confortati dal giudizio conforme di due giganti tedeschi, i due Helmut: Schmidt e Kohl. Allora non si fecero valere i punti di forza dell’Italia e, capitolando, accettammo di pagare più del dovuto per la salvezza dei greci, in questo modo salvando, in realtà, le banche tedesche e francesi. Il fatto è che qui lo sostenevamo, mentre il centro destra, che oggi si lamenta, sosteneva quel Mario Monti che faceva i compiti a casa, felice della benevolenza della maestra. Mentre ora avverte sui guasti del germanocentrismo. Oggi, però, la posizione del governo tedesco è corretta: non solo hanno fatto di tutto per non perdere la Grecia, ma hanno escluso dal “tutto” l’umiliazione di chi è stato governato da gente meno improvvisata ed arrogante degli attuali governanti greci: spagnoli, portoghesi, irlandesi. E noi stessi. E’ da Euroritardati pensare di fare oggi i conti di allora.
La forza tedesca, del resto, non derivava, allora, dall’essere la prima potenza economica e il Paese più popoloso. Chi crede a queste favole merita di sentirsele raccontare. Derivava dalla difesa letterale della lettera dei trattati. Rispetto a quella posizione non ha senso invocare la “flessibilità”, perché si tratta di discutere la finalità dei vincoli di bilancio. Il tema non era la flessibilità, ma il come si potesse muovere il pil e farlo crescere. Il che comportava estremo rigore nel tagliare la spesa pubblica improduttiva e lungimiranza nell’investire e far scendere la pressione fiscale. Invece hanno creato la Repubblica dei bonus. Non contenti hanno aperto un fronte suicida sui rifugiati, laddove il nostro dramma sono i clandestini e l’incapacità di distinguere gli uni dagli altri.
Lo strumento da usarsi, nei confronti della Germania, è la contestazione riferita alle loro violazioni delle regole, a partire dal surplus commerciale. Sfidarli sui bilanci farlocchi e sulla flessibilità è da Euroritardati. E l’altro errore da contestare, indotto dai francesi, è il coinvolgimento del Fmi. Siamo ricchi abbastanza da fare da soli. Siamo sovrani abbastanza da potere riunire vertici senza il Fmi.
Lo scopo da raggiungersi è la modifica dei trattati. Ma non per potere elargire qualche bonus in più, bensì per coordinare le politiche fiscali e per barattare convergenza con investimenti produttivi. Solo dei ciechi possono non accorgersi che la novità, positiva, degli ultimi anni è che la Banca centrale europea inesistente nel 2010 oggi c’è. Quella non è la soluzione dei mali, ma il fulcro capace di azionare la leva. Non si solleverà il mondo, ma si risolleverà l’Europa. Cosa che farebbe assai bene anche ai greci.
Dicono in tanti: l’Unione europea ha fallito e la Grecia ne è la dimostrazione. La Grecia dimostra l’opposto, perché cento anni fa sarebbero stati sconfitti in guerra e cinquanta anni fa avrebbero subito un golpe militare.
Le cose necessarie oggi sono quelle che vedemmo e descrivemmo all’inizio della tempesta, cinque anni fa. A lavorare contro c’è certamente l’egoismo tedesco, oggi in parte dismesso, perché incorpora l’autolesionismo, ma c’è anche la sciocchezza di credere che solo l’euro abbia vincoli, come se le monete dialettali non li avessero, e c’è l’illusione che si possano combattere guerricciole fuori tempo massimo, dopo avere appoggiato quanti oggi si vorrebbero sconfiggere. Perché l’Italia sia euroavvantaggiata è necessario che si lasci alle spalle gli Euroritardati. ( www.davidegiacalone.it )
di Davide Giacalone ©Riproduzione riservata
(04/07/2015)
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